Verbania da bere e mangiare: la miniguida della città piemontese

11 Nov 2022, 14:28 | a cura di
Meta ideale per fughe da Milano e Torino, Verbania, conosciuta anche come città giardino, è un paradiso naturalistico e architettonico incastonato tra specchi d’acqua e alpeggi. Ecco gli indirizzi dove andare a mangiare e bere a Verbania.

Verbania, signora delle camelie

Oltre 100.000 tra piante e bulbose in fiore in 16 ettari di parco botanico: Villa Taranto è uno dei gioielli della cosiddetta “città giardino”, sede nel 2023 del congresso mondiale dell’International Camellia Society. Meta prediletta e “facile” per fughe da Milano, Torino, Varese, è un paradiso naturalistico e architettonico incastonato tra specchi d’acqua e alpeggi. Dove, dribblando tra le trappole per turisti, si pescano artigiani illuminati, osterie sincere e tavole d’autore a misura di ogni viaggio e portafoglio.

Mangiare e bere a Verbania

 

Caffè delle Rose Bistrot

Bistrot. Affascinante nel suo stile rétro, con arredi Liberty, quadri alle pareti, oggetti d’epoca, assicura una sosta di classe e rilassata insieme. Si viene a pranzo o dalle 18 in poi per aperitivo o cena, volendo si mangia alla chef’s table o si prenota per eventi e occasioni particolari. In tavola? Calamaro arrostito, verdurine croccanti e crema di peperoni affumicati, riso Acquerello con cime di rapa, robiola e trota affumicata, polpo alla brace, crema di patate al wasabi, porri, uvetta e mandorle tostate. Carta vini curata, anche negli abbinamenti.

La Casera

Pausa Gourmet. Rilevata la bottega di famiglia, Eros Buratti, ricercatore del meglio in tutta Europa, intraprendente ma soprattutto provetto affinatore, ha via via ampliato l’offerta fino a creare un polo gourmet a tutto tondo. Oltre a una spesa a 5 stelle, si mangia e si beve alla grande: crostino con prosciutto cotto, raclette e carciofi alla giudia, panino con toma e pesto di pistacchi, oltre a degustazioni “guidate” di formaggi di varie origini e stagionature.

EdÈNatura

Un posto multitasking: shop, caffetteria, luogo di incontri culturali, scuola di formazione, bistrot veg. Tutto all’insegna del bio e della sostenibilità, in stretta sinergia con piccoli produttori locali: orzo agli spinaci e menta fresca, rösti di patate con maionese di soia e verdure, pizze e ”panuozzi” artigianali, per esempio con seitan burger, cuore di bue, insalatina e vegmaio, frullati di frutta fresca homemade.

Estremadura Cafè

Cocktail Bar. Mixology d’avanguardia, sartoriale, soprattutto di contenuto. Cinzia Ferro, pluripremiata barlady - ma lei si definisce oste - di questo piccolo polo culturale (è anche galleria d’arte e sede di eventi) con dehors e bottigliera delle meraviglie, punta su territorio, freschezza, personalità. Non a caso nei suoi mix trovano spazio etichette blasonate e giovani realtà, e ogni drink - sempre diversi su una base di 400 ricette - è una storia frutto di un’ispirazione del momento come dell’empatia con il cliente.

Gattabuia Ristorante Sociale

Ristorante. Un progetto di reintegrazione sociale e professionale di persone con problemi di giustizia attraverso formazione, incontri, una cucina buona e concreta che guarda all’Italia e al mondo. Menu lunch a prezzo fisso (fusilli con verdure, cotoletta in carpione), mentre la sera si viaggia tra un “maccu” di fave con cicoria e un’orata alla marocchina, e nel fine settimana spuntano fuori pizze leggere e non banali. Il tutto in un luogo moderno e pieno di luce, nel cuore di Villa Olimpia.

Ittico Fish Bar

Bistrot. Una bolla giusta e una manciata di ostriche appollaiati sulla banchina di uno storico cantiere nautico, con vista e atmosfera da sogno. Da Ittico, concezione internazionale e menu marino e lacustre con qualche piattino più estroso, la suggestione è assicurata. I crudi la fanno da padroni (in purezza o “pensati” come il calamaro, caviale di trota, polenta al nero), ma non mancano cose come il persico fritto “alla milanese” o l’hot dog di totano con salsa mediterranea e patatine fritte.

