Un crowdfunding per salvare il mulino. Nella Calabria virtuosa dell’Orto di Famiglia

7 Mar 2016, 10:30 | a cura di

All’iniziativa del giovane Stefano Caccavari ha aderito anche Gabriele Bonci, e con lui migliaia di persone che hanno apprezzato la storia di questa comunità calabrese, dove in futuro sorgerà un mulino con forno, per la produzione di farina e pane.


Orto fai da te

Orti in terrazzo, giardini verticali, frutta e verdura bio a domicilio. Oggi che l’alimentazione naturale, meglio se a km 0, fa tendenza, l’occasione per dimostrare di avere il pollice verde e rivendicare l’appartenenza al gruppo dei consumatori buoni, puliti e giusti non si nega a nessuno. Ma la storia degli orti in affitto di San Floro, piccolo comune calabrese in provincia di Catanzaro, nasconde ben altri intenti, balzati agli onori della cronaca l’estate scorsa, quando l’azienda agricola della famiglia Caccavari (alla guida del progetto un giovanissimo di 26 anni, Stefano, con un passato nella Silicon Valley) è riuscita a strappare terreno – nel senso letterale del termine – alla più grande discarica d’Europa. O per meglio dire al progetto di quello che avrebbe dovuto essere un imponente ecomostro per rifiuti solidi realizzato su 140 ettari tra Catanzaro e Lamezia Terme.

Il caso calabrese. San Floro: l’orto che vince sulla discarica

Lì dove oggi è in piena attività – da quasi due anni – l’Orto di Famiglia, non una ma tante, con un centinaio di affittuari che possono disporre di 80 metri quadri di appezzamento ciascuno, seminati, vangati, coltivati da Stefano e dalla sua squadra secondo i desideri dei singoli (ognuno può scegliere cosa piantare e personalmente recarsi nel campo per monitorare i progressi e aiutare nelle operazioni). L’idea dell’orto in affitto, nato per garantire un approvvigionamento di prodotti sani e certificati a chi preferisce il fai da te ma di tempo a disposizione ne ha poco, non è nuova. A San Floro però, questi 4 ettari coltivati a fichi e grano, melanzane e pomodori, ha scongiurato l’insediamento dell’isola ecologica di Battaglina e consolidato il senso di comunità, e oggi attira turismo, porta ricchezza, contribuisce allo sviluppo di pratiche agricole innovative, perché la tradizione va custodita, ma il progresso tecnologico sarà la base per i successi futuri. Tra i progetti in cantiere, già l’estate scorsa Stefano puntava sulla produzione di farina da grano Senatore Cappelli, appoggiandosi al mulino di Santa Severina, in provincia di Crotone.

Un mulino ai tempi di Facebook. Il crowdfunding

A qualche mese di distanza, però, il sogno di Stefano può contare su ben altre (concrete) prospettive, grazie all’ennesima trovata di un giovane che vuole riabilitare la sua terra restituendo slancio al mestiere più antico, quello dell’agricoltore. L’iniziativa è stata ribattezzata Mulinum e ha coinvolto la comunità di Facebook per contribuire all’acquisto di un mulino a pietra con due vecchie macine a San Severino, l’ultimo nel suo genere della Calabria. Obiettivo prefissato: 30mila euro, la quota da raggiungere per acquistare il mulino e renderlo operativo, magari affiancandogli un forno per la produzione di pane. E il passaparola, si sa, fa miracoli. Nel frattempo l’obiettivo da acquistare è cambiato – ora si tratta di ristrutturare alcune vecchie macine nella Valle di San Floro – ma la comunità virtuale si è appassionata alla vicenda: e allora anche quando la posta sale a 200mila i finanziatori si moltiplicano e aderiscono al crowdfunding. Mentre la quota 100mila euro è già stata superata, al gruppo di lavoro si è unito anche Gabriele Bonci, e molto altre personalità del settore sostengono la causa. In attesa che il mulino di San Floro entri in azione.

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