Sulle sponde dei laghi italiani, quest’estate si respira una strana quiete. Non è solo afa: è assenza. Il Garda, Como, Lecco: mete che negli ultimi anni avevano registrato numeri da overtourism ora si trovano a fare i conti con piazze semi-deserte, strade senza traffico, camere d’albergo non prenotate.
Il Lago di Garda, che più di altri ha basato la sua fortuna su una clientela internazionale affezionata – soprattutto tedesca – sta vivendo una stagione sottotono. «La stagione non sta andando a gonfie vele come si vuol far credere», racconta Fabio Pasqualini, presidente di Confcommercio Bardolino in un’intervista a Corriere della Sera. Il suo piccolo impero turistico, fatto di bar storici, gelaterie, affittacamere e negozi, è un termometro perfetto per capire cosa succede. E i sintomi non lasciano spazio a dubbi: «Mancano i tedeschi e mancano gli italiani». Gli unici ad arrivare, per ora, sono gli olandesi e i danesi. «Ma si comportano diversamente: stanno nei campeggi, non fanno shopping, non vanno nei bar per l’aperitivo».
Il cambiamento del pubblico è un tema che si ripete in tutte le località lacustri. E con esso, cambiano le abitudini di consumo. Chi veniva per fare la spesa nei negozi locali, cenare nei ristoranti o comprare un profumo artigianale ora è meno presente o semplicemente più attento al portafogli. A Bardolino si nota persino la differenza nel traffico: la Gardesana è libera dalle classiche code di auto con targa tedesca.
La Germania, storicamente uno dei principali bacini turistici per il nord Italia, sta attraversando una crisi economica strutturale. Dopo due anni consecutivi di contrazione del PIL (-0,3% nel 2023 e -0,2% nel 2024), anche il 2025 si annuncia difficile. Il Bundesverband der Deutschen Industrie (BDI), il principale sindacato industriale tedesco, ha recentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita, indicando una nuova flessione dello 0,3% per quest’anno.
La situazione è aggravata dalla debolezza del settore industriale, un tempo motore dell’economia tedesca. A giugno 2025, la produzione manifatturiera ha segnato un -1,9% rispetto al mese precedente: il livello più basso dall’epoca del lockdown. A pesare sono soprattutto gli ordini dall’estero, che continuano a calare, come riporta Reuters.
Tra i settori più colpiti c’è l’automotive: Volkswagen ha annunciato una perdita operativa di 1,3 miliardi di euro, mentre i porti europei, come Anversa, registrano un calo del 15,9% nelle esportazioni di veicoli verso gli Stati Uniti nella prima metà dell’anno. Il motivo? I nuovi dazi introdotti dall’amministrazione Trump, che hanno colpito duramente l’export tedesco verso l’America.
Questa recessione si riflette direttamente sui consumi: le famiglie tedesche, storicamente propense a viaggi di media e lunga durata in Italia, stanno riducendo le spese. Meno viaggi, meno vacanze.
A pesare, però, non è solo l’assenza tedesca. Anche gli italiani sembrano aver cambiato abitudini. La presidente degli albergatori di Lazise, Virginia Torre, racconta che mancano completamente le prenotazioni last minute. «Abbiamo un 70-80% di camere prenotate, ma il restante 20% resta vuoto. Gli italiani si fermano due o tre giorni, non fanno più due settimane». Il rincaro dei prezzi incide su tutto: anche una cena in pizzeria diventa un lusso per una famiglia media. «Una pizza per quattro costava 50 euro, oggi ne servono 100».
Le piazze si svuotano dopo le 22.30, i negozi chiudono in anticipo, le vetrine restano illuminate nel vuoto. Il commercio locale, abituato a un flusso continuo di turisti disposti a spendere, ora fa i conti con una realtà diversa. Le prenotazioni su Booking parlano chiaro: a inizio agosto c’era ancora ampia disponibilità sul lago.
A salvare l’immagine di una stagione “piena” sono solo i campeggi, che mostrano buoni tassi di occupazione. «Ma non è la stessa cosa», puntualizza Giovanni Bernini, presidente di Asso Camping. «È vero, ora siamo pieni, ma il calo c’è stato fino a metà luglio e si vedrà ancora dopo Ferragosto. E poi, i campeggiatori spendono meno».
La narrazione dell’overtourism si sta allontanando. Non ci sono più le folle di turisti in fila per un tavolo. Non ci sono code infinite di auto. C’è invece una domanda silenziosa che rimbalza tra gli operatori: e se questo fosse l’inizio di un cambiamento più profondo?
Niente da mostrare
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
Made with love by
Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd