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Il ragazzo che ha ridato un futuro all’Arneis. Ecco il Vino Bianco dell’Anno secondo il Gambero Rosso

Ecco la storia del produttore che, dopo aver inizialmente puntato sui rossi del Roero, si è concentrato sull’arneis, considerato ingiustamente per decenni un vitigno minore.

  • 12 Ottobre, 2025

Il Roero Arneis Renesio Incisa Riserva 2020, premiato come Vino Bianco dell’Anno dalla guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso, è il frutto di un’intuizione di Francesco Monchiero, giovane viticoltore roerino. Dopo aver inizialmente puntato sui rossi, in particolare sul nebbiolo, Francesco decide di valorizzare l’arneis, antica varietà locale a bacca bianca, considerata per decenni un vitigno “minore”, ma dalle grandi potenzialità.

Come si arriva a diventare Vino Bianco dell’Anno partendo da un vitigno che non gode della fama di un fuoriclasse? È una bella storia, quella che racconta Francesco Monchiero, enfant prodige della comunicazione del suo territorio: il Roero. Dopo aver conseguito il diploma alla Scuola Enologica di Alba con una tesi sul nebbiolo, entra a pieno titolo nell’azienda di famiglia a metà degli anni ’90 del secolo scorso, concentrandosi naturalmente sui vini rossi del Roero.

Francesco Monchiero e la scommessa (vinta) sull’Arneis

In quel periodo i Barolo cominciavano a mietere i primi successi sul mercato americano, grazie ai giudizi entusiasti della critica internazionale; era quindi del tutto comprensibile che un giovane viticoltore roerino puntasse sul Roero, vino rosso da uve nebbiolo, e sulla Barbera d’Alba. A quei tempi l’arneis, antica varietà locale a bacca bianca, veniva ripiantato più per offrire un’alternativa commerciale ai rossi che per una reale convinzione nelle sue potenzialità. La maggior parte dei Roero Arneis erano bianchi semplici e immediati, senza alcuna pretesa di longevità.

Dopo aver ottenuto il suo primo Tre Bicchieri con un nebbiolo, il Roero Rosso Superiore Printi 1999, e forte dell’insegnamento del padre Marco Monchiero, enologo di grande fama, oltre che del sostegno della madre Lucia Carbone, impegnata nella gestione amministrativa dell’azienda, e della moglie Lucrezia, addetta alle visite e brand ambassador della cantina, Francesco decide di concentrare le proprie energie sull’arneis.

Nel 2004 nasce la prima annata del Roero Arneis Cecu d’la Biunda, primo tentativo personale di esplorare il potenziale del vitigno. Fin da subito emerge un bianco dai profumi fruttati, che con il tempo evolvono verso eleganti sentori di idrocarburi. A questo punto, Francesco comprende che per dare all’arneis maggiore appeal, anche a livello nazionale e internazionale, è necessario migliorarne la struttura gustativa, conferendogli più corpo.

Nasce così, tra i produttori roerini, l’idea di una Riserva di Arneis – introdotta ufficialmente con la vendemmia 2016 – in grado di confrontarsi con i grandi bianchi italiani e mondiali.

Il Bianco dell’Anno 2026

Dopo anni di sperimentazioni sul Cecu d’la Biunda, per la sua Riserva Francesco sceglie il terroir più vocato per l’arneis: il Renesio, una collina ricca di sabbia dove il vitigno viene citato per la prima volta nel 1478 e da cui, secondo alcuni, deriverebbe persino il suo nome. Per ottenere un bianco strutturato, capace di un lungo affinamento sulle fecce fini senza perdere freschezza, l’arneis deve crescere su terreni sabbiosi, che garantiscono sapidità e vitalità.

Allungando i tempi di permanenza del vino sulle fecce, senza eccessiva ossigenazione, Francesco conduce anni di prove sui contenitori di affinamento, concentrandosi non solo sulla loro porosità ma anche sulle dimensioni. Con la vendemmia 2016 viene così prodotto per la prima volta il Roero Arneis Renesio Incisa Riserva, utilizzando una combinazione di contenitori in acciaio, legno di diverse provenienze e dimensioni, e terracotta, realizzata con argille di diversa origine e cotte a temperature variabili.

Dopo un anno, il vino viene imbottigliato e prosegue l’affinamento in bottiglia per 3-4 anni nelle cantine aziendali, per poi essere messo in commercio solo quando è pronto al consumo. Prodotto a circa 280 metri s.l.m., in un anfiteatro naturale di circa 1,2 ettari, il Roero Arneis Renesio Incisa Riserva 2020 (5650 bottiglie) si aggiudica il titolo di Bianco dell’Anno grazie alla sua ricchezza e complessità olfattiva, che regala raffinati aromi di melone, uniti a note floreali e leggere sfumature speziate di pepe bianco. Al palato rivela un carattere pieno e avvolgente, con una morbidezza equilibrata da una nota salina e da una grinta fuori dal comune. Un grandissimo bianco italiano: elegante, profondo e longevo.

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