Dopo i focus sui migliori Pinot Nero e Pinot Grigio al di sotto dei 20 euro, qui ci concentriamo sui Pinot Bianco, continuando cosรฌ a esplorare il mondo del pinot in tutte le sue sfumature, che oggi ci portano a conoscere le versioni piรน chiare.
Le origini del vitigno pinot bianco sono state per molto tempo motivo di discussione tra gli ampelografi. Il perchรฉ รจ presto detto. La sua genealogia, come giร sottolineato, sembra farlo risalire al pinot nero, del quale, come del resto anche il pinot grigio, รจ una mutazione intravarietale.
Eppure per decenni il vitigno รจ stato confuso con lo chardonnay (con cui condivide molte caratteristiche ampelografiche), tanto che fino a una cinquantina di anni fa, nel nostro Paese veniva identificato come pinot-chardonnay. Ma intorno agli anni ’80 tutti i dubbi sono stati fugati e il vitigno รจ entrato a pieno titolo anche nei disciplinari di produzione delle Doc e Docg italiane.
Essendo parente stretto del pinot nero, ovviamente le sue origini vanno ricercate in Borgogna, dove oggi perรฒ รจ davvero poco presente. Essendo amante di climi freschi, quando non addirittura freddi, ha trovato altre zone d’elezione; rimanendo in Francia, รจ particolarmente coltivato in Alsazia, ma lo troviamo anche in alcune zone della Germania e dell’Austria. Ormai, comunque, si รจ diffuso in tutto il mondo, compresa l’Italia.
Le regioni italiane in cui prospera il pinot bianco sono soprattutto quelle del Nord: Trentino, Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Se volete andare alla scoperta dei vini italiani ottenuti dal pinot bianco, ecco una lista di etichette recensite nella guida Berebene 2024 del Gambero Rosso , che sugli scaffali delle enoteche e negli shop on-line costano meno di 20 euro e che in molti casi hanno raggiunto le finali durante le degustazioni per la guida Vini d’Italia 2024 del Gambero Rosso, incluso un Tre Bicchieri.
Il cavallo di battaglia della storica cooperativa Cantina Terlano รจ sicuramente il Pinot Bianco che, anche con la vendemmia 2022, si fa apprezzare come uno dei piรน interessanti della denominazione. Profuma intensamente di frutto giallo maturo e fiori mentre in bocca รจ ricco e di notevole slancio. Compratene una bottiglia in piรน e dimenticatela in cantina, saprร stupirvi. Terlano e Andriano si adagiano su due conoidi uno di fronte dall’altro, quasi a specchiarsi, con il corso dell’Adige e l’ampio fondovalle a dividerli. Nel 2008 le due cooperative piรน antiche della regione si sono fuse e da allora Rudi Kofler ne gestisce la direzione tecnica, con l’obbiettivo di valorizzare non solo il lavoro dei soci ma anche le peculiaritร delle due zone. Le vigne di Andriano sono su terreni di origine calcarea, mentre di lร del fiume รจ il porfido a caratterizzare il suolo. Batteria di vini che impressiona per la continuitร qualitativa e stilistica.
L’azienda della famiglia Brigl, una vera e propria istituzione storica nel territorio, produce vini di grande piacevolezza che fanno riferimento ai vitigni storici d’Oltradige. Segnaliamo fra gli altri il Pinot Bianco 2022 un vero e proprio concentrato di Alto Adige. Al naso il frutto bianco appare maturo e croccante, succoso, contornato da note floreali che portano in dote finezza e leggerezza. Il palato รจ dinamico, lungo e di trascinante bevibilitร . Saprร accompagnarvi per qualche anno senza timore. Sono piรน di 30 le generazioni di Brigl che si sono succedute alla guida della storica azienda di Appiano, un’avventura cominciata nel 1309 e che dopo 700 anni puรฒ fare affidamento su una piattaforma viticola molto estesa, 50 ettari di proprietร cui vanno aggiunte preziose collaborazioni con viticoltori soprattutto della zona di Renon e di Termeno. Brillano tre vere e proprie perle viticole, la tenuta Haselhof a Colterenzio, la Rielerhof sui primi contrafforti del Renon ed infine la Windegg nei dintorni di Caldaro.
