70 anni di merendine. La storia degli snack dolci italiani attraverso i decenni

24 Mar 2023, 14:58 | a cura di
È datata 1953 la prima merendina italiana, ancora oggi presente sul mercato. Da quel primo Buondì Motta molto è cambiato, ma il settore dell’industria dolciaria va ancora alla grande. Ne ripercorriamo la storia in occasione del felice anniversario.

La nascita delle merendine. Motta, il Mottino e il Buondì

E infine arrivò Angelo Motta. Con il suo panettone contrassegnato dalla M inconfondibile, ma soprattutto con una delle invenzioni che ha rivoluzionato l’industria alimentare, segnando un passaggio chiave nelle abitudini degli italiani. La merendina. Per tutti i giorni e tutte le ore. L’aveva pensata così l’imprenditore, una specialità formato mignon adatta ai più piccoli, perfetta da inserire nella cartella e tirare fuori all’ora di merenda: il Mottino. Versione ridotta del panettone già studiata a fine anni ’30: Motta fa scrivere lo slogan in elegante corsivo su tutte le pagine pubblicitarie, ma i tempi non sono ancora maturi. Pane burro e zucchero per i più ricchi, un velo di marmellata per tutti gli altri, un frutto per gli adulti sono le merende in voga di quegli anni, ma non durano a lungo: nel ’50, finalmente, il sogno di Angelo si concretizza con il suo panettoncino snack, quello che tre anni dopo si trasforma nel celebre Buondì. È il 1953 e la brioche confezionata ricoperta di glassa e granella di zucchero dà vita a una storia d’amore lunga 70 anni. Comincia la grande avventura delle merendine in Italia.

Gli anni ’60 e ’70: il baby boom e la Girella

Mai intuizione fu più azzeccata. Motta riuscì nella sua missione, non prima di aver messo a segno un altro bel punto con il primo gelato da passeggio: il Mottarello, fiordilatte su stecco che a fine anni ’40 fa divertire gli italiani non abituati a un simile prodotto. Roba da americani, che l’imprenditore imita e migliora, creando uno dei gelati confezionati più longevi della storia e soprattutto spianando la strada agli altri grandi marchi che sarebbero venuti poi. Negli anni ’70 la svolta è con la mitica Girella: golosissima, dalla forma curiosa e divertente, un’icona per generazioni che da qualche tempo ha anche un giorno dedicato, il 20 marzo, Girella Day che impazza sui social. Ma prima ancora, negli anni ’60, c’è stata la Ferrero e c’è stato il baby boom, e le rivoluzioni culturali, le lotte per diritti civili, il rock e quell’inspiegabile sensazione che tutto fosse possibile. E ci sono state la Fiesta con quel suo particolare aroma all’arancia, e la Brioss dal profumo semplice e delicato. Nel ’64 arriva la diva di casa Ferrero: la Nutella. La crema che ha conquistato palati di ogni età, inimitabile e inimitata: e pensare che l’antenato della spalmabile più famosa di tutte era nato per sopperire alla mancanza di cacao dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Anni ’80, le Merende del Mulino e il mito del Soldino

È il tempo dell’ottimismo e del dinamismo, della celebrazione della velocità, forse anche dell’ostentazione. Sono gli anni del freezer, delle pennette alla vodka, dell’acqua brillante che è “solo Recoaro”, Loredana Bertè canta “Non sono una signora” e intanto l’Italia vince i mondiali. Sono i favolosi anni ’80, che per tutti i figli di quest’epoca passeranno alla storia come l’era del Soldino. Dopo le prime confezioni di biscotti lanciate con successo nel ’75 e raccontate nel Carosello della Rai, il 1980 segna la nascita de Le Merende del Mulino, con brioche, bomboloni e cornetti confezionati. Il brand si conquista lo spazio televisivo pomeridiano riservato ai bambini, dalla creatività dell’illustratrice Grazia Nidasio nasce il Piccolo Mugnaio Bianco, arrivano le sorprese, il Tegolino e a fine decennio anche l’iconica radio a forma di mulino, ricordo d’infanzia di ogni Millenial.

Gli anni ’90, i plumcake e le merendine da frigorifero

Dai disegni colorati alla famiglia vera, quella che sogna di vivere in una casa nel verde. Il muro di Berlino è crollato ma al nuovo Millennio manca ancora un po’: in questo limbo culturale, intanto, la vita prosegue. Sono gli anni ’90, cerniera tra due epoche, l’era dei Nirvana e delle boy band, di Non è la Rai e del Tamagotchi, della televisione commerciale che continua la sua corsa iniziata nel decennio precedente. Marchesi ha già conquistato le Tre Stelle, Slow Food è nato da qualche anno, l’estate si canta “Notti Magiche” e Motta colpisce ancora con il gelato simbolo di quegli anni, promosso da Stefano Accorsi con il suo du gust is megl che uan. E mentre il Maxibon conquista i frigoriferi dei bar, nelle dispense arriva il PlumCake allo yogurt della Mulino Bianco, seguito nel ’96 dai Flauti. Non sostituiscono lo Yo-Yo e la Girella Motta, ma li affiancano posizionandosi tra le merendine preferite dei bimbi di quegli anni. Intanto, però, cresce anche l’attenzione ai corpi, all’immagine, al salutismo: tutto diventa light – dal Philadelphia alla Coca Cola – e anche il mondo degli snack offre prodotti più salutari come le Camille, le morbide tortine di carote e mandorle. Ma questi sono, soprattutto, gli anni delle merendine refrigerate: il Kinder Fetta al Latte (’91), il Kinder Pinguì (’93) e la Kinder Paradiso (’94), un modo ingegnoso per offrire un’alternativa golosa anche nei mesi più caldi.

Anni 2000, il salutismo e il successo intramontabile delle merendine

Col nuovo millennio tutto cambia, o almeno così sembrerebbe. La tendenza al salutismo si fortifica, le porzioni si fanno più piccole, grassi saturi e zuccheri si riducono, così anche l’apporto calorico: arrivano merendine dalle sembianze più sane, con frutti rossi disidratati e l’aggiunta di yogurt, ma il mito degli snack non tramonta. Secondo un’analisi di Circana, nel 2022 la vendita di merendina ha toccato a valore circa 1.3 miliardi di euro (il 29% del totale dei Prodotti da Forno e Cereali), con una crescita del +2% rispetto all’anno precedente. Merendine in tranci e cornetti sono tra i preferiti degli italiani, seguiti dai plumcake, le tortine e le crostatine: “Se siamo qui a celebrare i 70 anni delle merendine significa che questo prodotto è stato capace nel tempo di conquistare l’apprezzamento di diverse generazioni”, ha affermato Luca Ragaglini, Vice Direttore di Unione Italiana Food. La scelta sul mercato è ampia, dai primi anni 2000 sono arrivati anche spuntini di ispirazione internazionale come i muffin, a cui hanno fatto seguito waffles e pancakes confezionati. Alcuni prodotti cult del passato non si trovano più – il Soldino, per esempio, che puntando tutto su un’operazione nostalgia riuscitissima, nel 2021 è tornato in edizione limitata – e le opzioni per esigenze alimentari specifiche, dal gluten free al vegan, sono in continuo aumento.

Ne è passato di tempo da quel Mottino, ma le merendine contraddistinguono ancora i pomeriggi dell’infanzia, forse per la praticità o magari anche per quel gusto tutto industriale a cui neanche i palati più esigenti sembrano essere immuni… lo stesso che da 70 anni continua a centrare il suo obiettivo. Per tutti i giorni e tutte le ore.

a cura di Michela Becchi

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