Ca’ du Ferrà è riuscita in pochissimi anni a ritagliarsi un posto di primo piano nell’Italia del vino che conta. I meriti vanno tutti a Davide Zoppi e a Giuseppe Aieta, i due giovani titolari della cantina. Scommessa su varietà dimenticate, qualità altissima con forte aderenza al territorio, posizionamento di valore: per questo e non solo meritano il Premio Speciale come Giovani Produttori dell’anno, il nuovo riconoscimento introdotto quest’anno nella guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.
La cantina è giovanissima, i due titolari pure. Ma per scoprirne le radici dobbiamo fare un salto indietro di 25 anni. Ca’ du Ferrà (espressione dialettale che significa “casa del fabbro”) nasce a Bonassola (SP), nella Riviera Ligure di Levante. Ci troviamo in un luogo autentico, vero, a tratti ruvido, ma con un’energia che fa venire i brividi. Tra la macchia, gli ulivi, i muretti a secco e le stradine sterrate, impervie ci sono anche i vigneti, alcuni abbandonati, altri che chiedono di essere custoditi.
foto di https://caduferra.wine/it/
È così che Davide Zoppi, dopo la laurea in giurisprudenza, decide di dedicarsi al suo territorio, ridargli valore rispettando la sua storia e la sua biodiversità. Accanto a lui c’è Giuseppe Luciano Aieta, suo marito, ingegnere con master in finanza. Insieme decidono di lasciare Milano e le loro carriere avviate per trasferirsi a Bonassola e diventare i titolari di Ca’ du Ferrà. Da allora inizia un processo di modernizzazione rispettoso, un nuovo corso che non dimentica il passato, ma lo valorizza.
Tutto ciò accade nel 2017 e, dopo soli 8 anni, la cantina è riuscita ad affermarsi tra le più valide e promettenti del panorama ligure e non solo. La grandezza di Davide e Giuseppe sta nel valore, nell’audacia, nei loro ideali: i numeri sono piccoli, ma quando si è artigiani del vino non sono di certo le quantità quelle che contano. Cinque ettari, 30mila bottiglie prodotte, diverse etichette che esprimono in maniera impeccabile la Liguria, la Riviera di Levante, Bonassola.
foto di https://caduferra.wine/it/
Nel 2022 l’azienda fa il suo primo ingresso in Guida, nel 2023 il Vermentino Luccicante approda alle degustazioni finali. Nel 2024 e 2025, per due anni consecutivi quindi, lo stesso vino arriva in vetta al podio, ottenendo i Tre Bicchieri. Il Luccicante è la loro più importante selezione di Vermentino, che si affianca al Bonazolae (altro bianco frutto dei vitigni vermentino, albarola e bosco), a un rosso chiamato ‘Ngilù, blend di sangiovese, merlot e ciliegiolo, al Magia di Rosa, intuibile il colore, da uve sangiovese, vermentino nero e syrah e a un vino dolce, L’Intraprendente, a base di uve bosco, vermentino e albarola lasciate appassire.
Ma la passione e la determinazione di Davide e Giuseppe è inarrestabile, ed ecco che, qualche anno fa, scommettono sul Ruzzese, vitigno autoctono a bacca bianca di questa zona, ormai dimenticato, ma dal passato glorioso, tanto che ci sono tracce del suo utilizzo risalenti al ‘500. Nasce prima il Diciasettemaggio, versione dolce, passita che omaggia la tipologia prodotta in tempi antichi, a testimonianza del suo valore. Con la vendemmia 2023, con la stessa varietà, si decide di mettere in bottiglia un vino bianco fermo e quindi dare anche un’altra identità a quest’uva che ha tutte le caratteristiche, non solo organolettiche, per esser proiettata nel futuro. È resistente alla siccità e quindi idonea al cambiamento climatico, matura tardivamente e ha un’acidità incredibile.
Il risultato sta tutto nell’etichetta Zero Tolleranza per il Silenzio. «Siamo partiti da una sensazione. Il desiderio di raccontare il nostro territorio attraverso un linguaggio che unisse bianco e nero, passato e presente, il gesto antico della vigna e l’urgenza moderna di farsi sentire. Questo vino – raccontano Davide e Giuseppe – è la sintesi di un percorso fatto di studio, sperimentazione e ascolto. È il nostro modo per dire che il silenzio non fa per noi. Che ogni bottiglia può essere una voce. E che la bellezza sta anche nel rompere gli equilibri, per crearne di nuovi. Zero Tolleranza per il Silenzio è frutto di una riflessione profonda: una provocazione culturale, prima ancora che estetica. È un messaggio rivolto al mondo, ma anche un invito alla responsabilità individuale. Contro l’omertà, l’indifferenza e la paura di esporsi».
E, aggiungiamo noi, è un grande, grandissimo vino. Elegante, sfaccettato, complesso, profondo. Finissimo nella sua silhouette, ma con carattere da vendere. Per l’annata 2023 ne sono state prodotte appena 635 bottiglie. È uno dei Vini Rari dell’edizione 2026 della Guida Vini d’Italia 2026. Ma soprattutto Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta sono per noi i Giovani Produttori dell’Anno.
Ca’ du Ferrà | Via Nuova per San Giorgio, 27/Bis | Bonassola (La Spezia)
+39 328 0369500 | +39 348 1033648
[email protected]
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