Al settimo piano del Radisson Santa Sofia, con Milano che si distende sotto lo sguardo panoramico, c’รจ un posto nuovo che materializza con eleganza sorprendente l’esperienza di lusso estremo dove la cultura giapponese si rivela sempre la cornice perfetta: esotica e misteriosa quanto basta per affascinare, ma familiare nelle sue manifestazioni piรน conosciute, irresistibilmente magnetica per ogni posto che aspiri, appunto, al lusso assoluto. L’ultimo arrivato si chiama Sali, e la mano in cucina รจ quella di Chiara Di Salvo – classe 1998, piemontese affinata nelle cucine londinesi del Gordon Ramsay Group. L’ambiente รจ spettacolare: i marmi della hall – cipria, verde antico, grigio screziato – sono solo l’antipasto di una sosta che trova il suo apice nell’abbraccio caldo delle boiserie orientali, delle lanterne sospese, delle stampe giapponesi che trasformano l’altezza in intimitร raccolta.
Il gruppo Sequoia di Alessandro Mario Cesario e Christian Brigliadoro ha creato qualcosa di raro: un luogo che seduce senza ostentare, che sorprende senza gridare. ยซSali รจ un posto in cui si viene per restare e per tornareยป, spiegano, e si capisce subito che hanno centrato il punto: creare non solo un ristorante, ma un’esperienza che rimane impressa. La cucina nelle mani di Chiara, poi, interpreta il concetto di izakaya (traducibile in โluogo dove bere e divertirsiโ, con piccole tapas nipponiche e cocktail) con quella maestria che nasce dal rispetto per la tradizione e dalla voglia di innovare. Le patate novelle con sale aonori sono piccole gemme dorate, croccanti fuori e cremose dentro, attraversate da quel sapore umami che sa di mare e di perfezione tecnica. Il Tzukemono di verdure dimostra come la semplicitร possa essere rivoluzionaria: ogni boccone un equilibrio perfetto tra acidulo e croccante che pulisce il palato e prepara al piatto successivo.
La drink list “gocce di viaggio”, creata da Daniel Jonathan Selby con Alessia Bellafante e Dario Baturi, sembra un quaderno di appunti di viaggio giapponesi trasformato in esperienza liquida. Il Tohoku – gin Nordรฉs, sakรจ Pink Kappa, hojicha e umeboshi – arriva al tavolo sormontato da una nuvola di zucchero filato rosa che si scioglie lentamente nel bicchiere, creando un piccolo spettacolo che invita a rallentare e godere del momento. Il Chogoku riscrive invece il Bloody Mary in chiave nipponica: vodka, shochu, succo di pomodoro fresco e un mix sapido che crea una complessitร gustativa sorprendente, profondamente contemporanea.
La scenografia di Sali, tra legni scuri, tessuti naturali e silenzi calibrati, restituisce perfettamente quell’immaginario giapponese fatto di bellezza senza tempo. ร un’ambientazione che funziona perchรฉ tocca corde profonde: il desiderio di autenticitร , la ricerca di bellezza, il bisogno di momenti di pausa dal caos quotidiano. Il servizio รจ impeccabile senza essere invadente, capace di adattarsi anche alle situazioni piรน insolite: quando al tavolo accanto una coppia coccola il proprio cane (non proprio profumatissimo, ma l’amore non conosce barriere), l’atmosfera rimane intatta, protetta da quella grazia discreta che รจ il marchio dei grandi luoghi.
Milano da quassรน sembra piรน dolce, piรน disposta al dialogo. E forse รจ questo il vero segreto di Sali: aver capito che il lusso autentico non sta nell’ostentazione ma nella capacitร di creare momenti indimenticabili, dove ogni dettaglio – dal cibo ai cocktail, dall’ambiente al servizio – concorre a un’esperienza che resta impressa per gusto, ritmo e atmosfera. E prezzi, perchรฉ il Giappone, i marmi, i tetti e i sorrisi si pagano, e non poco, visto che lโaperitivo descritto sopra รจ costato 59 euro. Forse sono tanti, forse siamo poveri e magari soffriamo di quella che gli psicologi chiamano โinvidia di posizioneโ, per cui invidiamo quello che vediamo ma non possiamo stabilmente raggiungere; certo non possiamo tornare presto a fare un aperitivo da 59 euro, come auspicano i soci fondatori. O forse spenderemmo questi soldi per esperienze meno esotiche, son gusti. Per quanto mi riguarda, come il libro di David Foster Wallace, รจ stata ยซuna cosa divertente che non farรฒ mai piรนยป.
Nella Milano di oggi, perรฒ, Sali sta benissimo: รจ in un rinnovato hotel super opulento, guarda i tetti di codici postali tra i piรน ricchi dโItalia ed รจ di fianco al nuovo mega quartier generale di una delle big five della consulenza, i cui partner certamente ameranno venire qui con un cliente, o a festeggiare un contratto. Sono loro, e i turisti di paesi con maggiore potere dโacquisto del nostro, i nuovi riferimenti della ristorazione milanese, che qui ripeto si esprime ai vertici per qualitร , creativitร e scenograficitร . Probabilmente รจ giusto cosรฌ. Enjoy.
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