Se anche i grandi chef decidono di produrre vino. Al Salone del Gusto di Torino Niko Romito presenta il suo Pecorino in collaborazione con Feudo Antico

27 Ott 2014, 16:30 | a cura di
Un lavoro di ricerca durato quattro anni per un vino inedito, nato ad alta quota dalle vigne di Casadonna. Per lo chef tristellato una nuova sfida enologica, mentre si avvicina lo sbarco a Roma di Spazio, la cucina-laboratorio dei suoi allievi.

Lui appartiene al gotha della cucina di ricerca, lei è una giovane e coraggiosa azienda vitivinicola abruzzese. Dal loro incontro è nato un vino inedito presentato in anteprima al Salone del Gusto di Torino. Stiamo parlando di Niko Romito, tre forchette del Gambero Rosso, e Feudo Antico, l’azienda vitivinicola custode della Dop Tullum, la più piccola d’Italia. Tra di loro, entrambi abruzzesi doc, è stato amore a prima vista.
"L'idea del vigneto ad alta quota è nata in tempi non sospetti" racconta Romito "insieme al progetto di Casadonna (la struttura che ospita anche il suo ristorante di Castel di Sangro; ndr), ma la sua realizzazione non è stata così semplice visto che abbiamo dovuto sfidare la tradizione vitivinicola abruzzese, impiantando il Pecorino in altura. Quando ho conosciuto Andrea ho subito capito che era lui la persona giusta ad affiancarmi in questo progetto: in pratica un pazzo, come me”, così Romito, ricorda il primo incontro con Andrea Di Fabio, il direttore generale di Feudo Antico, la cantina della vicina Tollo.
Da allora son passati quattro anni e quella pazzia è diventata una bottiglia. Anzi 800 bottiglie - in edizione limitata - di Pecorino Igp Terre Aquilane 2013 Feudo Antico per Casadonna. La prima vendemmia lo scorso anno. Frutto, oltre che di quel fortunato incontro, anche di una coraggiosa operazione di ricerca seguita sul piano tecnico da un’equipe della Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano guidata dal professor Attilio Scienza. "La collaborazione con Niko" dice Di Fabio "è stata la conferma della sua continua voglia di mettersi alla prova e accettare nuove sfide, senza mai fermarsi o adagiarsi sugli allori. Dopo i riconoscimenti in Italia e all'estero (la terza stella Michelin è arrivata lo scorso anno; ndr) e l'avvio delle scuole di cucina, è iniziata la progettazione e la costruzione di Casa Donna a cui si è dedicato con la stessa attenzione e pignoleria di un vero architetto, per poi approdare anche al vino. Altra sfida ai limiti del possibile". E non è finita. Per Romito una nuova avventura inizierà a breve nella Capitale, come ha annunciato lui stesso qualche giorno fa, sempre al Salone del Gusto: lo chef abruzzese porterà nei locali di Eataly a Roma i giovani cuochi di Spazio, la struttura sperimentale, nata nel sul primo ristorante di famiglia a Rivisondoli, come esperienza di formazione/ristorazione per gli allievi delle sue scuole. Format di successo, riproposto quest'estate nella trasferta a Capo Farò, il resort della famiglia Tasca d'Almerita nelle isole Eolie.
A Roma, al terzo piano dell'ex Air Terminal di Ostiense, Spazio approderà con la stessa filosofia: un laboratorio di idee e di piatti in cui i giovani cuochi si alterneranno tra i fornelli e la sala, cucinando e raccontando i loro piatti, senza trascurare la tradizione culinaria capitolina. Così, dopo l'arrivo a Roma e il vino d'alta quota, cos'altro bollirà nella pentola dello chef tristellato?

A cura di Loredana Sottile

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