Vinitaly

Vinitaly 2022 report. Vino italiano in Usa: una storia di amore e tradimenti

Addio Boomer, largo a Millennial e Gen Z, mentre cresce la popolazione ispanica. Cambiamenti radicali che spostano anche i consumi. Da rivedere il posizionamento dei vini bianchi, mentre vola il Prosecco. Lโ€™analisi dellโ€™Osservatorio Uiv-Vinitaly nella prima giornata della Fiera

  • 11 Aprile, 2022

Se รจ vero che il mercato statunitense รจ un anticipatore di tendenze, allora รจ bene capire verso dove sta andando per capire il futuro del vino. Ed รจ quello che ha provato a fare Veronafiere nella giornata di apertura della 54esima edizione di Vinitaly, con lโ€™analisi dellโ€™Osservatorio Uiv-Vinitaly The way to North America. Una via che fin qui ha sorriso al vino italiano: sono state 600 milioni le bottiglie Made in italy che nel 2021 hanno preso la direzione di Usa e Canada, per un controvalore di 2,7 miliardi di dollari e una crescita sul 2020 del 17%. Merito, in primis, del Prosecco, che da solo vale ormai 1/4 della domanda americana di vino tricolore e rappresenta a volume quasi il 25% dei consumi domestici di bollicine. Ma occhio al futuro.

Giovani meno attratti dal vino

โ€œIl convitato di pietra รจ dietro lโ€™angoloโ€ ha messo in guardia il responsabile dellโ€™Osservatorio Carlo Flamini โ€œe riguarda principalmente una questione demografica che rischia di cambiare profondamente lโ€™assetto storico dei consumi nel primo mercato al mondoโ€.

Quasi la metร  dei wine lover statunitensi รจ, infatti, composta dai cosiddetti Baby Boomer (sopra i 57 anni), mentre i piรน giovani (tra 21 e 41 anni) sono piรน attratti da altre bevande, come gli hard seltzer, i ready to drink o la Tequila. Un tradimento che potrebbe costare caro al vino e che ha giร  portato a una perdita di 12 milioni di consumatori regolari di vino, passati da 84 a 72 milioni nel 2021.

Dโ€™altronde la storia del vino italiano in Usa รจ una storia di โ€œtradimentiโ€, che ogni volta ha visto lโ€™abbandono di un prodotto ereditato dalla precedente generazione, in favore di uno piรน giovane. In principio era, infatti, il Chianti nel fiasco, poi scansato dal Lambrusco, che a sua volta, ha dovuto lasciare il passaggio al Pinot Grigio. รˆ stato, poi, il tempo dei rossi in barrique, ultimo baluardo dei Baby Boomer. Con i Millennial รจ, infatti, scattata lโ€™ora del Prosecco.

Cambia la composizione etnica dei consumatori

Ma lโ€™elemento demografico non รจ lโ€™unico a condizionare i consumi. Bisogna, infatti, anche tener conto dellโ€™effetto etnico. Oggi le fasce piรน anziane sono dominate dai consumatori bianchi, ma piรน si scende nella scala demografica piรน i pesi si riequilibrano, a favore soprattutto degli ispanici, ormai prevalenti negli Stati confinanti col Messico, come Texas e California. Non รจ un caso che i vini italiani โ€œclassiciโ€, come i bianchi fermi, marcatori generazionali dei Baby Boomer, vedano concentrato il proprio consumo sulla East Coast, dove prevalgono proprio i bianchi. A Ovest, invece, il consumo di vini italiani รจ piรน eterogeneo: piรน Prosecco, rossi fermi e frizzanti, rosati, meno vini bianchi. Considerato che nel 2025, per la prima volta, la popolazione statunitense bianca dovrebbe scendere sotto il 50%, si capisce bene come non si possa piรน fare affidamento sulle categorie che hanno funzionato sin qui.

Il nuovo assetto premia le bollicine italiane

Verso dove va, quindi, il mercato? โ€œFondamentalmente ci si sposta verso tre categorieโ€ rivela Flamini โ€œProsecco, Sauvingnon Blanc neozelandese e rosati francesiโ€. Se il primo รจ, quindi, un fenomeno tutto italiano, le altre due categorie mostrano da una parte la discesa libera dei bianchi italiani, specie del Pinot Grigio e, dallโ€™altra, la poca incisivitร  โ€“ almeno per il momento – dei rosati del Belpaese.

โ€œBisogna interpretare un mercato che sta cambiandoโ€ continua Flamini โ€œe che fondamentalmente, sta abbandonando il vino o, quantomeno, sta tradendo le tipologie del passato. Se i vini rossi stanno provando a reinserirsi, attraverso anche il lavoro sui cru e il territorio, per i bianchi รจ piรน difficile ricollocarsi, specie vista lโ€™agguerrita concorrenza della Nuova Zelandaโ€. Gli interlocutori del futuro, quindi, non saranno piรน i Baby Boomer โ€“ zoccolo duro dei consumatori, destinati a scomparire nei prossimi anni – ma la Gen X, i Millennials e la Gen Z, cosรฌ come, a livello demografico, prevarrร  la mescolanza etnica. Non tenere conto di questi due elementi, sarebbe un errore imperdonabile. Come ha ricordato anche il direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani: โ€œCambiano generazioni e trend e cโ€™รจ bisogno di riempire quel bicchiere che รจ rimasto mezzo vuoto. Una sfida importante che rappresenta anche una buona notizia, perchรฉ indica come ci sia ancora spazio per il nostro vinoโ€.

a cura di Loredana Sottile

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