Sono 700 milioni nel mondo i bambini sotto i 5 anni che soffrono di problemi alimentari, che si tratti di malnutrizione o, allโestremo opposto, di obesitร . Dunque un bambino su tre, come rivela lโindagine condotta dallโUnicef a 20 anni dallโultimo report pubblicato sul tema. E con lโaggravante che due problemi apparentemente agli antipodi come malnutrizione e obesitร oggi abbiano finito per coesistere nelle medesime aree del mondo, nelle regioni piรน povere del pianeta ma pure in quei Paesi che cercano di emergere sulla scena economica internazionale. E questo perchรฉ, al di lร della malnutrizione diffusa nei Paesi afflitti da fame per guerre, carestie e disordini sociali, le abitudini alimentari dellโultimo decennio hanno favorito il diffondersi di un fenomeno che gli esperti definiscono โfame nascostaโ.
Cioรจ una forma di malnutrizione infantile dovuta allโabuso di cibi che non garantiscono lโassunzione di vitamine e minerali essenziali per la crescita di un bambino. Un esempio concreto? I noodle istantanei venduti a basso costo โ e quindi facilmente accessibili per le famiglie povere e numerose โ in molti Paesi del Sud Est asiatico, Filippine, Malesia e Indonesia in testa (lโIndonesia ne consuma piรน di tutti nel mondo, subito dopo la Cina). Nel caso specifico, sottolinea lโanalisi dellโUnicef, proprio il momento propizio per lโascesa economica e sociale di queste societร favorirebbe lโalimentazione disordinata di molti bambini โabbandonatiโ a se stessi dai genitori per tentare lโingresso nel mondo del lavoro: โFrutta, verdura, uova, carne e pesce sono praticamente scomparse dalla dieta delle famiglie rurali che si trasferiscono in cittร in cerca di lavoroโ, spiega la relazione dellโUnicef per illustrare una percentuale del 40% di bambini del sud-est asiatico denutriti.
Ma lโallarme dellโUnicef stigmatizza anche la crescita indiscriminata, negli ultimi 30 anni, della percentuale di bambini, anche molto piccoli, affetti da obesitร o eccesso di peso. Anche in quegli stessi Paesi che lentamente cercano di superare la soglia di povertร , dove proprio la facilitร – e la necessitร – di accedere a cibo a basso costo, molto calorico e di dubbia qualitร (in una sola parola: junk food) ha aperto la strada allโobesitร infantile, che รจ causa, principalmente, dellโabuso di sale, zuccheri e grassi. Ecco perchรฉ la relazione dellโUnicef suggerisce misure di prevenzione ad hoc, con lโauspicio che i Paesi interessati interpretino la questione come prioritร politica. A cominciare dalla trasparenza in etichetta, per seguire con la limitazione di pubblicitร e vendita di junk food nelle aree limitrofe alle scuole, passando per la regolamentazione del mercato dei sostituti del latte materno. Ma tra i rimedi per correre ai ripari cโรจ pure lโintroduzione delle controverse tasse su bibite gassate e alimenti ricchi di zuccheri, โperchรฉ non รจ piรน sufficiente provvedere a fornire cibo sufficiente per sfamare un bambinoโ spiega lโUnicef โma รจ necessario che gli si insegni a mangiare quello che puรฒ fargli beneโ.
Proprio su questo tema anche in Italia, di recente, si รจ dibattuto lungamente. E alla resa dei conti, superato lo spauracchio della tassa sulle โmerendineโ, la Manovra 2020 prevede anche una sugar tax, che colpirร esclusivamente le bibite zuccherate (10 centesimi per litro), a differenza delle bibite senza zuccheri e calorie, escluse dallโaccisa. Lโentrata in vigore รจ prevista per metร 2020, e dovrebbe protrarsi per almeno due anni. Giร allarmata Assobibe (Associazione Italiana Industria Bevande Analcoliche), mentre si dice soddisfatto il ministro Gualtieri, che parla di una misura โblindataโ: โIl Paese non รจ ancora pronto per lโestensione ad altri alimenti, come le merendine; ma due bambini su tre sono obesi, siamo in un momento storico in cui sentiamo la responsabilitร di prenderci a cuore questi temiโ.
a cura di Livia Montagnoli
(foto di apertura Courtesy of Unicef)
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