Il Pinot Bianco รจ il vino che storicamente identifica il territorio Atesino, il calice che non manca mai nella proposta dei produttori e sulle tavole dei ristoranti della regione. L’azienda di via Sarentino propone questa versione di spessore, il Carnol 2022. Frutto di vigneti collinari che si sviluppano nei pressi del capoluogo, matura interamente in acciaio prima di donare i suoi profumi di frutto bianco e fiori. In bocca colpisce per armonia e lunghezza. La storia dell’azienda Rottensteiner comincia nel secondo dopoguerra per volontร di Hans, ma il rapporto della famiglia con la viticoltura e i vini del territorio ha radici ben piรน profonde. Al timone da oltre vent’anni ci sono Hannes e la moglie Judith, che seguono tutte le fasi produttive dalla campagna alla bottiglia e, accanto a loro, gli altri membri della famiglia non mancano di far sentire il loro sostegno. La produzione puรฒ fare affidamento su quattro masi di proprietร e la preziosa collaborazione di oltre 50 viticoltori che forniscono uve alla cantina.
Florian Brigl conduce l’azienda di famiglia in localitร Settequerce, alle porte del capoluogo, vigneti collinari dove conifere e palme convivono e sottolineano il carattere alpino e al tempo stesso mediterraneo del territorio. Il Pinot Bianco Eich 2022 proviene da vigneti a 300 metri di altitudine su suolo porfirico e calcareo, profuma intensamente di frutto bianco con una spiccata vena esotica e vegetale che ne rinfresca il profilo. Il palato รจ asciutto, succoso e di beva piacevolissima. L’azienda di Florian Brigl si sviluppa fra la zona di Settequerce, piccolo borgo racchiuso fra Bolzano e Terlano, e quella di Appiano, permettendo la distribuzione dei vitigni nelle zone piรน vocate. Se attorno alla cantina il clima รจ caldo e perfetto per la coltivazione delle uve a bacca rossa, nella zona d’Oltradige sono le uve bianche a godere dell’altitudine piรน elevata eย delle fresche correnti che scendono dalla Mendola. In cantina non si cercano concentrazioni esasperate quanto il giusto equilibrio fra ricchezza e finezza.
Cantina Merano, cooperativa di Marlengo, opera principalmente nell’area del Burgraviato, il complesso viticolo collinare che si allarga attorno a Merano. Fra i numerosi vitigni coltivati il pinot bianco svolge un ruolo da protagonista e l’azienda lo interpreta in piรน versioni. Ottimo il Graf 2022, un calice che al naso dona intense suggestioni di frutto fresco e fiori che ritroviamo in un palato asciutto, succoso e di grande piacevolezza. L’area viticola che occupa la zona nord occidentale della provincia di Bolzano rappresenta il bacino viticolo della Cantina di Merano, una delle cooperative maggiormente parcellizzate, con quasi 400 soci a coltivare 265 ettari di vigneto. Le dolci colline che circondano la cittadina sono caratterizzate da clima mite, mentre la Val Venosta vede vigneti che si spingono molto piรน in alto, su suoli spesso aridi e che godono di grandi escursioni termiche fra giorno e notte. Stefan Kapfinger guida lo staff tecnico che interpreta alla perfezione questi due territori tanto differenti.
La piccola azienda della famiglia Sรถlva conduce una delle realtร piรน interessanti d’Oltradige, con vini che all’espressione varietale aggiungono un forte carattere territoriale. Provate il loro Pinot Bianco Hos, un vino che non si concede immediato ma bisogna scavare intorno alle note sulfuree per estrarre un frutto prezioso e fragrante, rinfrescato da note di fiori che donano leggerezza e finezza. Il sorso รจ asciutto, raffinato e perfetto per accompagnare una spigola al sale. L’azienda si sviluppa per 7 ettari lungo le colline che cingono il lago di Caldaro su diversi appezzamenti. Se per le varietร che necessitano di maggior calore, come le bordolesi o il lagrein, si attinge alle zone di Prutznai e Lavason, la schiava regna sovrana a Barleit e le varietร a bacca bianca si trovano nei piรน alti vigneti di Vial e Kardatsch. Un vero e proprio puzzle viticolo che, nel raggio di pochi chilometri, offre spunti e possibilitร per una produzione affidabile e di alto livello qualitativo.
Il Pinot Bianco Schulthaus รจ l’emblema di un vino di alta qualitร , prezzo contenuto e facile reperibilitร . Fin dai profumi colpisce la finezza di questo calice, tratteggiato da un frutto bianco croccante e succoso che trova freschezza nelle note di fiori. In bocca รจ sapido, agile e di beva trascinante. Aperitivo di classe, รจ perfetto per accompagnare degli scampi crudi. Nata per volontร di 27 viticoltori all’inizio del secolo scorso, oggi la grande cooperativa di San Michele Appiano puรฒ contare sulla partecipazione 330 famiglie che seguono con amorevoli cure un vigneto che si estende per quasi 400 ettari. Nel corso degli anni la viticoltura si รจ sempre piรน specializzata e oggi ogni vitigno รจ coltivato nel suo luogo d’elezione, per fornire uve che in cantina, sotto la guida di Hans Terzer, sono trasformate in una gamma ampia di etichette dove ai vini piรน semplici e immediati fanno eco espressioni di stretto legame con il territorio.
