30 anni di Gambero Rosso. Correva l'anno: 2003

23 Nov 2016, 14:44 | a cura di

Sul Gambero si parla della crisi dell’editoria enogastronomica francese e delle donne del vino. Infine, un impietoso ritratto della ristorazione italiana all’estero.

È l’anno dell’invasione in Iraq, della prima bozza di Costituzione europea e della fine della missione della sonda spaziale Galileo. 

2003

L’anno si apre con Lula che giura fedeltà alla Costituzione: è il nuovo Presidente del Brasile. Ma anche con il discorso sullo stato dell'unione di George W. Bush in cui dichiara che i servizi segreti britannici hanno ricevuto da quelli francesi alcuni documenti che proverebbero il tentato acquisto da parte di Saddam Hussein, il dittatore iracheno, di uranio impoverito dallo Stato africano del Niger. Due anni dopo, i documenti si riveleranno invece dei falsi, preparati con la complicità di elementi appartenenti ai servizi segreti italiani, e daranno origine allo scandalo Nigergate. Malgrado ciò, ad aprile le truppe angloamericane entrano a Baghdad.

Pierluigi Collina è eletto il miglior arbitro del mondo, il primo a conquistare il titolo per la quinta volta. Michael Jordan si ritira dalla pallacanestro con un'ultima partita con i Washington Wizards contro i Philadelphia. Muore, a 63 anni, Giorgio Gaber, una grave perdita per Milano e per l’Italia intera. Inizia la paura per l’Unabomber italiano. Viene rapito a Milano l’imam egiziano Abu Omar ad opera della Cia. A marzo Yasser Arafat nomina Abu Mazen suo successore alla carica di premier dei palestinesi, mentre in Europa la Corte suprema mette al bando il partito basco Batasuna, ritenuto il braccio politico dell'Eta. Qualche mese dopo verrà firmata la prima bozza della Costituzione europea, stabilito l’inno, il motto e la celebre bandiera con un cerchio di dodici stelle oro su sfondo azzurro.

A fine settembre la sonda spaziale Galileo della NASA è alla sua ultima missione. Dopo quattordici anni di scoperte scientifiche si disintegra nell'atmosfera di Giove.

Il 2003 è un anno sanguinario, non solo per Iraq e Medioriente, ma anche per l’Europa: a Stoccolma un giovane accoltella a morte il ministro degli esteri Anna Lindh, mentre in Russia, a due giorni dalle elezioni politiche di novembre, tre terroriste cecene si fanno esplodere su un treno causando la morte di 42 persone. Il 12 novembre in Iraq un attentato suicida a Nassiriya contro il quartier generale dei Carabinieri uccide 19 italiani, mentre un altro militare ferito nell'attentato morirà tre giorni dopo. Il 7 dicembre il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita (Er), vince le elezioni per la Duma.

L’anno si chiude con la cattura, da parte delle forze speciali, dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein ad Al Daur, una località vicina a Tikrit, la sua città natale.

 

Febbraio. Sulle ceneri di Gault & Millau

Il numero di febbraio del Gambero Rosso fa il punto sullo stato dell'editoria enogastronomica francese. “Aria di crisi, ma anche di novità” anticipa l'occhiello. Risultato?“Pubblicazioni stantie, lontane dal pubblico e dal nuovo gusto dei tempi moderni; poche idee e pure confuse; poche copie vendute, non oltre le 20-30 mila per chi vende di più. Dopo la crisi del mensile Gault&Millau, al quale sembra peraltro molto interessato l'editore (di libri) Gallimard, mettiamo a nudo il mondo del giornalismo enogastronomico d'Oltralpe con un rapido giro nelle redazioni parigine insieme a protagonisti della nuova leva: in gioco è il futuro stesso della cucina francese, dal grande passato che rischia di soffocare sotto il suo stesso peso”. 

