The Sifter. Il database online sulla storia del cibo raccolto in oltre 50 anni di ricerche

31 Ago 2020, 15:58 | a cura di
The Sifter è il coronamento di un impegno avviato negli anni Sessanta da Barbara Ketcham Wheaton, oggi quasi novantenne. Ed è ora online, fruibile in modo gratuito e aperto al contributo di utenti da tutto il mondo. Ecco a cosa serve, e perché è importante per ricostruire la storia del cibo.

The Sifter. L’idea

Uno strumento per esplorare la storia del cibo. Così si qualifica il sito web The Sifter, che ha recentemente esordito online, mettendo a disposizione degli utenti un database liberamente consultabile di cinquemila testi che hanno fatto – o registrato – la storia della cucina. Cinquemila libri antichi catalogati in oltre cinquant’anni di lavoro dalla studiosa americana Barbara Ketcham Wheaton, classe 1931, che oggi supervisiona la collezione gastronomica della biblioteca dell’Università di Radcliffe. Le ricerche, coadiuvate da un gruppo di studenti che hanno agevolato la digitalizzazione di tutti i contenuti e la pubblicazione di una “enciclopedia” online della storia della gastronomia non dissimile - per organizzazione e modalità di fruizione – a Wikipedia, arretrano nel tempo fino a mille anni fa (anche se la maggior parte dei testi datano dal Settecento in poi), spaziando dall’Europa all’Asia, alle Americhe.

Natura morta con frutta e molluschi

The Sifter: un database aperto a tutti

Ma gli stessi utenti, previa registrazione, possono contribuire ad ampliare la collezione – che in parte poggia anche sui libri di cucina raccolti dalla celebre Julia Child, vicina di casa della Wheaton, negli anni Sessanta, a Cambridge – segnalando fonti non censite. “The Sifter” spiega l’introduzione al database “è uno strumento concepito per aiutare a trovare, identificare e confrontare fonti storiche e contemporanee sul cibo e argomenti correlati. Come Wikipedia sarà popolato dagli utenti, che potranno inserire dati in oltre 150 sistemi di scrittura (persino in Sanscrito, o in Urdu, ndr)”. E i dati saranno consultabili in inglese, ma anche nella lingua originale degli scritti di riferimento. Al momento la collezione include molti ricettari, ma anche testi di approfondimento antropologico, storico e sociale legati al mondo gastronomico. L’obiettivo è quello di ricostruire la storia di ingredienti, tecniche di cucina, tendenze gastronomiche, mettendo insieme i pezzi di un percorso spesso frammentario, grazie al contributo di fonti reperite in tutto il mondo: quando e dove si è iniziato a utilizzare lo zafferano in cucina? Chi ha “inventato” la cottura al barbecue? Qual era l’etichetta a tavola nella Francia del Settecento? Cosa non poteva mancare nella dispensa di una massaia all’inizio del XX secolo? E quali alimenti hanno continuato a essere popolari fin quando non è intervenuto qualche tabù religioso o sociale a farli sparire dalla tavola?

Una famiglia asiatica mangia a una tavola popolare, in strada

Come si usa The Sifter

Per questo, tra i documenti censiti, compaiono anche testi di medicina, architettura, agraria, cronache, novelle, letteratura di viaggio, poesie. La grafica è essenziale e volutamente ai limiti dell’old style; la ricerca avviene per parole chiave o per categorie e filtri forniti dal database, che delimitano il raggio d’azione (per esempio, si può avviare l’esplorazione a partire da un ingrediente). Occorre però precisare che non si tratta di una biblioteca storica digitale, come potrebbe essere, per restare in tema, la collezione di letteratura gastronomica dell’Academia Barilla, resa in parte fruibile online. The Sifter è un database nel senso più puro del termine: alla chiave di ricerca corrisponderà una lista di risultati, ordinati in tabella, con i riferimenti per titolo, autore, anno di pubblicazione ed eventuali note di rilievo. Incrociare i dati spetterà poi allo studioso di turno, secondo esigenze (non a caso chi l’ha ideato definisce The Sifter un coltellino svizzero multiuso, per la versatilità delle opzioni che offre). Proprio alla Wheaton, laureata in storia dell’arte, si deve infatti il merito di aver applicato ai libri di cucina e gastronomia il metodo analitico utilizzato dalla ricerca in altre discipline, già a partire dagli anni Sessanta. Al momento del rilascio, nel mese di luglio, il database ha esordito con 130mila voci.

www.thesifter.org

a cura di Livia Montagnoli

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