Il Pinot Bianco 2022 di Le Monde, quello dell’ultima annata, si conferma top di gamma e riconquista i Tre Bicchieri, sfoggiando l’eleganza e la fragranza che ha sempre dimostrato. La localitร Le Monde, che si colloca tra le sponde dei fiumi Livenza e Meduna, al confine con il Veneto, รจ considerata un vero e proprio cru. Fondata nel 1970, Le Monde รจ stata rilevata da Alex Maccan nel 2008; da dinamico imprenditore, ha proiettato l’azienda ai vertici dell’eccellenza regionale. Recentemente si รจ reso protagonista di un’altra impresa, acquistando sul Collio goriziano l’azienda La Ponca e riorganizzandone il sistema produttivo.
Il Pinot Bianco 2022 di Alessio Komjanc conferma di essere un fuoriclasse nella sua tipologia e si piazza sempre nelle posizioni di testa. Anche quest’anno ce lo siamo ritrovati in finale. Alessio Komjanc, nel 1973, quando fondรฒ l’azienda, dichiarรฒ che il suo obiettivo era quello di produrre vini e olio di altissima qualitร . Obiettivo che ha perseguito per decenni e che si รจ concretizzato nel 2000, quando tutti i quattro figli maschi (Beniamin, Roberto, Patrik e Ivan) si insediarono definitivamente in azienda riuscendo a ottimizzare l’intera filiera produttiva. Con l’aiuto di una preziosa consulenza in cantina, la qualitร dei vini รจ migliorata in modo esponenziale ed ora il marchio Komjanc si colloca tra quelli che meglio interpretano le potenzialitร del Collio.
La gamma proposta di Gianni Sgubin รจ tutta di buon livello. Abbiamo apprezzato particolarmente il Collio Pinot Bianco 2022, di grande intensitร e fragranza. I profumi spaziano dall’anice ai fiori bianchi, con belle note di mela e limone. La bocca รจ armonica, di notevole freschezza e profonditร gustativa, con un’aciditร ben integrata a e una finale di elegante marca balsamica e floreale.All’inizio degli anni 60 Ferruccio Sgubin dette una svolta alla propria attivitร e decise di specializzarsi nella coltivazione della vite. Ancor oggi collabora fattivamente, anche se ormai da molti anni a condurre l’azienda รจ il figlio Gianni. La gestione รจ prettamente familiare, dedita anche alla ristorazione, e ora la nuova generazione รจ pronta a ricevere il testimone per garantire continuitร . Giovandosi della consulenza di tecnici qualificati, negli ultimi anni il livello qualitativo dei vini รจ lievitato in modo rimarchevole.
Prosegue la scalata di Andrea Drius verso le vette dell’eccellenza. I vini sono sempre piรน convincenti, e il Pinot Bianco 2021 รจ un vino da non perdere. Si offre nitidissimo nei toni di scorza d’arancia, crema pasticceria e nocciola. La bocca รจ polposa, sapida, di notevole allungo gustativo, per un finale avvincente e incisivo. Invecchierร con grazia.
Il Pinot Bianco 2022 di Roberto Scubla si distingue per una sinfonia di note floreali e fruttate che danno vita una trama gustativa avvincente e complessa. Al palato รจ cremoso e progressivo, dal lungo finale balsamico. Per scelta di vita, Roberto Scubla nel 1991 acquistรฒ alcuni ettari di vigna annessi ad un rustico sui pendii della Rocca Bernarda. Oggi quel rustico รจ un caseggiato di pregiato valore architettonico, circondato da un’atmosfera bucolica. La cantina รจ stata integrata da una sala per le botti completamente interrata, che gode di una temperatura fresca e costante. La particolare conformazione delle colline circostanti facilita l’ingresso della bora che, oltre a garantire una ventilazione costante, consente l’appassimento naturale delle uve di verduzzo disposte su graticci all’aperto sotto una tettoia.
Si distingue per pulizia, freschezza e fragranza il Pinot Bianco Il Chiaro 2021 di Galliussi, intenso nei suoi toni di limone e tรจ verde, dalla bocca tesa, vibrante ma allo stesso tempo polposa. Ottima anche quest’anno la performance di questa bella azienda di recentissima costituzione situata sulle colline di Spessa di Cividale, in localitร Bosco Romagno. Voluta fortemente e realizzata da Ivo Galliussi quale materializzazione del sogno di tornare alle origini e ai ricordi della gioventรน.
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