Berebene: l'anima rossista della Puglia in 8 etichette dal migliore rapporto qualità-prezzo

5 Mag 2023, 12:03 | a cura di
Intensi, corposi e speziati, i vini rossi della Puglia sanno portare con sé tutto il calore e l'essenza della loro terra di provenienza. Ecco alcune ottime etichette ad un prezzo contenuto.

Sebbene da qualche anno in Puglia si stia lavorando con molta attenzione per produrre bianchi sempre più precisi e identitari, anche andando a valorizzare alcuni vitigni quasi dimenticati (vedi alla voce verdeca e bombino bianco), l'anima della regione rimane rossista. Certamente è una questione di tradizione, ma il successo che alcuni vitigni rossi autoctoni hanno riscontrato in questi ultimi decenni di certo spinge i produttori a puntare sulle varietà a bacca nera.

Tra i vitigni autoctoni pugliesi, il primitivo è quello che può contare su una maggiore superficie vitata. Il nome deriverebbe dalla sua precocità di maturazione. Viene coltivato in buona parte della regione ma i suoi territori d'elezione sono certamente le alture calcaree di Gioia del Colle e le province di Taranto e Brindisi dove dà vita alla Doc Primitivo di Manduria.

Il negroamaro è l'altro grande campione regionale, uva di antichissima origine, forse tra le prime importate dai coloni greci. Anche il nome è oggetto di discussione: alcuni ipotizzano che il termine "amaro" stia a indicare la potenza e la fittezza dei tannini; altri lo farebbero derivare dal greco antico amauròs, che significa "scuro, nero", quindi come a dire "nero, nero". Il vitigno una volta era diffuso in diverse zone del sud-Italia: oggi perlopiù è coltivato nelle province di Brindisi e Lecce.

Tra quelli che potremmo definire gli "outsider", guadagna sempre più spazio anche la malvasia nera, uva di solito utilizzata per i tagli, ma che vinificata in purezza è in grado di dare risultati sorprendenti. Ovviamente la palette ampelografica non si esaurisce con queste tre varietà: vale la pena ricordare anche il bombino nero, il nero di Troia, l'irresistibile susumaniello in compagnia di altre uve presenti anche in altre regioni (montepulciano, sangiovese, aglianico soprattutto).

Berebene: 8 vini rossi da scoprire dal migliore rapporto qualità-prezzo

90
Cent.

Gioia del Colle Primitivo Adelphòs 2020

Donato Angiuli
Puglia
rosso
Nata alla fine del XIX secolo, l'azienda della famiglia Angiuli è situata nei territori della denominazione Gioia del Colle, con vigneti che vedono la presenza principale di vitigni autoctoni. Davvero ben realizzato, e con un rapporto qualità prezzo di grande correttezza, il Gioia del Colle Primitivo Adelphòs '20 si propone con sentori di frutti rossi, mora di gelso e macchia mediterranea, mentre il palato è fresco, sapido, grintoso, ma anche ricco di frutto.
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91
Cent.

Salice Salentino Le Pitre 2020

Mottura Vini del Salento
Puglia
rosso
Fondata nel 1927, l'azienda della famiglia Mottura è guidata da Barbara, la quarta generazione, che gestisce 120 ettari vitati tra Cellino San Marco, Campi Salentina, Salice Salentino e Squinzano, situati su suoli di tipo calcareo e argilloso coperti di terre rosse. Il Salice Salentino Le Pitre '20, da vecchie vigne ad alberello, si presenta con profumi di tapenade di olive nere, frutti neri e spezie, al palato è ricco di frutto ma anche elegante, fresco, lungo e sapido.
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92
Cent.

Primitivo di Manduria 14 di Terra 2021

Cantolio
Puglia
rosso
Cantina cooperativa nata agli inizi degli anni '60 del secolo scorso, la Cantolio oggi conta su 700 viticoltori che lavorano circa 800 ettari vitati. I vigneti sono situati su diversi suoli: dalla sabbia in riva al mare alle terre rosse e nere, come indicato dalle etichette. Il Primitivo di Manduria 14 di Terra ‘21 ha profumi di frutti neri, radici di liquirizia e zenzero, e un palato ricco di frutto, succoso, piacevole, di buona tenuta e freschezza.
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93
Cent.

Primitivo di Manduria Anima di Primitivo 2019

Tenute Eméra - Claudio Quarta Vignaiolo
Puglia
rosso
Claudio Quarta e la figlia Alessandra gestiscono le tenute acquisite una quindicina d'anni fa, costituite da 55 ettari vitati per la maggior parte situati su suoli ricchi di minerali e di fossili a ridosso della costa jonica, vicino Lizzano. Il Primitivo di Manduria Anima di Primitivo '19 al naso mette in luce note di frutti neri di bosco, con sfumature di spezie e macchia mediterranea, mentre il palato è fresco, sapido, di buon frutto e lunghezza.
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90
Cent.

Mezza Pezza Primitivo 2019

Masseria Trullo di Pezza
Puglia
rosso
È nel 2012 che le sorelle Lacaita hanno creato la loro azienda, riprendendo in mano e rinnovando la tenuta familiare. I vigneti aziendali sono composti da 40 ettari vitati a conduzione biologica, situati tra Torricella, Maruggio, Lizzano e Manduria, prevalentemente su terre rosse calcaree. Il Mezza Pezza Primitivo ‘19, dai toni di violetta e prugne, con note di frutti di bosco rossi, è di buona materia, fresco e grintoso.
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89
Cent.

Primitivo di Manduria Terra Rossa 2021

Felline
Puglia
rosso
Gregory Perrucci ha creato la Felline nel 1992, orientando la sua produzione verso la riscoperta e la valorizzazione dei vecchi vigneti ad alberello, con etichette in grado di esprimere al meglio i diversi terreni e le differenti condizioni climatiche presenti nel territorio della denominazione Primitivo di Manduria. Il Primitivo di Manduria Terra Rossa ‘21 al naso evidenzia profumi di frutti neri, grafite e terra bagnata, mentre il palato è sapido, fresco, dal finale lungo e succoso.
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93
Cent.

Cappello di Prete 2018

Francesco Candido
Puglia
rosso
La cantina della famiglia Candido è una delle più note in Puglia. I suoi 110 ettari vitati sono situati prevalentemente nei comuni di San Donaci e Guagnano, su diversi tipi di terreno, da suoli calcarei a sabbiosi, e coltivati in buona parte ad alberello, con la presenza principalmente di vitigni autoctoni. Il Cappello di Prete '18 è un Negroamaro in purezza dai profumi di liquirizia, tapenade di olive nere e susine, ricco di frutto, di buona materia e con tannini fini, lungo e succoso.
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90
Cent.

Mora Mora Malvasia Nera 2021

Paolo Leo
Puglia
rosso
Paolo Leo guida una struttura produttiva che, insieme alle uve provenienti dai 70 ettari vitati di proprietà coltivati in regime biologico a San Donaci, elabora uve provenienti da vigneti coltivati in collaborazione con vignaioli di fiducia, per una gamma di una ventina di etichette. Il Mora Mora Malvasia Nera ‘21 evidenzia sentori di frutti neri di bosco con sfumature di erbe aromatiche al naso, mentre il palato è ricco di frutto, fresco, di grande piacevolezza e bevibilità.
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