Sapevate che il Nord del Piemonte ospita un'area protetta quasi del tutto priva di insediamenti umani? È proprio questa, la forza del Parco Nazionale della Val Grande: una natura selvaggia e incontaminata che regna sovrana sul territorio più esteso delle Alpi, dove i centri abitati sono ormai un ricordo lontano, fatta eccezione per Cicogna (una piccola frazione di Cossogno in cui vivono appena 17 persone).
«Ospitiamo numerosi turisti appassionati di trekking e arrampicata sportiva - spesso disposti ad affrontare cime di 2300 metri nei punti di massima altitudine - fermo restando il divieto di addentrarsi nella Riserva Naturale Integrale, frequentata solo dai ricercatori», spiega Massimo Bocci, presidente del Parco. «In tutte le altre zone si può transitare senza problemi. Chi viene qui, ovviamente, lo fa per vivere un'esperienza immersiva e toccare con mano la wilderness del territorio, popolato da tutti gli esemplari tipici del paesaggio prealpino -cervi, camosci, caprioli, rapaci (fra cui abbiamo recentemente censito 6 coppie di falco pellegrino e 4-6 coppie di aquila reale)- e alcuni insetti rari meritevoli di attenzione, come la rosalia, un grande coleottero con il corpo rivestito di macchie nere e blu che in età adulta arriva a sfiorare i 40 cm di lunghezza. Talvolta capita di avvistare pure qualche orso, sebbene non sia un animale molto diffuso da queste parti».
A rivestire i pendii delle catene montuose, ampie foreste di faggio e castagno intervallate da piccoli boschi di abeti. «Salendo di quota, invece, si incontrano praterie con una vegetazione perlopiù rupestre. Tra i fiori di maggior interesse botanico la genziana, l'arnica, la campanula e -nelle zone umide- il tulipa australis, una specie protetta dai boccioli penduli sfumati di rosso e giallo. Bellissima da immortalare, con i suoi colori vivaci». Ma la Val Grande è pur sempre un ecosistema fragile. L'ente parco, dunque, sta portando avanti numerosi progetti, «sia per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso il turismo dolce e le operazioni di recupero degli alpeggi, che per valorizzare le celebri incisioni rupestri, messaggi scolpiti sulle pareti rocciose sin dall'Età del Ferro a testimonianza del profondo legame fra l'uomo e l'habitat montano». Ne è un esempio il "masso altare" dell'Alpe Pra, rivolto verso il sorgere del sole e situato in un punto panoramico di grande suggestione. «In lontananza riluce lo specchio d'acqua del Lago Maggiore, su cui si affacciano i più bei sentieri percorribili a piedi entro il perimetro della riserva. Fra questi, consiglio in primis l'ascesa verso il Monte Faié, all'ombra di una faggeta ricca di pannelli didattici, e il cammino che conduce da Miazzina a Pian Cavallone, una distesa di spazi erbosi ideali per le soste e i pranzi al sacco. Ma regalano grandi emozioni anche gli itinerari sulle due ruote. Chi non ha una bici può usufruire del servizio di noleggio presso i centri di Trontano, Rovegro e Aurano. In sella o a piedi, la Val Grande non finisce mai di stupire!».