I mercati di Napoli sono particolarmente attrattivi perchรฉ sono musicali. Sรฌ, proprio cosรฌ, da sempre gli attori che li animano utilizzano richiami vocali cantati, o cadenzati con ritmi vivaci assumendo i toni di una sorta di rap che li rendono luoghi divertenti, che invitano a scoprire personaggi e espressioni colorite. Tra i tanti cโรจ il Buvero di SantโAntonio Abate, buvero sta per borgo, poco distante dalla stazione centrale in piazza Garibaldi, da sempre luogo di grandi passaggi sia di napoletani che di turisti del mondo. Ricordiamo che Napoli รจ stata unโimportante capitale europea e lโarrivo della ferrovia ha condotto in questa zona una moltitudine di gente e viaggiatori. Tutta la zona รจ organizzata quindi per il commercio, da quello popolare a quello piรน ricercato, per la sosta e per ogni tipo di ristoro. Il mercato รจ dedicato al culto del โcippo di SantโAntuonoโ, ovvero ai grandi falรฒ che tradizionalmente vengono accesi in occasione della festa annuale del santo, il 17 gennaio.
Come spasso accade, le festivitร cristiane hanno sostituito un importante rito pagano, in questo caso quello della dea Cerere, detto Seminalia, durante il quale si bruciavano in campagna le stoppie del raccolto per preparare la terra alla nuova semina. I partenopei amano molto SantโAntonio Abate, protettore del focolare domestico, degli animali, dei contadini, oggi anche dei pizzaioli, e sul cippo bruciavano, fino a qualche anno fa, oggetti vecchi di casa, per scaramanzia. Attualmente i falรฒ sono vietati, mentre la โlampaโ nella basilica di sant’Antonio Abate al Buvero viene ancora accesa e da questa si raccoglie il fuoco sacro da portare nelle proprie case, nella credenza che esorcizzi malattie e cattiva sorte. In questo scenario teatrale, sospeso tra antico e nuovo, tra malinconici ricordi di tempi andati, incontriamo una bottega rimasta tale da ben sette generazioni, dal 1834.
ร lโAntica Fresselleria Di Paolo, oggi condotta da Antonio che ha custodito con cura gli attrezzi di lavoro e le foto dei vari antenati, facendo di questo luogo un museo dellโartigianalitร della fresella. Un prodotto che i napoletani amano moltissimo, utilizzato soprattutto nei piatti tradizionali della zuppa di cozze e nella zuppa di carne cotta (interiora di vitello) dalle origini antichissime e piatto cult delle trierie, o zendraglie. Antonio non svela i segreti del mestiere, quelli che hanno reso il suo prodotto cosรฌ pregiato e richiesto.
Ci tiene a specificare che la fresella non รจ pane tostato, ma che sin dallโimpasto, ogni passaggio รจ destinato al prodotto finale, biscottato grazie alla doppia cottura. Vengono utilizzate anche in altre ricette popolari come il sautรฉ di frutti di mare e sono richiestissime dai ristoratori. Altro prodotto sfornato a grandi numeri รจ la fresella integrale tonda, con il tipico buco centrale, la versione estiva che accoglie caponatine con pomodori, olive, capperi, qualche acciuga a chi piace, e una fronna di vasinicola, la foglia di basilico.
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