“No - si legge ancora nel servizio - la crisi della cucina e anche dell'editoria che alla gastronomia e al gusto si ricollega è vera, è una crisi culturale. La stasi, la paralisi, l'apoplessia spirituale comincia proprio qui. Dall'asfittico vuoto in cui si dibatte l'esagonale pensée culinaire. Troppo intenta, da sempre, a controllare le sue frontiere per accorgersi di aver fatto il deserto intorno a sé”.

“In edicola, in libreria, titoli e volumi si susseguono a getto continuo. Ma sempre uguali. Siamo ben lontani dalla pimpante editoria americana, inglese, spagnola o irlandese. È tutto un fiorire di reportage prevenduti, una pro loco promozionale di vari uffici e addetti al turismo. E a tavola? Continua il carosello dei "soliti noti". Non è mica un caso se qui la stampa "gastro" non vende più”.

 

Agosto. Donne di vino

Il vino? È donna. Giovani imprenditrici, enologhe, giornaliste, sommelier e distributrici. Una nuova generazione di vere intenditrici si sta affacciando sul "mondo del vino", materia che è sempre stata - per tradizione - appannaggio maschile. Il n. 135 di aprile della rivista Gambero Rosso si occupa proprio di loro, le donne. Dei loro percorsi, dei loro gusti, della passione per la terra e per la vigna. Cinque giovani donne: Eleonora Guerrini, sommelier e giornalista; Cristiana Lauro, imprenditrice nella distribuzione del vino; Marina Mariani, enologa; Federica Morricone, produttrice.

Scriveva Niccolò Machiavelli - si legge nell'incipit di un articolo - a proposito “Del modo di trattare i popoli della Val di Chiana ribellati”, che “il mondo fu sempre ad un modo abitato da uomini che hanno avuto le medesime passioni”. Sarà forse per questo, chiosa l'estensore dell'articolo, che “da che mondo è mondo le passioni sono sempre le stesse, uguali, ripetitive, un tantino omologate, vagamente stereotipate e anche un po' noiose. Sarà anche per questa dominanza larvatamente imperiale che le donne hanno avuto, in genere, poco spazio anche all'interno dei desideri e dei piaceri prettamente maschili, forzatamente tenute ai margini, subalterne. Oggi le passioni al femminile sono più riconoscibili, in molti campi persino predominanti; diventano segno distintivo, carattere e caratteristica insieme, stili di vita”. Tante Madame Pinot.

E allora come è nata e s'è diffusa la passione del vino, oggi assai estesa tra le donne, tanto da diventare in molti casi avventura, impresa, mestiere, ruolo, per il cosiddetto nettare di Bacco? Per molte di loro, se non per quasi tutte, nasce dal gesto. Quale?“Dal gesto del contadino che sistema i tralci della vite. Che cura la terra. Gesti sapienti. E poi dal rituale della convivialità”. Tutte caratteristiche molto, molto femminili.

 

La ristorazione italiana all'estero. Come è messa?

“Sono tra i cinquanta e i sessantamila. Hanno nomi italiani, menu scritti in una strana lingua e piatti come ‘pasta bolognese’ o ‘spaghetti con meat-ball’... Sono questi i ristoranti italiani nel mondo”. Ma quanti di loro sono veri? si chiede la rivista. “Molti sono acquistati da catene o da ex lavoranti che tutto hanno messo, tranne lo spirito della nostra Penisola”.

La fotografia offerta nel n. 135 di aprile è abbastanza impietosa. Poi un annuncio: “Un progetto che coinvolge 4 ministeri, da giugno, inizierà la ‘certificazione d'autenticità. Ne resteranno forse 15mila, ma dovranno parlare italiano, profumare d'Italia e importare circa il 60% di prodotti dall'Italia. Una garanzia e un affare da un miliardo di contratti l'anno”. E la notizia, secondo il mensile “dei curiosi e dei golosi”, è che forse questa volta “il ‘cartello’ dei ristoranti italiani all'estero si riesca a farlo davvero”. Ci si sta ancora lavorando...

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