Pierluigi Gallo ha ormai preso saldamente la guida della cucina di un indirizzo celebrato per la profondità e la storicità della sua cantina. Se il prestigio dell'enoteca è una conferma che si reitera nel tempo, anche la formula gastronomica ha trovato una dimensione coerente con il contesto, senza rinunciare ad essere personale. A pranzo il menu è agile e improntato su pietanze confortevoli: si sceglie tra il primo del giorno, i calamari fritti, l'insalata dell'orto. A cena, oltre ai due degustazione (5 passaggi a 90 euro e 8 a mano libera a 110), si scelgono 2 portate e un dolce a 70 euro. Accanto a signature come il "senza spaghetto alle vongole" (un tortello ripieno di pasta, con mousse alle vongole), si spazia da un intenso asino con salsa alla cacciatora al baccalà con spuma di ventricina. Di grande freschezza i dessert. Per l'aperitivo, i finger della gnoccheria", con la carta degli gnocchi ripieni e alla romana.