Profitto e beneficio comune

13 Dic 2021, 12:39 | a cura di

La sostenibilità rappresenta una sfida epocale per stati e mercato e il settore agroalimentare il banco di prova più impegnativo in grado di affrontare da solo tutte le 17 sfide poste dagli SDG’s. Occorre pertanto domandarsi quali siano le modalità con cui affrontare queste sfide, inedite, globali, pervasive che dunque richiedono grande capacità trasformativa e nel contempo non perdonano errori di concetto.

Le aziende italiane possono già da alcuni anni avvantaggiarsi in questa ricerca utilizzando una facoltà che il legislatore ha pensato per liberare le energie positive dell’imprenditore orientandole in modo sostenibile: le società benefit.

Questa nuova idea di impresa, che si sta allacciando in tutti i continenti, soppianta la precedente con due semplici e radicali innovazioni: obiettivi di beneficio comune insieme al profitto e valutazione dell’impatto su molteplici dimensioni, non solo quella economica. Entrambe le caratteristiche incontrano le due innovazioni che il mercato e le istituzioni stanno proponendo in maniera multiforme e a volte caotica: il “purpose of corporate” allargato e le metriche più svariate per misurare di volta in volta variabili fino a ieri confinate nella categoria delle “esternalità”. Lo status di Società Benefit rappresenta dunque, non solo in Italia, l’adesione consapevole e chiara al “nuovo business” in cui  la coppia azienda+prodotto saranno sempre più definitivamente  misurate, valutate, scelte o abbandonate insieme. Questo vantaggio competitivo viene oggi colto da numerose imprese italiane, ma il vero salto di qualità avverrà quando l’intero sistema paese si riconoscerà in questa peculiare innovazione sulla quale altri paesi ci stanno ora seguendo.

Mauro Del Barba – Presidente ASSOBENEFIT

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