Porto Badisco, una piccola insenatura a sud di Otranto, verso Santa Cesarea Terme, non si pubblicizza. Non ha stabilimenti alla moda né eventi da calendario tipici del Salento più turistico. Non c’è nulla che venga “venduto” come esperienza, ma c’è tutto quello che serve se si cerca il mare e la tranquillità che questo tratto di costa ha sempre donato. Ci si sveglia con le cicale, si fa il bagno tra i pesci, si pranza su una sedia di legno all’ombra di un’alimentari e poi si torna, ogni anno, senza bisogno di spiegare il perché.
Non si capisce Porto Badisco se non si parte dalla pesca. La sua identità è tutta lì. È sempre stato un punto d’approdo per pescatori, prima ancora che per turisti. Chi viene qui da anni ricorda la pesca “a focu”, con la lampara a petrolio e le reti calate di notte.
La costa, da entrambi i lati dell’insenatura, è piena di punti favorevoli alla pesca anche da terra. Le “tagliate”, ovvero una discesa tra gli scogli dove il mare è subito profondo, restano ideali per chi cerca pesce da scoglio o per farsi un bagno più avventuroso. Si può nuotare in mezzo a nuvole di castagnole e occhiate. Chi ha occhio e un po’ di fortuna vede passare le spigole.
All’interno del fiordo c’è una piccola spiaggia, l’unica in questa insenatura, che di recente ha modificato la sua conformazione a causa di un’alluvione. Non è grande, ma è comoda e riparata. Il fondale scende gradualmente e dopo pochi metri l’acqua è già profonda abbastanza per nuotare. La baia è bassa, sabbiosa, perfetta per entrare in acqua e scoprire subito la vita marina: saraghi, salpe, donzelle, e ogni tanto qualche ricciola.
La piccola spiaggia si trova non lontano dalla Grotta dei Cervi, un sito archeologico di eccezionale valore chiuso al pubblico. All’interno della grotta si conservano pittogrammi risalenti al Neolitico, datati tra gli 8.000 e i 5.000 anni fa, che testimoniano la presenza e l’espressione artistica delle prime comunità umane della zona. Prima di arrivare alla baia, c’è una pineta attrezzata che offre ombra e relax a chi non ama stare sotto il sole tutto il giorno.
A pochi metri dalla spiaggia c’è un piccolo locale con un’insegna semplice: Da Carlo. È un bar-alimentari, ma anche una gastronomia, un archivio di immagini della Grotta dei Cervi, una libreria di testi sul Salento, e per molti un luogo dove ritrovare lo stesso sapore ogni anno, un’istituzione per la gente del posto.
L’edificio che ospita il locale è lo stesso dal primo Novecento. Le modifiche nel tempo sono state minime e rispettose della struttura originaria: pavimenti anni ’50, camini antichi ancora funzionanti, infissi in legno, banco anni ’80, un colonnato esterno costruito al posto di vecchi alberi di gelso (di cui uno sopravvive ancora).
Non ha bisogno di attirare nessuno. Chi lo conosce, lo cerca. Chi ci capita per caso, spesso ci torna. In un villaggio così piccolo, dove tutto si muove con calma e si conoscono quasi tutti, Da Carlo è un punto fermo.
Sotto al portico c’è la lampara appesa, simbolo di un mestiere che ha dato vita al villaggio. Fuori, un pergolato, qualche tavolo, l’ombra che arriva giusta a coprire il sole quando serve e un ritmo che non cambia, si mangia quello che c’è, sempre in compagnia.
L’attività del Bar Alimentari da Carlo nasce nel 1905 con Andrea Chirilli, pescatore e commerciante di vino, che apre a Porto Badisco una puteca stagionale per offrire ristoro ai pescatori. In breve, il locale diventa una trattoria rinomata per i ricci di mare e i piatti poveri del territorio.
Nel 1920 Chirilli acquista l’immobile, dando stabilità all’attività di famiglia. Negli anni Cinquanta, la nipote Olga Chirilli, con la sorella Tecla e il cognato Giuseppe De Paola, trasforma il locale in osteria e poi bar con tabacchi e alimentari, facendo della cucina semplice e locale il suo punto di forza.
Nel 1970, con la scoperta della Grotta dei Cervi, il locale diventa anche un punto di riferimento culturale, ospitando le prime immagini dei pittogrammi neolitici, e guadagna notorietà nazionale. Negli anni Ottanta subentra Carlo De Paola, che battezza ufficialmente il locale come “Bar Alimentari da Carlo”, consolidandone la fama.
Dal 2013 al 2024, sotto la guida del figlio Giuseppe, il locale si rinnova nel segno della tradizione e sostenibilità. Dal 2024, la gestione è passata a Andrea De Paola, che continua a portare avanti l’eredità di famiglia.
Il Bar da Carlo è l’unico locale della zona aperto tutto l’anno, con orario continuato. Per quanto riguarda il menu, da maggio a ottobre è attivo il servizio di gastronomia e tavola calda. Negli altri mesi dell’anno, invece, il locale propone un menu alla carta.
Il pesce fresco viene cucinato secondo la disponibilità del giorno, senza menu fissi, ma sempre con sapori autentici. I protagonisti? I ricci di mare, serviti crudi con pane, formaggio e vino bianco: una tradizione che ha reso il locale celebre.
Accanto, i piatti della cucina contadina: legumi, cicorie, ortaggi stagionali e prodotti locali come formaggi e salumi artigianali. Tra le scelte più curiose c’è il capocollo Santoro Martina Franca, una rarità in zona nonostante non venga da molto lontano.
La proposta si completa con una selezione di vini pugliesi, una birra artigianale a marchio proprio e una piccola raccolta di libri e pubblicazioni sul territorio.
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