Lambrusco. Il fascino di un vino schietto

10 Dic 2016, 17:41 | a cura di

È certamente tra i vini più apprezzati e venduti al mondo. Il Lambrusco negli ultimi anni è riuscito a raggiungere il vertice delle eccellenze.

Il merito è del lavoro dei vigneron storici delle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova. E dei due consorzi: il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e il Consorzio Promozione Marchio Storico dei Vini Reggiani.

Ermi Bagni direttore del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi ci racconta come sia stato possibile ripulire l'immagine di questo vino, offuscata negli anni Ottanta da una viticoltura monotona e incostante e una richiesta di mercato di vini a basso costo.

 

Lambrusco patrimonio di una regione, nonché patrimonio di una terra unica come l'Italia. In che modo siete riusciti a raggiungere l'eccellenza?

Il Lambrusco ancor prima di essere il nome di una famiglia di vitigni e di un vino identifica  un territorio esclusivo dal quale ha avuto origine. La relazione tra la terra, la vite e l'uomo ha determinato così la vocazione alla viticoltura di una specifica zona agricola nel territorio di Modena e di Reggio Emilia. Diversi sono gli elementi dai quali si coglie l’importanza che ha la vitivinicoltura nelle due province emiliane: 13.873 ettari di superficie vitata dei quali 9.414 coltivati con i vitigni Lambrusco. Sette denominazioni: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Modena, Lambrusco Reggiano, Lambrusco dei Colli di Scandiano e di Canossa, Lambrusco dell’Emilia. In questo contesto i  nostri lambruschi DOP e IGP rappresentano un fattore di modernità, per il basso contenuto alcolico, i profumi e la piacevole freschezza derivante dall’essere frizzanti.

 

Qual è il ruolo dei singoli consorzi?

I due Consorzi per la tutela e la valorizzazione del Lambrusco tutelano e valorizzano questo vino e hanno il compito di comunicare al consumatore la parte più pura delle nostre produzioni: l'origine. In tal senso svolgono le attività istituzionali per salvaguardare le Denominazioni di Origine di competenza: tutte le imprese interessate devono poter beneficiare del valore aggiunto e dei benefici socio economici determinati dall’utilizzo delle Denominazioni di Origine.

 

Parliamo di numeri: quante bottiglie di lambrusco vengono esportate all'estero e quali i Paesi in cui c'è maggiore richiesta?

Le province di Modena e di Reggio Emilia esprimono una capacità produttiva media annua di 1,8 milioni di quintali di uve Lambrusco le quali sono rivendicate dai produttori con la Denominazione di Origine DOP e IGP. Con una produzione media annua di 170 milioni di Lambrusco a Denominazione di Origine DOP & IGP di cui il 63% esportato, il comparto vitivinicolo nelle province di Modena e di Reggio Emilia genera un valore economico al consumo di oltre 600 milioni di euro. Nell’Unione Europea i Paesi consumatori storici di Lambrusco sono Germania, Francia e Spagna, mentre nei paesi extraeuroperi primeggiano gli Stati Uniti, il Brasile, il Messico, la Russia e il Giappone.

 

Quando è nata la collaborazione con il Gambero?

Dai primi anni 2000 in occasione delle prime tre edizioni di Lambrusco Mio. Diversi sono stati gli argomenti propri del mondo del vino affrontati nel corso della collaborazione con il Gambero. Tra questi emerge la grande capacità di avere divulgato agli estimatori del buon bere lo slancio contemporaneo del Lambrusco proposto nelle diverse declinazioni, dalla rifermentazione in bottiglia alla cura dei particolari che hanno determinato una raffinata evoluzione della produzione con il metodo Charmat Martinotti.

 

Com'è cambiato il volto dei Consorzi in seguito a questa collaborazione?

I Consorzi non sono assolutamente cambiati, piuttosto ci sono meno pregiudizi nei confronti di un vino popolare e di largo consumo come il Lambrusco. Questo vino è ritornato nelle carte dei vini dei ristoranti più prestigiosi e continua ad essere il vino più venduto in Italia e nel mondo. In definitiva il lambrusco è il lambrusco, un vino semplice, facile da bere, conviviale, adatto alle diverse cucine che occupa una ben precisa fascia di consumo senza per questo sentirsi in dovere di competere ovunque con altri vini prestigiosi dell’enologia italiana e internazionale.

 

Quanto è importante il mondo dell'editoria oggi? E quanto il ruolo delle Guide?

Penso che l’editoria dedicata all’enogastronomia svolga un ruolo importante nel fornire informazioni e notizie sulle produzioni ma soprattutto nell’evidenziare il loro legame con la cultura dei territori da cui provengono. Ovviamente il modo di comunicare il mondo del vino è cambiato. Adesso sta prevalendo la frenesia della comunicazione telematica fatta di canali social, slang, dittonghi, frasi troncate. Al tempo stesso non possiamo dimenticare che le eccellenze agroalimentari  hanno bisogno di ingredienti come la passione, la precisione, l’equilibrio, i quali devono essere partecipati con il dovuto garbo letterario.

 

Come vi vedete tra trent'anni?

Una delle principali attrattive dei nostri territori è senza dubbio la filiera agroalimentare: prodotti e sapori che rendono questi luoghi una vera e propria capitale mondiale del gusto, dove mangiare e bere bene è la regola. L’ospite non può fare altro che perdersi tra le molteplici prelibatezze lasciandosi trasportare da sapori originali e intensi, che solo qui nel cuore pulsante dell’Emilia si propongono in tutta la loro genuinità. C’è qualcosa che ci spinge ad amare la terra d’origine, non si eredita ma si consegue: è una decisione e non c’entrano solo la storia e la tradizione, il passato o la geografia, la memoria o la fede, l’origine è anche destino. Mai cesseremo di essere i protagonisti di questo processo di sviluppo se saremo fedeli al destino che ci siamo dati.

 

www.lambrusco.net | www.vinireggiani.com

 

a cura di Stefania Annese

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