Lโabbiamo aspettata per tutta lโestate, e ora ci siamo. La temuta seconda ondata di contagi, con lโinizio dellโautunno, inizia a preoccupare piรน di qualche governo nel mondo. Ed รจ soprattutto lโEuropa โ a fronte di una situazione che mai ha smesso di essere preoccupante negli Stati Uniti e in America Latina โ lโepicentro della nuova serie di provvedimenti volti a prevenire il ritorno a uno stato di emergenza sanitaria. Dunque in queste ore, ma con prospettive che variano di giorno in giorno, lo spauracchio di nuovi lockdown, anche parziali, si fa sentire nel Regno Unito come in Francia, nellโEst Europa come nei Paesi scandinavi. LโItalia, nel mezzo, sembra ancora in grado di gestire la situazione, ma questo non allenta lo stato di tensione e incertezza per il futuro. E, ancora una volta, tra i settori piรน colpiti cโรจ quello della ristorazione, costretta nuovamente a fermarsi, o a rallentare i suoi ritmi naturali, per scongiurare assembramenti e serate di festa (resta da capire, perรฒ, quanto la ristorazione tout court abbia a che fare con la deprecata movida). Vediamo allora come stanno le cose in Europa, fermo restando, come giร detto, che gli scenari cambiano, e cambieranno, di continuo.
Lโimpennata dei contagi a cui si assiste da un paio di settimane a questa parte ha imposto al governo francese di correre ai ripari, nonostante la linea morbida sposata da Emmanuel Macron. Ed รจ il Ministro della Sanitร Olivier Verร n a farmi promotore dellโistanza che richiederร ancora una volta, per dirla con le sue parole, โun grande sforzo collettivoโ. Dal 28 settembre, dunque, i bar di 11 cittร della Francia (Parigi compresa) dovranno chiudere entro le 22 (restano ancora indenni dal provvedimento i ristoranti, dovโรจ piรน semplice mantenere il distanziamento), mentre nelle cittร piรน a rischio come Marsiglia e Aix-en-Provence saranno tutte le attivitร di ristorazione a fermarsi completamente, a partire dal 26 settembre e per due settimane, eventualmente prorogabili. Sul piede di guerra i ristoratori, sostenuti a Marsiglia anche dal sindaco della cittร . Ma, al contrario, รจ serio il rischio che giร nei prossimi giorni possa arrivare una stretta per la ristorazione di tutto il Paese (e voci di corridoio lasciano trapelare con un certo credito questa eventualitร ).
Dopo la regola del 6, che limita gli incontri in pubblico e a casa a un massimo di 6 persone, il governo di Boris Johnson inasprisce ulteriormente le misure di contenimento del virus. Ed รจ giร entrata in vigore la chiusura anticipata di bar e ristoranti, che a Londra, come in tutto il territorio inglese (in Galles, Scozia, Irlanda del Nord le misure cambiano secondo indicazioni dei governi locali), dovranno fermarsi entro le 22. Dopo quellโora potranno perรฒ continuare a operare per take away e delivery. Inoltre, allโinterno dei locali come nei dehors, รจ ammesso solo il servizio al tavolo, fatta eccezione per i locali che non hanno la licenza per la somministrazione di alcol.
Mentre la Catalogna fa sua la regola del 6, limitando per le prossime due settimane le prenotazioni di gruppi al ristorante a un massimo di sei persone (finora intorno a un tavolo si potevano ritrovare fino a 10 commensali), รจ Madrid a subire i provvedimenti piรน restrittivi: da qualche giorno, in alcune zone rosse della capitale, bar e ristoranti sono obbligati a chiudere entro le 22 (e questo in Spagna significa penalizzare fortemente il servizio della cena); e le prospettive non sono rosee, perchรฉ a breve il governo regionale potrebbe imporre analoghe restrizioni in altre 16 zone della cittร , compresi i quartieri del centro e Lavapies. Poi, se i numeri continueranno a salire, non si esclude il ricorso a una nuova chiusura totale di locali e attivitร di ristorazione.
La chiusura anticipata alle 22, in realtร , รจ giร obbligata in molti Paesi che hanno fatto meno parlare di sรฉ. La Slovenia, pur con un numero di contagi giornalieri apparentemente basso – che perรฒ eguaglia i picchi massimi raggiunti nei mesi scorsi – si cautela limitando lโorario di apertura di bar e ristoranti dalle 6 del mattino alle 22 (in Croazia, invece, lโorario si estende fino alla mezzanotte, ma i ristoranti possono servire i clienti solo in dehors e spazi allโaperto). Anche in Danimarca, fino al 4 ottobre, bar e ristoranti chiudono battenti entro le 22, anche se il provvedimento ha stimolato un acceso dibattito pubblico e specie a Copenhagen i ristoratori si battono con forza per far valere le proprie ragioni. Sorte comune in Austria (chiusura alle 22 e massimo 10 commensali per tavolo), mentre lโorario si allunga fino alle 23 in Ungheria e Portogallo (dove i locali vicino alle scuole non possono accogliere gruppi piรน numerosi di 4 persone). Lancette fissate sulla mezzanotte in Repubblica Ceca e Grecia; alla stessa ora, in Norvegia, i bar devono smettere di servire alcol. Meno stringenti le regole in Svezia, dove perรฒ si puรฒ operare solo servizio al tavolo (come pure in Finlandia), e Olanda, con orario di chiusura fissato allโ1, ma capacitร limitata a 50 persone. Al momento, quindi, lโItalia โ con la Germania โ resta uno dei pochi Paesi europei a non imporre limitazioni ulteriori al giร articolato pacchetto di norme da rispettare per garantire la sicurezza di dipendenti e clienti al ristorante.
a cura di Livia Montagnoli
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