Un orto planetario a Piazza Castello. Il progetto di Milano per raccogliere l’eredità di Expo

6 Dic 2016, 17:00 | a cura di

Potrebbe spuntare presto in una delle piazze simbolo del capoluogo lombardo l’orto planetario che sviluppa il progetto promosso dalla Triennale l'estate scorsa. In piazza tremila metri quadri di terreno coltivato con le specie commestibili più disparate, in omaggio alla biodiversità. Si cercano fondi privati. 


Un orto per Milano. Il progetto negli anni

Di orto planetario a Milano si sente parlare già da un po’. Era il 2010, l’appuntamento con Expo ancora lontano, quando si cominciava a profilare quella che sarebbe stata la cittadella di Rho. Allora fu Stefano Boeri a prospettare per la prima volta la possibilità che il sito designato per l’Esposizione Universale potesse trasformarsi, trascorsi i sei mesi di rappresentanza, in un grande orto botanico planetario, per portare a Milano tutte le tipologie di coltivazioni più avanzate: “qualcosa di unico e innovativo” lo definiva all’epoca l’archistar. Com’è andata a finire oggi lo sappiamo tutti: dove fino a poco più di un anno fa sfilavano avanti e indietro i visitatori arrivati per prendere parte al grande evento internazionale, ora si attende di cominciare a realizzare un nuovo ambizioso progetto, che vedrà il coinvolgimento delle istituzioni e ingenti stanziamenti per la definizione di un futuristico polo di ricerca. E l’orto planetario, che fine ha fatto? Niente paura. La scorsa estate il progetto è stato preso in carico dalla Triennale di Milano, che ha allestito un orto temporaneo nell'area di Rho per il progetto City after the City, in occasione dell'Esposizione Internazionale Design after Design; ora, di comune accordo con Palazzo Marino, la Fondazione ha individuato una nuova area deputata a ospitare questo polmone verde orientato alle coltivazioni commestibili.

L'orto planetario di piazza Castello. In cerca di investimenti

E, ironia della sorte, lo spazio che presto potrebbe veder tornare in auge l’idea dell’orto planetario è un luogo simbolo del capoluogo lombardo, in pieno centro città: piazza Castello. Dopo la demolizione degli Expo Gate di Alessandro Scondurro, infatti, la grande area prospiciente il castello Sforzesco è rimasta in attesa di scoprire quali piani urbanistici si profilino all’orizzonte, mentre i residenti già lamentano il degrado del cantiere che presidia la piazza in vista di sviluppi futuri. E allora le speranze potrebbero essere riposte nel bando internazionale promosso dal Comune che ha già raccolto l’adesione di 60 candidati desiderosi di far vivere ancora una volta – ma in modo permanente – l’installazione realizzata dalla Triennale. Il concorso, in realtà, si propone di trovare un progetto finalizzato al riassetto urbanistico dell’area, che ridisegni l’anima di piazza Castello con panchine ed elementi di arredo urbano in dialogo con l’orto. E la commissione aggiudicatrice ha già scremato le proposte ricevute, selezionando i dieci candidati più convincenti; entro il 31 gennaio 2017 il numero dei concorrenti subirà un’ulteriore scrematura, con l’annuncio dei tre finalisti. Ora però lo scoglio da superare riguarda l’ingente finanziamento necessario a completare il progetto: 12 milioni come tetto massimo di spesa, di cui almeno 100mila in attesa di un mecenate privato che sia disposto a sponsorizzare l’iniziativa.

Estetica e biodiversità

Ma come sarà, quando e se prenderà forma, l’orto planetario di Piazza Castello? Ad anticiparne per grandi linee il modello è stato nei giorni scorsi l’assessore all’urbanistica Pierfrancesco Maran: tremila metri quadri allestiti con decine di piante commestibili diverse, in continuità con le tematiche di Expo nel segno della sostenibilità e della biodiversità alimentare. Come del resto sottolineava nei mesi scorsi il suo ideatore, Pierluigi Nicolin, facendo appello anche al valore qualificante del progetto:“Non abbiamo improvvisato una teoria ecologista, ma abbiamo cercato di fare dell'estetica dell'orto l'estetica del giardino. In giro per il mondo c'è un movimento mondiale importantissimo sull'orto urbano che pretende di cambiare l'idea della città, alimentando estetica e sopravvivenza”. E piazza Castello potrebbe giovarne presto. 

 

a cura di Livia Montagnoli

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