Vitovska, il vino ostinato e contrario declinato al femminile. Gli 11 migliori assaggi

26 Giu 2019, 15:00 | a cura di
Il vino del Carso è figlio del vento e del mare, della pietra e del sale. Da 13 anni la manifestazione Mare e Vitovska lo celebra scoprendone caratteristiche e potenzialità.

Nelle giornate del 21 e 22 giugno, il Castello di Duino ha ospitato edizione 2019 di Mare e Vitovska, l’annuale appuntamento con il vitigno simbolo del Carso, ormai giunto alla tredicesima edizione. L’intimo spazio del cortile interno del castello e i giardini che corrono sull’alta scogliera affacciata sul golfo di Trieste, hanno fatto da suggestivo scenario all’evento, regalando una degustazione dal fascino paesaggistico indimenticabile. Il Castello di Duino è un luogo simbolico, che possiede il magnetismo di una sorta di ὀμφαλός del Carso, capace di catalizzare la storia e la bellezza del territorio. La roccia bianca e aspra scolpita dal vento, il profondo respiro iodato del mare, il caldo sole di uno spicchio di Mediterraneo incastonato nel cuore della Mitteleuropa, sembrano trovare una magica sintesi in questo sperone di roccia proteso tra le onde.

Vitovska: il vino dei contrasti e dei ricordi

La Vitovska è figlia di una terra di pietra e vento, di sale e mare. È un vino che si alimenta di contrasti, di dolci brezze mediterranee e violenti colpi di bora, di poca terra rossa rubata alle doline e di candide rocce di calcare, di estati calde e inverni continentali, di due lingue e due Paesi, attraversati da un confine dolorosamente segnato da guerre, lacrime e morte. Tra i filari della Vitovska si sono incrociati i destini d’imperi, dissolte Nazioni, scontrate ideologie e visioni del mondo. Crocevia tra nord e sud, tra est e ovest, rosa dei venti del destino d’Europa, il Carso porta con sé un animo tumultuoso e irrequieto, come un oscuro inconscio.

La Vitovska è un vino di nostalgia e rimpianto, di malinconia e ricordi, un calice “ostinato e contrario”, pieno di quell’energia vibrante, che solo le condizioni estreme sanno generare. È forse questo il suo fascino, unico e irripetibile, che sorprende e seduce come un soffio di vento che d’improvviso increspa il mare.

Mare e Vitovska l'ingresso dela manifestaizone

La viticoltura e la Vitovska: declinazione femminile

L’edizione di quest’anno, prendendo spunto da alcune esperienze del territorio, si è aperta con un incontro sulla viticoltura al femminile. Sempre più spesso, infatti, troviamo donne al timone di aziende vitivinicole e non solo per questioni di dinastie familiari, ma anche per una scelta autonoma e consapevole. Mare e Vitovska ha voluto esplorare questo universo, attraverso le testimonianze di vita, personale e lavorativa, di alcune protagoniste provenienti da aziende, esperienze e territori molto diversi tra di loro.

Pur tra profonde differenze, un filo rosso ha unito i racconti di Matilde Poggi dell’azienda di Cavaion Veronese Le Fraghe, Nicoletta Bocca di San Fereolo a Dogliani, Carolina Gatti dell’omonima cantina di Ponte di Piave, Erica Perrino della cantina Testalonga di Dolceacqua, Nataša Černic di Castello di Rubbia di San Michele del Carso e Lucija Milič dell’azienda Andrej Milič.

Passione, responsabilità e rispetto

Dalle parole delle protagoniste è emersa una grande passione per la propria terra e per la viticoltura. Un amore che ha fatto spesso abbandonare altre carriere professionali, per riabbracciare le tradizioni di famiglia o del luogo d’origine. A questi valori si aggiunge un senso di responsabilità che discende dal ruolo di viticoltore, vissuto non solo come produttore di vino, ma anche come custode di valori legati al territorio, alle tradizioni, alla cultura, al rispetto dell’ambiente e della natura. Dai racconti delle viticoltrici è emerso anche uno spontaneo e genuino sentimento d’orgoglio per il proprio lavoro, una tenacia, una caparbietà e un’energia vitale, che forse solo la natura generatrice di una donna è in grado di possedere e manifestare con questa sincera e trasparente autenticità.

I migliori assaggi di Mare e Vitovska 2019

L’edizione 2019 di Mare e Vitovska ha visto la partecipazione di una trentina di cantine del territorio del Carso, con oltre 40 vini in degustazione. La presenza di qualche vecchia annata ha messo in luce la longevità del vitigno, che regala interessanti evoluzioni aromatiche, con una vena sapida e minerale sempre più in evidenza. Il livello dei vini in degustazione si è rivelato alto, con interpretazioni del vitigno molto diverse tra di loro: da vinificazioni classiche in bianco, a brevi macerazioni sulle bucce, fino a veri e proprio orange wine.

La presenza di un tessuto produttivo costituito da piccole cantine, permette di conservare un panorama di vini dal volto artigianale, schietto e genuino. La strada che meglio valorizza il vitigno sembra essere quella di una macerazione sulle bucce di media durata, che consente di estrarre corredi aromatici più ricchi e intensi, preservando il profilo del vitigno in modo nitido e riconoscibile. Tra i vari assaggi abbiamo scelto le 11 etichette da non perdere.

Carso Vitovska DOC 2016, Zidarich

Carso Vitovska DOC 2017, Škerk

Carso Vitovska DOC 2017, Skerlj

Carso Vitovska DOC 2017, Lupinc

Carso Vitovska DOC 2018, Bajta

Carso DOC Lu Ne 2015, Andrej Milič (vitovska e malvasia)

Carso Vitovska DOC 2017, Rado Kocjančič

Carso Vitovska DOC 2016, Stanko Milič

Kras Vitovska DOC 2017, Stoka

Kras Vitovska 2015, Tavcar

Carso Malvasia DOC 2018, Bruno Lenardon

 

a cura di Alessio Turazza

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