1999
Continuiamo il nostro viaggio nella storia del Gambero Rosso, arriviamo al 1999, ultimo anno del millennio, anno dell’euro e delle proteste internazionali. Nel mondo l’atmosfera è quella dei cambiamenti epocali: Chávez diventa presidente del Venezuela e con le prime imponenti manifestazioni contro l'Organizzazione Mondiale del Commercio nasce il cosiddetto “Popolo di Seattle”, ovvero il movimento No Global. Iniziano i bombardamenti da parte delle forze NATO per porre fine alla repressione della maggioranza albanese in Kosovo da parte di Slobodan Milosevic. A Gennaio entra in vigore l'euro.
In Italia a maggio Carlo Azeglio Ciampi diviene presidente della Repubblica, mentre il Consiglio dei ministri fa una sanatoria per gli stranieri in Italia. È l’anno delle quote latte, con la marcia degli allevatori su Bruxelles. Muore il cantautore Fabrizio De André. A marzo Roberto Benigni vince l’Oscar con La vita è bella. Il 24 marzo un camion belga causa una strage nel tunnel del Monte Bianco. Muoiono 39 persone, con danni stimati per 300 milioni di euro. Il tunnel rimarrà chiuso per più di due anni. A maggio le Brigate Rosse uccidono il consulente del ministero del lavoro Massimo D'Antona. Nel frattempo Giovanni Soldini vince a Charleston la quinta edizione della regata in solitario intorno al mondo. La Camera approva la legge sul finanziamento ai partiti: 4.000 lire a voto. Il giudice Priore rinvia a giudizio per la strage di Ustica dieci generali. Inizia il processo di privatizzazione dell'Enel. Il tribunale di Milano revoca a Craxi gli ordini di arresto “per gravi motivi di salute”. Muoiono a Roma Amintore Fanfani e Nilde Jotti. Il 25 dicembre Papa Giovanni Paolo II apre la Porta Santa, dando inizio al Giubileo 2000.
Alla scoperta dei formaggi nel primo mensile del 1999
Di professione fa il fromager. Ovvero lo scopritore di formaggi. E anche lo stagionatore. Lui è Alberto Marcomini a cui la rivista dedica la copertina del n. 84 di gennaio. Cioè uno di quei rarissimi personaggi che in Italia svolgono la professione quasi sconosciuta di affinatore. In Francia, invece, l'hanno addirittura insignito del titolo di maitre fromager, ma si sa i francesi hanno con il formaggio un rapporto particolare. Marcomini può vantare un patrimonio di ben centocinquanta formaggi, di cui una sessantina sono italiani. Tipo il Caciocavallo podolico, la Sora di Val Casotto, il Pecorino della Fossa dell'Abbondanza, il Taleggio, la Vezzena, eccetera, solo per citare qualche nome. Cosa significa creare cose nuove nel campo dei formaggi? chiede Raffaella Prandi, l'intervistatrice: “È più che altro un lavoro di personalizzazione come hanno fatto i francesi. Si tratta di prodotti che si discostano dalla tradizione. Le faccio un esempio: noi abbiamo la tradizione del formaggio ubriaco. Bene, abbiamo pensato di abbinare un formaggio erborinato a un vino passito, far cioè macerare il primo nel secondo come fanno gli inglesi con lo Stilton e il Porto ed è nato la Fourme d'Ambért au Sautemés, una nostra creazione. Il guaio è che c’è in giro una certa esasperazione”. Marcomini sostiene poi che quando l'artigiano italiano comincia ad avere “un po' di successo, s'improvvisa commerciante, dice sì a troppe persone e allora bisogna litigare tutti i giorni”. Come nel caso del Castelmagno: “non lo stagionano più. Arriva sul mercato solo il formaggio fresco. Tanto i produttori lo vendono lo stesso. Nessun artigiano immobilizza più i capitali per stagionare formaggi, come non si trovano più i bei prosciutti stagionati. La difficoltà del nostro lavoro sta proprio nella ricerca dei produttori bravi”.
Le presentazioni delle guide del Gambero sono delle vere e proprie feste dei cuochi
La cucina e la ristorazione italiane fanno sempre più notizia. E prova ne è il grande interesse che hanno suscitato da parte della stampa e delle televisioni le presentazioni delle ultime guide del Gambero. Che sono poi anche delle vere e proprie feste del cibo e del vino. Bene, sempre nel n. 84 di gennaio, la rivista dedica ai suoi libri un servizio che passa in rassegna i diversi appuntamenti, a partire dalla presentazione della Guida di Roma avvenuta in novembre da Gusto, uno dei più singolari e divertenti locali della Capitale, a largo Augusto Imperatore. In passerella ci sono i migliori ristoranti della città e della provincia e tutti i locali da Oscar. Poi è stata la volta della gigantesca kermesse che si è tenuta all'Hotel Hilton di Roma, i primi di dicembre, in occasione della festa in onore dei migliori cuochi italiani e della degustazione riservata ai vini e agli spumanti super. Due giorni da Guinness dei primati. Quanto al '99 che è appena iniziato, il Gambero Rosso si impegna “a fare prodotti sempre più rispondenti alle esigenze dei lettori. Un impegno – promette la rivista – che si concretizzerà in grandi novità”. Raccontabili solo nei numeri a venire. Ma con l'idea di contribuire a valorizzare i cuochi, i produttori di vino, gli artigiani per farli diventare “protagonisti del grande rinascimento” della cucina e della tradizione enogastronomica italiana.
