Viene dal mondo del food il nuovo direttore dello IED a Roma: nominata Nerina Di Nunzio

16 Mag 2016, 16:15 | a cura di

Una formazione multidisciplinare che annovera competenze nel mondo della comunicazione, del design, del food. Così Nerina Di Nunzio è arrivata alla direzione della sede romana dell'Istituto che quest'anno festeggia il cinquantesimo anniversario. Tanti i progetti per il futuro. 


50 anni di IED

È una vera e propria rivoluzione di contenuti e protagonisti quella in atto allo IED, l'Istituto Europeo di Design fondato a Milano da Francesco Morelli nel 1966, che quest'anno festeggia un compleanno importante. Forse per celebrare i suoi primi 50 anni di vita, oggi che di sedi il gruppo ne conta 11 in tutto il mondo, lo scorso dicembre si è deciso di scommettere su un nuovo gruppo di capitale umano, ricercando nuove risorse da indirizzare alla causa mentre si procedeva a ricollocare nel modo più funzionale le risorse già disponibili. Così, solo qualche giorno fa, alla direzione dello IED Roma, in attività dal 1973 quando iniziò nella sede storica di via dei Fori Imperiali, è arrivata Nerina Di Nunzio, vecchia conoscenza del Gambero Rosso (per cui per diversi anni è stata Direttore Marketing e Comunicazione e ha seguito anche l'Alta Formazione per tutte le Città del Gusto) e fondatrice di Food Confidential, progetto di marketing, comunicazione e pubblicità fondato sulla social media strategy. Del suo progetto, Nerina resterà alla guida, pur ricoprendo il nuovo ruolo all'interno di IED, che l'ha portata di nuovo a Roma, la sua città, dopo la parentesi milanese per Condè Nast, in qualità di direttrice della scuola de La Cucina Italiana.

 

La nuova direttrice di IED Roma

Nel suo passato anche una grande affinità con l'universo del design – peraltro in commissione ADI all'epoca di una collaborazione con il Gambero Rosso per l'assegnazione del Compasso d'Oro ai progetti più meritevoli di food design – ma soprattutto una formazione multidisciplinare che è stata determinante per la scelta dei selezionatori che l'hanno “eletta” prima direttrice donna dello IED Roma, dopo i 13 colleghi che si sono avvicendati negli anni alla guida dell'istituto che dal 1997 da capo a via Alcamo.

Nell'ambito di un network che ha saputo confermare la propria forza in un cinquantennio di formazione indirizzata alla moda e al design, ogni sede ha sviluppato le prerogative più affini alla città ospite. E nella Capitale, l'istituto – che oggi conta un team di 500 docenti per 1200 studenti e quattro indirizzi di studio, con un numero considerevole, 300, tra progetti di tesi e stage attivati - si è distinto soprattutto per l'approccio innovativo all'insegnamento della comunicazione, del cinema, dei new media. Senza tralasciare però i progetti legati al food design, che dall'esperienza pregressa della nuova direttrice trarrà giovamento.

Progetti per il futuro. Comunicazione e food design

A Roma, i progetti per il futuro (prossimo) sono molti e spingono nella direzione di un'apertura dell'istituto alla città, con iniziative mirate a sviluppare partnership e network di cui tutti, in primis gli studenti, possano beneficiare. I dettagli, di comune accordo con il neodesignato direttore Italia, Emanuele Soldini, devono ancora essere definiti, ma le buone intenzioni non mancano. E così si pensa a un calendario di talk, open lesson, eventi (come il cinema estivo all'aperto) che facciano fruttare il patrimonio di creatività racchiuso tra le mura dello IED Roma, valorizzando arte, natura, poesia. E anche il versante food design potrebbe beneficiarne nell'immediato, a partire dall'apertura di un nuovo laboratorio con 7 stampanti 3D a disposizione degli studenti. Con il desiderio di fare del cibo una leva culturale e multidisciplinare, integrandolo con design e arti visive. Tanto che il primo corso non curricolare aperto al pubblico sarà proprio un ciclo di lezioni di Food photography. E poi, chissà, anche le cucine già a disposizione di studenti e personale potrebbero aprire le porte a eventi tematici. Le idee sono molte, buon lavoro alla nuova direttrice.  

 

a cura di Livia Montagnoli

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