Spagna. L'esodo delle cantine catalane dopo il referendum per l'indipendenza

29 Ott 2017, 15:00 | a cura di

I primi effetti del travagliato referendum indipendentista si fanno già sentire tra le file del vino catalano, a cominciare da un grande nome della viticoltura locale, Codorniu, che si prepara alla migrazione. Quanti lo seguiranno? 

Cosa significa se uno dei simboli vitivinicoli della Catalogna decide di spostarsi – almeno legalmente – nella Roja? La decisione di Codorniu, una delle bodegas più famose del Cava, fondata nel lontano 1551, lascia poco spazio alla fantasia. Ancora meno ne lascia il comunicato diffuso dai suoi vertici, che spiega come la scelta sia stata presa a fronte della situazione di "incertidumbre política y jurídica" in cui si trova attualmente la provincia autonoma. Come a dire che la tensione è altissima, così come la paura delle imprese catalane per il futuro, a seguito del referendum sull'indipendenza dello scorso primo ottobre, che ha provocato uno strappo profondissimo tra il Governo di Madrid e quello della Catalogna.

Codorniu– la cui nuova sede legale sarà ad Haro, ma quella produttiva rimarrà comunque a Sant Sadurní d’Anoia (Barcellona) - è la prima cantina, ma non l'unica impresa spagnola, ad inserirsi nella lista dei “migranti” catalani, dove ci sono anche banche come la Caixa e il Banco de Sabadell, gruppi come Gas Natural Fenosa e privati come Tab Spain Batteries, che non si son fatti scappare la possibilità di "utilizzare" subito una recente legge approvata dal governo centrale per consentire alle imprese, in un momento di incertezza sull'esito dell'indipendenza catalana, di trasferire la propria sede in altre parti della Spagna.

Ha annunciato che lo farà entro fine mese anche un'altra griffe del Cava, Freixenet, il cui direttore esecutivo José Luis Bonet ha dichiarato che l'azienda "non può correre il rischio di ritrovarsi al di fuori dell'Unione europea, perché sarebbe senza dubbio una perdita di competitività".

 

Il futuro del vino catalano

Ma vediamo quali sono i rischi che corre la viticoltura spagnola tutta, nel caso di un'eventuale indipendenza. Secondo un'analisi della rivista inglese Decanter, la produzione di vino catalano non è al primo posto per numeri, ma genera circa il 22% dei ricavi nazionali grazie all'export. Una perdita di questo reddito, pari ad oltre 600 milioni di euro, potrebbe essere un grave colpo per la tutta la nazione. Tuttavia, c'è da considerare che la Spagna potrebbe rivendicare il diritto al nome Cava, in quanto è una denominazione definita da un processo e non da un territorio. Senza considerare che le condizioni di mercato potrebbero cambiare in base al nuova collocazione della Catalogna all'interno dell'Unione Europea. Al momento sono solo ipotesi, a cui, però, l'esodo delle prime cantine catalane verso altri lidi, comincia a dare concretezza.

 

a cura di Loredana Sottile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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