Sulle tracce di Ducasse nel mensile di agosto
Sempre alla ricerca delle novità, delle prelibatezze e dei nuovi talent, il n. 91 di agosto della rivista decide di seguire per un'intera settimana “il re dei cuochi francesi – come lo definisce già la copertina – da Montecarlo a Parigi”, le due città tra cui pendola per lavoro. Un caso unico al mondo, perché Alain Ducasse – 43 anni nel 1999 – è a capo di un impero gastronomico in continua espansione: grande chef ma soprattutto un grandissimo organizzatore e un magistrale uomo d'affari. “Raccontare Alain Ducasse è impresa perigliosa – esordisce Andrea Petrini nel suo articolo – L'incontro che cambiò radicalmente la sua vita, fissando come su una fotografia lo sviluppo determinante del giovane cuoco, fu il periodo trascorso accanto ad Alain Chapel a Mionnay. ‘Gli devo tutto’ confessa Ducasse ‘da lui ho appreso il valore assoluto del prodotto, le tecniche necessarie per magnificarlo. E soprattutto ho imparato ad andare all’essenziale, riflettendo sulla logica della cottura, differente per ogni prodotto, sostituendo nelle preparazioni e nel piatto le salse di vecchio stampo con i ben più autentici succhi di cottura. I legumi e le verdure cotte in cocotte, le carni lungamente accarezzate a bassa temperatura e regolarmente rinfrescate col loro succo… Chapel mi ha insegnato la vera umiltà del perfezionismo”. Ma lui, più che altro, è una macchina da guerra che è riuscito a realizzare un record assoluto.
Luglio, è l'ora del Channel
Ventiquattr'ore tutte da assaporare. In tv. È il primo di luglio e nasce “la tv dei consumatori curiosi e golosi”. Si chiama Gambero Rosso Channel ed è il primo canale tematico in assoluto dedicato al vino e al cibo. Una vera novità. Con un solo concorrente al mondo, che però va in onda Oltreoceano: si tratta di Food Channel, diffuso via cavo in tutti gli Stati Uniti, lanciato nel 1993 e che vanta ben 32 milioni di utenti. E i suoi programmi sono variegati: il meglio di tutto un po'.
Per il canale italiano si tratta invece di un esordio – e di una vera sperimentazione – che ha per base il know how della rivista Gambero Rosso, l'esperienza delle sue donne e dei suoi uomini, i tanti collaboratori di prestigio, le conoscenze, le relazioni, la credibilità conquistata sul campo, che va di pari passo con la serietà e l'affidabilità. “Francamente anche solo un anno fa tutto questo sarebbe sembrato uno scherzo, un progetto futuribile, un bel sogno” si legge nella presentazione del numero estivo (il 90) del mensile in edicola alla fine di giugno. Poi cosa è successo? “Poi è arrivato l'australiano Murdoch con le sue migliaia di miliardi, la sua voglia di dominio e conquista anche del mercato televisivo italiano. La Rai ha stretto un'alleanza strategica con i francesi di Canal Plus, leader in Europa e proprietari in Europa di Tele+ e D+, i canali italiani che trasmettono calcio, automobilismo, film e (dal primo luglio) anche il nostro canale di food&wine”. Che dall'agosto del 2009 è sulla piattaforma SKY.
Lo studio del nuovo channel è attrezzato con una grande cucina, con dei computer, un bel tavolo per le degustazioni, per far vedere i prodotti che arrivano e poterli raccontare e mostrare ai telespettatori, un angolo per discutere e tanti libri e riviste, cioè quello di cui dispone la redazione della rivista il Gambero Rosso. La prima forma di sinergia tra giornale e tv in tempi del tutto insospettabili. E veniamo all'obiettivo dichiarato dell'impresa: “In questo studio – prosegue la nota editoriale – sono invitati come ospiti i produttori dell'enogastronomia. Vedrete Piero Antinori ed Elio Altare, Marcomini, grande affinatore di formaggi, e Martelli, il piccolo grande produttore di pasta. Se vorrà venire in studio, noi intervisteremo Raspelli così come faremo cucinare, sempre se vorrà venire, Gianfranco Vissani; parleremo delle nuove pubblicazioni degli editori italiani e stranieri, racconteremo tutto quello che si muove in questo mondo; vorremmo avere come ospiti Veronelli e Pillon, Paolini e Piccinardi, quelli della Guida Touring e i signori della Michelin e mille altri protagonisti del passato e del presente”. In verità, quella della televisione per il Gambero non è una novità in assoluto: il rapporto con l'etere c'era già stato e continuava con “Di tasca nostra” di Tito Cortese, poi con le trasmissioni di Antonio Lubrano. Ma si trattava di essere ospitati: apparizioni ad hoc e a tema degli esperti della rivista, di qualche redattore o del direttore stesso. Qui invece, il rapporto è diretto: un canale in proprio per 24 ore di trasmissioni giornaliere. Un'opportunità enorme, che si è poi stabilizzata e affermata nel tempo con largo successo. Nell'annunciare e celebrare questo exploit, insieme, la rivista non può esimersi dal rivolgersi in questo modo al proprio pubblico: “Siamo orgogliosi di questo nuovo primato, ma soprattutto orgogliosi di avere dei lettori fedeli, attenti, così capaci di critica da averci fino ad oggi permesso di crescere e avere successo. Perché, vale la pena di ripeterlo, ogni nuovo passo, ogni nuova strada la si può percorrere solo se anche voi siete della partita”. Un vero connubio.