Tachis. L’ultimo mistero dietro al Pelago…

31 Mar 2016, 14:30 | a cura di

Omaggio a Giacomo Tachis e al suo contributo alla moderna enologia italiana. Un video sul "mistero del Pelago" in attesa di sfogliare il mensile di aprile, che ai grandi enologi italiani dedica un ampio servizio. 

C’è sempre qualche leggenda dietro i grandi successi. Così, dietro all’etichetta del Pelago di Umani Ronchi – una delle prestigiose cantine marchigiane che dalla fine degli anni ’80 ha lavorato con Giacomo Tachis – c’è un piccolo mistero. Ce lo svela – anzi, rinnova la leggenda – la responsabile commerciale Italia della cantina – Monica Ippoliti – che in una video-intervista di poco tempo fa spiega come la prima annata del Pelago, la 1994 (per metà uvaggio bordolese e per metà Montepulciano), che ha vinto il prestigioso International Wine Challenge di Londra nel 1997, nasconda nell’anima un piccolo mistero: che Tachis ci abbia infilato una piccola dose di vitigni sardi? Il grande enologo da poco scomparso ha sempre avuto un debole per i vitigni dell’isola. "Ed è certo che quel Pelago 1994, il primo – sorride Monica – non somiglia a nessuno di quelli poi prodotti, ha un che di speciale…". In realtà, però, il mistero lo svela subito il proprietario della cantina Umani Ronchi, Michele Bernetti. Sempre di piccolo mistero si tratta, ma non è un “giallo geografico”! «In realtà quel 1994 fu una splendida annata, molto calda – sorride Michele – E Tachis volle inserire una piccola percentuale di Cabernet Franc a fianco del Cabernet Sauvignon che caratterizza da sempre l’uvaggio bordolese del Pelago. avevamo il Franc in un vigneto sperimentale, che poi abbiamo però tolto perché il vitigno era troppo infedele nelle annate. In quella vendemmia, tuttavia, è stato proprio il Cabernet Franc a rafforzare il carattere mediterraneo del Pelago che infatti presentava note speziate, di pepe». E che hanno portato – nel rincorrersi delle suggestioni e dei “non detti” di cantina – al piccolo mistero del vitigno estraneo. Certo è che quel piccolo tocco “segreto” del grande enologo portò al successo internazionale il Pelago e racconta bene come l’estro del momento sia una delle grandi capacità di una mente geniale e ampia…
 

Al ruolo di Giacomo Tachis nella moderna enologia italiana il Gambero Rosso di aprile in edicola dedica un ampio servizio in cui parlano i produttori dei vini da lui “inventati” e gli enologi che da lui hanno imparato un mestiere nuovo rispetto a quello che facevano prima di Tachis…

       

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