Tenute SalvaTerra e Gambero Rosso lanciano una giornata per ripensare al mondo del vino in modo visionario

5 Gen 2018, 09:30 | a cura di

Il territorio della Valpolicella è protagonista del progetto di valorizzazione e comunicazione promosso dalle tenute SalvaTerra in collaborazione con Gambero Rosso, che, il prossimo 18 maggio, si incontreranno a San Pietro in Cariano per riflettere insieme ai “visionari” del vino.  


Promuovere il vino e la terra

Nomen omen. Così, quella delle tenute SalvaTerra è diventata quasi una missione: promuovere il territorio della Valpolicella nel rispetto dell'ambiente e del suo forte legame con il vino. Su questo fil rouge è nato il progetto della Giornata SalvaTerra, in collaborazione con il Gambero Rosso, la cui prima edizione è stata programmata per il 18 maggio 2018, a San Pietro in Cariano (Verona).

"Vorremmo che fosse un'occasione per sviluppare una nuova visione del mondo del vino" spiega l'ad di Tenute Salvaterra Paolo Fontana "Di solito si tratta di un mondo molto tradizionalista, ingessato e autoreferenziale. La nostra visione, invece, è diversa. Pensiamo a un discorso più ampio che possa coinvolgere un target di persone variegato, i cosiddetti 'visionari', per un confronto su diversi temi, che spaziano dalla sostenibilità al concetto di tempo. È un progetto in cui crediamo molto, per questo vorremmo che diventasse un appuntamento annuale, da replicare ogni terzo venerdì di maggio. Presto verranno annunciati i nomi – tra cui grandi chef, giornalisti, imprenditori – che prenderanno parte alla giornata. Una giornata divisa in due parti: di mattina il momento della provocazione, di pomeriggio quello della sedimentazione, in una tavola rotonda in cui riflettere sugli input innescati".

 

Come superare la vecchia narrativa del vino?

Il comitato scientifico dell'evento è composto da Marco Sabellico (Gambero Rosso), Giacomo Mojoli (docente universitario), Marco Gualtieri (Seeds & Chips), Paolo Fontana (ad Tenute SalvaTerra) e Licia Granello (La Repubblica). Ed è proprio quest'ultima a spiegarci più nel dettaglio cosa bolle in pentola: "L'idea è superare la vecchia narrativa del vino, dove ognuno legge la propria noiosa relazione e torna al suo posto. Puntiamo, invece, a incontri-confronti di 30 minuti su temi specifici, analizzati da più punti di vista. Quello economico, quello filosofico, artistico e così via". Otto interventi per otto persone suddivise in 4 gruppi per affrontare 4 diversi temi. Alla fine ci sarò anche un premio, che andrà all'idea più visionaria.

Intanto, aspettando il 18 maggio, è stato lanciato lo speciale TV Tenute SalvaTerra - l’Essenza del Territorio, condotto da Marco Sabellico e visibile su Gambero Rosso Channel (prossime repliche sabato 30 dicembre alle ore 17.30 e domenica 31 dicembre alle ore 16.30). È la storia di una grande passione per il territorio e dell'incontro fortunato tra un gruppo di imprenditori, guidati dal piemontese Paolo Fontana, e la famiglia veneta Furia (che tutt'ora detiene il 30% delle quote), avvenuto quattro anni fa, che ha portato al progetto di rilancio dei vini.

 

SalvaTerra

Oggi la galassia SalvaTerra abbraccia 657 ettari di terreni e ben 8 tenute dislocate in alcune delle aree più vocate del Veneto, dal Lago di Garda ai Colli Euganei, passando per la Valpolicella: Villa Giona, Tenuta di Mezzane, Cazzano di Tramigna, Tenuta di Montorio, Tenuta di SanMartino Buonalbergo, Tenuta di Oliosi, Tenuta di Vescovana e Tenuta di Prun, che comprende le spettacolari cave di marmo, utilizzate anche per la costruzione dell'Arena di Verona.

"La scelta di puntare sul Veneto" racconta Fontana (piemontese doc, con un passato da manager in Gancia) "è nata da una semplice constatazione: il Veneto è la prima regione vitivinicola italiana, con la percentuale export più alta e con tre eccellenze vitivinicole che tutto il mondo ci invidia: vini della Valpolicella, Prosecco e Pinot Grigio". A seguire la parte enologica è stato chiamato un altro piemontese di razza: Beppe Caviola, il re Mida del nebbiolo. La prossima sfida dell'azienda, adesso, si chiama sostenibilità. È già in corso un processo di conversione che, dovrebbe nel giro di qualche anno, portare alla certificazione biologica e al compimento di quel progetto già racchiuso nel nome SalvaTerra.

 

a cura di Loredana Sottile

 

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