Miniguida

Tra le isole Baleari c’è un paradiso accessibile in cui vale la pena scappare

Acque cristalline e spiagge incantate regalano alle isole Baleari la capacità di essere una delle mete più desiderate dell’estate mediterranea. Quattro isole tra le quali spicca Minorca

  • 25 Agosto, 2025

Patrimonio UNESCO come Riserva della Biosfera dal 1993, Minorca è un laboratorio di equilibrio tra natura, cultura e gastronomia. I suoi 700 km² di costa frastagliata e punteggiata da calette ammantate di luce si sposano con un entroterra animato da una vita rurale sincera, non addomesticata dal turismo di massa. Passeggiare lungo il Camí de Cavalls, che percorre i 184 km della costa, significa scoprire spiagge segrete e scorci dove il tempo sembra dilatarsi. Ma Minorca non è solo paesaggio: è una stratificazione culturale profonda – dall’arte talaiotica ai lasciti romani – che trova valore nelle produzioni locali, un patrimonio che nel 2022 le ha permesso di essere riconosciuta come “Regione europea della gastronomia”.

Se amate le curiosità, si dice che la maionese – in francese “mayonnaise” – debba il proprio nome a Mahón, capoluogo dell’isola, dove un cuoco francese nel 1756 emulsionò per la prima volta l’uovo con olio d’oliva, dando vita alla celebre salsa. Una leggenda che non toglie all’isola l’autenticità di alcuni prodotti come il formaggio di Mahón (Queso Mahón-Menorca, DOP dal 1985), prodotto con latte vaccino e modellato con tecniche artigianali come il fogasser, che imprime una forma quadrata morbida con rilievi sulla crosta. La sua fama internazionale – la cooperativa COINGA ha ottenuto la medaglia d’oro al World Cheese Awards 2018-19 – si afferma per il sapore leggermente piccante, cremoso, con note dolci e nocciolate.

Minorca, la regina delle Baleari è l’aragosta

Altri prodotti dell’isola provengono dagli allevamenti bradi di maiale, come la sobrasada – spalmabile e speziata con pepe nero e paprika – più delicata rispetto alla maiorchina, la carnixulla – il salume più antico dell’isola – e il botifarró, simile al sanguinaccio, da mangiare crudo o cotto. Per gli amanti della mixology ci sono eccellenti gin locali, come l’Innat e il celebre Gin Xoriguer – distillato tradizionale derivato da vinacce o vino – utilizzato nella Pomada, cocktail a base di gin e limonata consumato nelle feste popolari. Dopo un lungo declino, anche la viticoltura è rinata: alcune cantine producono vini bianchi, rossi e vermouth come il Fot-Li, realizzato con 19 botaniche locali. I vigneti sono piccoli, custoditi da muretti a secco e vendemmiati a mano.

E poi c’è la regina indiscussa delle Isole Baleari: l’aragosta, un vero e proprio giacimento gastronomico, presente nel catalogo della Fondazione Slow Food. Pescate con la nassa, le aragoste sono l’ingrediente principale della Caldereta de Llagosta, zuppa ricca preparata con soffritto, pomodoro e pane tostato. Un tempo pasto consumato in barca, oggi è un must nei ristoranti di Fornells, borgo di pescatori che pratica pesca sostenibile seguendo disciplinari che garantiscono l’unicità della specie e la salvaguardia del suo ecosistema. Tra gli altri piatti tipici: Arroz de la tierra (grano «xeixa» cotto al forno con carne e pomodoro), Cozze con sobrasada, Pancetta di maiale con formaggio di Mahón, Calamaro aioli e Astice con uovo e patate.

Conoscere l’isola con gusto

Negli ultimi quattro anni, il patrimonio minorchino ha trovato un promotore in Ernesto Ventós, barceloní che dopo vent’anni di amore per l’isola ha creato Menorc4Manos, evento che porta alla luce la gastronomia di Minorca. Ogni stagione, chef internazionali come Jaime Pesaque (Maita, Lima) e Juanlu Fernández (Lù, Jerez de la Frontera) visitano l’isola per scoprire le sue potenzialità culinarie. Ogni cena celebrativa finale viene realizzata a quattro mani con uno chef locale ed è aperta al pubblico.

Lo spirito di Ernesto rispecchia la determinazione di allevatori, viticoltori e distillatori di un’isola minuta ma tenace, che ha difeso la propria cultura, ambiente e tradizioni attraverso guerre, dominazioni ed evoluzioni sociali. Visitare Minorca significa perdersi in un paradiso accessibile, autentico e lontano dalla massificazione.

Dove mangiare a Minorca

Città e Villaggi:

  • Maó (Mahon): capitale con porto naturale, centro storico e Fortezza de la Mola.

  • Ciutadella: antica capitale con cattedrale e porto suggestivo.

  • Binibeca Vell: pittoresco villaggio di pescatori con case bianche.

  • Es Castell: cittadina storica vicino a Maó.

Natura e Paesaggi:

  • Monte Toro: punto più alto con viste panoramiche.

  • S’Albufera des Grau: riserva naturale UNESCO.

  • Cova d’en Xoroi: grotta panoramica e locale al tramonto.

  • I fari: Favaritx, Cavalleria, Punta Nati, Cap d’Artrutx per il tramonto.

Spiagge e Calette:

  • Cala en Turqueta e Cala Macarella/Macarelleta: spiagge iconiche.

  • Son Bou: lunga spiaggia con lidi attrezzati.

  • Cala Pregonda e Spiaggia di Cavalleria: calette nord magnifiche.

Storia e Archeologia:

  • Naveta de Tudons: tomba collettiva preistorica più grande d’Europa.

  • Torre d’en Galmés: villaggio talaiotico vicino ad Alaior.

  • Fortezza de la Mola: imponente fortezza militare a Maó.

Attività:

  • Camí de Cavalls: trekking lungo l’antico sentiero costiero.

  • Giri in barca: esplorazione della costa, porto di Maó e faro di Favàritx.

Ristoranti consigliati:

  1. Ses Salines Restaurant: cucina marinara e mediterranea; specialità di pesce e Caldereta de Langosta.

  2. Sa Llagosta: cucina di pesce fresco, ingredienti locali e proposta raffinata.

  3. Mar Plato: cucina di pesce e carne, influenze internazionali.

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