La Latteria

Ristorante. Gli gnocchi di patate al Castelmagno in cialda di grana, il cuscus di pesce, il fritto misto sono alcuni dei must della casa, ma il menu varia spesso, è stagionale e brioso, anche nella presentazione dei piatti. Si mangia e si sta bene nel locale di Monica e Sam, che conta su una sala moderna e d’atmosfera e su un plateatico in piazza molto piacevole nella bella stagione. Completa il tutto una cantina curata come il resto.

Antica Osteria Il Monte Rosso

Ristorante. Una chicca sul lungolago, nato nel 1854 e risorto sotto la nuova gestione dell’eclettica Cinzia Ferro dell’Estremadura Cafè (vedi scheda). La terrazza al primo piano e il plateatico sotto sono due gioielli, la sala un mix fra dettagli d’epoca e tocchi contemporanei. La cucina è a vista, il menu stimolante, vedi il vitello tonnato piemontese con la sua salsa e il filetto e la pancia di maiale alla mela verde. In più, salumi e formaggi del territorio, e due percorsi a 55 e 70 euro. Certificazione AIC e ricca cantina (è anche enoteca) su iPad.

Osteria degli Specchi

Trattoria. È il sottotitolo di un’insegna semplice e senza pretese, ma allo stesso tempo intima e in posizione tranquilla. Tavoli in legno scuro, runner al posto delle tovaglie, tavoli estivi in un cortile porticato e una cucina di tradizione italiana casereccia e gustosa: gnocchi fatti in casa alla boscaiola, brasato con polenta, strudel, taglieri e piatti secondo estro dello chef. Tutto espresso, per una sosta senza fretta. Cantina in linea e servizio empatico. D’inverno, il venerdì sera è dedicato alla raclette.

La Pesa

Gastronomia d’elite. “Si mangia, si beve, si fa la spesa”: tutto chiaro, no? Per comprare, mangiare un boccone, farsi una cultura norcina e casearia, questo è il posto giusto. Drogheria fornitissima in primis, con selezioni di salumi e formaggi di pregio e specialità enogastronomiche di ogni genere, vini inclusi. E ritrovo informale dove assaggiare tutto il bendidio che sta al bancone, anche nei panini.

Il Portale

Ristorante. Max Celeste, rodato conduttore della cucina, ha esperienza da vendere. E lo fa in un menu che passa dagli scampi con peperoni, alghe e riccio di mare, ai plin di coda di bue “un po’ Piemonte, un po’ Giappone”, dal trancio di pescato alla mediterranea fino a dessert come “anche la patata è dolce”. Le sorprese non mancano, la vista lago neanche. Idem per la cantina, a disposizione pure per l’aperitivo in giardino dalle 18 in poi.

Trattoria della Stella

Trattoria. Col suo pergolato di kiwi e “rose giganti”, è un approdo che nella semplicità di una proposta “domestica” e classica, regala soste piacevoli e appaganti. Titolare e consorte sono rispettivamente squisito padrone di casa e cuoca provetta, mentre la carta, concentrata, offre salumi e formaggi e primi e secondi caserecci e in porzioni generose, a prezzi umani. Da accompagnare con vini locali in una sala - se la stagione non consente di stare all’aperto - dove ci si sente subito a casa.

Fughe romantiche sulle isole Borromee

Isola Bella

Il Fornello Bottega con Cucina

Bistrot. In centro ma tranquillo, con vista lago, in quelle che erano le case dei pescatori, è un ristoro piacevole e senza inganni. Materie prime di piccoli produttori e cucina di soddisfazione e sostanza (vedi la pappa al pomodoro con salsa di bufala e basilico), anche per spuntini e aperitivi al banco con un calice e piatti “di prodotto”.

Isola Madre

La Piratera

Ristorante. Catalana di astice e verdure, parmigiana, persico al burro e salvia e riso in cagnone. Nell’antico Torrione della Nora, un posto affascinante e affidabile, per ogni esigenza. Si può arrivare in barca e chiedere servizio a bordo.

Isola dei Pescatori

Il Verbano

Ristorante. Quattro viaggi - Gente di lago, In Piemonte, Giro d’Italia, Né carne né pesce - con la guida di Marco Sacco del Piccolo Lago (vedi scheda e box). È l’esperienza speciale per gli ospiti di questo affascinante albergo con 12 camere. E per chi sceglie una gita di lusso facendosi portare e riportare in motoscafo dallo staff del ristorante.

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