Valoritalia, nel 2012 certificate oltre 1,2 miliardi di bottiglie di vino Doc, Docg e Igt

5 Dic 2013, 16:00 | a cura di
Il maggiore organismo di controllo del settore presenta i dati del terzo anno di attività con un quadro più completo sulle Igp e i primi vini biologici. Certificati 9,1 milioni di ettolitri. Pelissetti: "Rispetto al passato abbiamo un quadro più preciso della produzione e degli imbottigliamenti"

Sono state oltre 1,2 miliardi le bottiglie di vino controllate da Valoritalia, il maggiore ente di certificazione del settore sotto il cui ombrello ricadono 176 denominazioni (131 Doc e 45 Docg) corrispondenti al 60% della produzione italiana a denominazione, a cui si aggiungono i controlli su 41 vini Igp. Assieme alle certificazioni rilasciate per la prima volta anche a vini bio, Valoritalia ha certificato 9.181.761 ettolitri di vino imbottigliato, pari a 1.224.234.800 di bottiglie da 0,75 litri. I dati, illustrati a Roma, dicono anche che nei dieci mesi di attività del 2013 sono stati prelevati oltre 36.500 campioni, pari a 6,1 milioni di ettolitri. "Rispetto a qualche anno fa possiamo comprendere quanto realmente accade sul piano produttivo, nell’intervallo spazio-temporale che intercorre tra la vendemmia e la bottiglia stappata a tavola" ha detto Ezio Pelissetti, consigliere delegato di Valoritalia "per esempio, non tutti sanno che della produzione iniziale soltanto il 50% viene trasferito in bottiglia e che, per quanto ci riguarda, la percentuale dell’impatto del vino di qualità sul fatturato viene misurata sull’imbottigliato". "Quello del vino" ha spiegato Pietro Bonato, direttore di Csqa certificazioni (che compone l'assetto societario di Valoritalia assieme a Federdoc e Uiv) "è l’unico settore italiano che tiene ma che si presta, per sua natura, più di tanti altri prodotti agroalimentari, alla sofisticazione. Su questo piano, l’attività del controllore risulta essere a favore tanto del produttore quanto del consumatore".
I primi dati del comparto Igp (dominato da Pinot Grigio, Lambrusco, Merlot e Sangiovese) dicono che c'è ancora da lavorare visto che le attività di controllo incontrano ancora ostacoli a causa di un catasto viticolo non ancora aggiornato in tutte le regioni italiane. Più facile il discorso per le Dop: "siamo davanti ai vini più garantiti al mondo" afferma Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc, "per i quali, partita per partita, siamo in grado di verificare la conformità rispetto al disciplinare. Non a caso è stato calcolato che nel 2014 una persona su sette nel mondo stapperà una bottiglia certificata da Valoritalia". "A livello Europeo" secondo Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini, "si è da poco raggiunto un importante traguardo per quanto riguarda il futuro del settore vitivinicolo".
Infatti, grazie all’accordo raggiunto tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo sulla futura Pac saranno reintrodotte, nel nuovo Regolamento Ocm unica, forme di gestione del potenziale viticolo. Si è passati quindi da una Ocm che introduceva la totale liberalizzazione dei nuovi impianti di vigneto a un nuovo regime che cercherà di mantenere strumenti di controllo della produzione, garantendo in questo modo qualità e remuneratività della vitivinicoltura, a tutto vantaggio dei produttori e dei consumatori".
Infine, per quanto riguarda il biologico, Valoritalia dovrà lavorare in modo attento sul fronte della metodologia applicata, visto che, come ha ricordato ancora Pelissetti "esistono moltissime aziende che si lanciano su questi mercati redditizi e di tendenza per fini prettamente economici più che etici, venendo meno alla filosofia che dovrebbe guidare questo tipo di produzione".

www.valoritalia.it
www.federdoc.it
www.uiv.it
www.csqa.it

A cura di Gianluca Atzeni

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