SudEst 1401 a Venezia. Il nuovo ristorante balcanico-siciliano per gli immigrati

24 Mag 2018, 13:30 | a cura di

Non c'è da stupirsi se oggi Hamed Ahmadi concorre per il premio di miglior imprenditore straniero in Italia. Approdato nella Penisola nel 2008, l'ex rifugiato è oggi alla guida di una serie di ristoranti etnico-solidali a Venezia che offrono lavoro agli immigrati ed ai rifugiati. E ora presenta un nuovo progetto, curato dal socio Alì Rezai: SudEst 1401, ristorante balcanico-siciliano fondato sulle contaminazioni culturali.

 

Hamed Ahmadi, da rifugiato a ristoratore

Un piccolo ristorante con gastronomia in zona Cannaregio, pensato per raccontare l'esperienza di un viaggio in Medio Oriente, al fianco di ragazzi pakistani, afghani e iraniani, sulla rotta dei migranti dei tempi moderni, non troppo distante da quella ben più fortunata dell'Orient Express di letteraria memoria. Erano queste le basi con cui, nel 2012, nasceva l'Orient Experience, la creatura del regista e rifugiato politico afghano Hamed Ahmadi, arrivato nel 2006 a Venezia per presentare un documentario alla Mostra del Cinema del Lido, e adottato poi dall'Italia per otto mesi dapprima in un centro d'accoglienza e poi come giardiniere del Guggenheim. Poi il salto nella ristorazione. Orient Experience fu il primo locale di un progetto di imprenditoria ben più ampio, incentrato sul cibo come frutto di contaminazione culturale - l'Iraq che incontra la cucina greca, la tradizione turca che sposa influenze afghane, in un tripudio di kofte, dolma, tzaziki, moussaka, falafel – grazie a un personale d'eccezione formato da giovani immigrati amanti della cucina e portatori di ricette originali.

Africa Experience

Dopo questa prima esperienza, è stata la volta dell'Orient Experience II, nel sestiere Dorsoduro a Campo Santa Margherita, gastronomia ma anche ristorante a tutti gli effetti, ancora in chiave etnico-solidale, e poi di nuovo, a fine 2015, l'Africa Experience in Calle Lunga San Barnaba, non lontano da Santa Margherita, uno spazio di 120 metri quadri dove poter assaggiare il meglio della cucina africana ma, come sempre, con contaminazioni straniere. Un progetto che ancora una volta offre opportunità di lavoro per gli immigrati ospiti dei centri d'accoglienza della zona, con un occhio di riguardo per le donne. “Vorrei che questa idea venisse esportata in tutta Italia. I governi e le istituzioni dovrebbero spingere le persone a ragionare sull’immigrazione anziché giocare sulla paura dello sconosciuto. Oggi si dice che gli stranieri siano mantenuti dalla collettività e domani che ci rubano il lavoro. L’immigrazione è sempre esistita e non dovrebbe essere trattata in termini politici bensì economici”. Questo era l'augurio di Hamed rilasciato al Fatto Quotidiano poco prima dell'inaugurazione. Una speranza che oggi si è concretizzata con successo.

La terza apertura: Sud Est

Diversi, infatti, i progetti sviluppati negli ultimi anni in Italia e nel resto del mondo a sostegno dei migranti (si pensi a In Cammino, catering migrante nato a Roma e gestito da rifugiati e richiedenti asilo, oppure ad Altrove, costola aziendale della onlus Cies che coinvolge rifugiati, minori non accompagnati e giovani che hanno trascorsi difficili, o ancora Refugee Masterchef, concorso di cucina dedicato ai rifugiati a Venezia). Perché il cibo è prima di tutto condivisione, e quando diventa protagonista di iniziative solidali come queste, allora può trasformarsi in una chiave di volta privilegiata per arrivare al cuore di tutti. E lo dimostra ancora una volta il gruppo di Hamed (che oggi conta 17 soci e 65 dipendenti), in particolare il suo socio e amico di sempre Alì Rezai, afghano cresciuto in Iran, fuggito prima in Turchia, poi in Grecia, per approdare in Italia ancora minorenne nel 2008. In principio dipendente all'Orient Experience II, Alì è diventato ben presto socio alla pari di Hamed, contribuendo in modo significativo alla crescita del progetto. È proprio lui a occuparsi della gestione di SudEst 1401, neonato ristorante che ha inaugurato ieri, 23 maggio 2018, all'interno del palazzo di una grande fondazione privata (ma c'è anche l'accesso riservato).

 

SudEst

La cucina balcanica-siciliana

Formula che vince non si cambia, ma con nuove suggestioni: cuore pulsante di questa nuova insegna restano le contaminazioni culturali, ma stavolta in chiave balcanica-siciliana, per un mix di sapori, profumi e gusti tutto da scoprire. Con un menu che cambia di continuo, assecondando il ritmo delle stagioni ma soprattutto l'estro dei cuochi (un team insolito composto da una chef siciliana e una ucraina), SudEst si propone di presentare piatti sempre diversi, frutto dell'unione di due culture gastronomiche antiche. “L'idea del ristorante nasce dalla voglia di creare qualcosa di diverso dall'Orient e l'Africa Experience, sempre con una carta a metà fra la tradizione italiana e quella etnica, ma stavolta incentrata sulla Penisola Balcanica”, spiega Alì. Albania, Macedonia, Serbia, Turchia, Romania, Grecia, Croazia: tante le tavole straniere da scoprire nel nuovo locale, uno spazio polifunzionale aperto da mattina a sera in cui poter provare piatti e prodotti diversi declinati in tante sfumature, dal dolce al salato. Si comincia, infatti, dalla prima colazione, con specialità venete, “qualche torta dolce, ma soprattutto salata”, e tante prelibatezze ispirate alle cucine balcaniche, per finire poi con la cena, con menu originali da abbinare a una carta dei vini focalizzata sulle etichette della Sicilia. Un'atmosfera multietnica che si respira a pieno in tutto l'ambiente – composto da una sala interna, l'angolo bar e un giardino esterno con posti a sedere “molto particolare, ma per ora non svelo altro” - grazie al team d'eccezione che raduna giovani da ogni dove, italiani ma anche albanesi, ucraini, kosovari. Per una ristorazione d'impresa che non smette mai di stupire.

SudEst 1401 – Venezia – Palazzo delle Zattere, V-A-C Foundation

a cura di Michela Becchi

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