Oggi 21 agosto 2025 è venuto a mancare una figura centrale del vino marchigiano: il mondo del Verdicchio perde Ampelio Bucci. Nato a Senigallia il 3 luglio 1936 ma milanese di adozione, era laureato in Economia e successivamente svolse il ruolo di professore universitario. Unico maschio di una nidiata di quattro figli, ha dovuto sin da giovane occuparsi dei cospicui patrimoni terrieri sparsi tra Montecarotto, Serra de Conti e Pongelli di Ostra Vetere: un complesso quadro agricolo, un mosaico assemblato insieme dalla dissoluzione della mezzadria da gestire in prima persona, scegliendo le persone giuste. Il fiuto in questo non gli è mai mancato così come quando diede a Giorgio Grai le chiavi produttive dei propri vini. Sul sodalizio con il fumantino e geniale enologo bolzanino vi è un lungo florilegio di aneddoti. Nonostante le liti, gli aspri confronti, gli addii annunciati ma mai messi in pratica, il loro rapporto è andato avanti sino alla morte di Grai avvenuta nell’ottobre del 2019.
Insieme hanno dato vita al Villa Bucci, il più iconico dei Verdicchio, dotato di stile inimitabile e figlio di alcune idee controcorrenti. La più celebre è quella della maturazione in grandi botti di rovere di Slavonia, messa in pratica sin dal 1983 e mai messa in discussione neanche nel decennio successivo quando i piccoli volumi di barrique e tonneau avrebbero dominato la scena dei vini bianchi in legno.
L’altra è il rifiuto del concetto di cru e lo scetticismo per la crescente specializzazione delle etichette sul modello borgognone della vigna, con i vini divisi in base all’appezzamento, talvolta filare per filare. Seguace del modello bordolese, ha sempre pensato che il blend delle migliori uve dei propri vigneti potesse dare continuità qualitativa e un vantaggio nel comporre il proprio disegno stilistico. Infine, l’idea di sostituire le vecchie vigne con materiale più giovane e performante: credeva nel fatto che solo piante di età adeguata, vale a dire con una vita almeno trentennale, fossero in grado di dare quel gran salto in termini di equilibrio e complessità ai mosti, dunque al vino.
La bontà delle sue intuizioni sono sotto gli occhi di tutti e hanno reso il Villa Bucci un vino identitario, dalla personalità decisa eppur raffinata come il suo corredo aromatico e la tenace delicatezza del suo sorso, spesso accompagnati da una longevità fuori misura. Ma l’abilità produttiva di Ampelio e Giorgio non si limitava all’iconica riserva. Non erano rare le occasioni in cui il suo Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, il secondo vino prodotto con le medesime vigne ma affinato solo in botti d’acciaio e immesso due anni prima sul mercato, raggiungesse l’espressività e l’eleganza gustativa della sua Riserva.
Oppure i due rossi ottenuti da vigne impiantate con sangiovese e montepulciano poi unite nella denominazione Rosso Piceno, con cui ancor oggi si producono il caratteriale Pongelli e il raro Villa Bucci Rosso dai toni sussurati e composti.
Ampelio era comunque conscio che l’età raggiunta avrebbe presentato il conto. Non era più facile seguire tutto in prima persona, macinare milioni di chilometri con ogni condizione climatica per esser presente in famiglia a Milano e in azienda nelle Marche, operazione ripetuta quasi tutte le settimane in 70 anni di vita.
D’accordo con la famiglia mise l’azienda in vendita all’apice della sua fama. Dopo molte manifestazione di interesse e tanti contatti alla fine l’accordo avvenne nella primavera del 2024. La controparte è stata trovata nella figura di Sandro Veronesi, imprenditore veneto a capo del gruppo Omniverse, desideroso di aggiungere una gemma preziosa alla sua corona di aziende vitivinicole. Nulla è mutato in azienda dopo il passaggio di mano. Tantomeno le figure chiave di Gabriele Tanfani, straordinario professionista da 28 anni braccio operativo di Ampelio, così come l’enologo trentino Gianni Gaspari, arrivato per colmare il vuoto lasciato da Grai.
Le Marche e il mondo del Verdicchio perdono un gigante che ha contribuito a dare lustro, visibilità, diffusione mondiale ai Castelli di Jesi. Di certo non saranno dimenticate le sue intuizioni, la sua arguzia di pensiero e la gentilezza dei modi, la grande lezione di una vita integerrima.
Le più sentite condoglianze giungano alla sua famiglia e a tutti coloro che lo hanno amato.
Niente da mostrare
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
Made with love by
Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd