Zuegg in Irpinia. Nord e Sud insieme per rilanciare l'agricoltura italiana. Obiettivo: un grande frutteto del Mediterraneo

5 Ago 2015, 08:28 | a cura di

L'azienda altoatesina, che studia da multinazionale e ha saputo conquistare i mercati esteri, non ha perso il legame con la terra e la voglia di scommettere sulle piccole imprese e l'agricoltura nazionale. In Irpinia un importante avamposto per il recupero di varietà autoctone e la crescita di un grande frutteto che recupero terreni abbandonati. 


Zuegg. 150 di storia, da impresa familiare a multinazionale

La (bella) storia non è proprio di quelle che ti aspetti dal profilo di un'azienda che in 150 anni di vita ha saputo trasformare la piccola attività di famiglia in un grande impero europeo specializzato nella lavorazione della frutta, che oggi conta stabilimenti in cinque Paesi: Germania, Francia, Russia e Svizzera che implementano l'attività della casa madre a Lana d'Adige (Bolzano), garantendo il controllo di nuovi mercati, sfociato nel recente accordo commerciale con Wal Mart, sulla scena statunitense. Questa in breve l'ascesa di Zuegg, le tappe di un percorso che ha attraversato un secolo a suon di confetture e succhi di frutta e oggi rappresenta un modello vincente di imprenditoria all'italiana. Vincente, e pure virtuoso.

Con un programma di progetti e investimenti che non cede il passo alla crisi, l'azienda altoatesina ha deciso di coinvolgere nella produzione di frutta per confetture, succhi e semilavorati le piccole imprese del Sud Italia, incentivando i giovani agricoltori.

Lo stabilimento campano. In Irpinia un grande frutteto del Sud

In Irpinia, a Luogosano, Zuegg possiede già uno stabilimento importante per la trasformazione della frutta in arrivo dai campi controllati dall'azienda nel Meridione: qui il prodotto viene surgelato, trasformato in purea o in succo. È proprio il centro in provincia di Avellino a garantire un rapporto continuo con la dimensione rurale, un legame che neanche la proiezione sui mercati internazionali è stato in grado di indebolire e anzi esce rafforzato dalla voglia di percorrere nuove strade che sembrano aver trovato terreno fertile in Campania. A cominciare dal recupero di terreni abbandonati, oggi affidati a giovani del luogo che affiancati dagli agronomi di Zuegg hanno ripopolato le colline di alberi da frutto, albicocchi, fichi, castagni. Poi c'è il desiderio di recuperare varietà autoctone antiche per salvarle dall'estinzione e incentivare la biodiversità attraverso la messa a coltura di campi sperimentali, dove testare la crescita dell'albicocco di Pellecchiella o di varietà di fico molto popolari negli anni Sessanta.

Ad oggi sono novecento gli ettari coltivati gestiti da Zuegg, ma si punta ad accrescerli nei prossimi mesi; e nel Sud Italia sono già 172 gli agricoltori che collaborano con l'azienda, molti in prossimità dello stabilimento irpino, che costituisce un vero e proprio incentivo per la ripresa dell'agricoltura in tutta la regione.

 

Il futuro dell'azienda. Innovazione e incentivi all'agricoltura locale

Zuegg, dal canto suo, punta a conquistare la leadership sul mercato europeo e già vanta 271 milioni di euro di fatturato all'anno. Attraverso un percorso che fa dell'innovazione come del recupero della tradizione agricola due leve fondamentali per lo sviluppo di una solida identità aziendale. E infatti “Faremo dell'Italia del Sud il più grande frutteto del Mediterraneo”, dichiara orgoglioso Oswald Zuegg al Sole 24 Ore. Le premesse sembrano esserci tutte. E l'azienda, che ha appena inaugurato una nuova ala dello stabilimento di Luogosano, ha intenzione di acquistare altre strutture in stato di abbandona per consolidare la sua presenza nell'area. Un salvagente per un'agricoltura regionale che soffre l'importazione dai mercati esteri e l'indebolimento della domanda, come hanno rivelato gli ultimi dati di Ismea sul frutteto estivo della Campania. E un esempio virtuoso di come Nord e Sud possano collaborare per rilanciare il futuro dell'agricoltura italiana.

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