Frutta, verdura, farina e pasta. Sono solo alcuni degli alimenti in cui potrebbero rinvenirsi tracce di glifosato. Il potente erbicida, che potrebbe nascondersi dietro la perfezione o lo splendore di una pera, rischia ormai di essere presente in tutto il cibo che mangiamo. Persino nella carne e nel latte, visto che il bestiame allevato viene perlopiรน nutrito con mangimi Ogm, derivanti da colture esposte alla sostanza chimica. Eppure, sulla sua pericolositร la letteratura scientifica non avrebbe dubbi. Ed รจ proprio a partire da questi studi che ormai in tutto il mondo vengono intentate cause e class action di risarcimento. Cosรฌ, anche in Italia, diversi attori (dalle associazioni ai cittadini) richiamano lโattenzione delle istituzioni sul problema. Adesso ancor di piรน, dato che รจ ormai alle porte il giorno della pronuncia Ue sul rinnovo dellโautorizzazione al glifosato.
Dopo la raccolta di ben 75mila firme dei cittadini consegnata da Greenpeace nel mese scorso al Governo italiano per chiedere di non sottoscrivere il rinnovo, con lo stesso proposito alcune associazioni e Ong hanno deciso invece di scrivere una lettera. Isde, WWF, Legambiente, Federbio, Aiab e altre questa volta hanno indirizzato la richiesta non solo al Ministero della Salute, ma anche a quelli dellโambiente e dellโagricoltura. In questo caso, per convincere le istituzioni italiane, i firmatari della lettera hanno chiamato in causa lo studio tossicologico multi-istituzionale dellโIstituto Ramazzini di Bologna: il Global Glyphosate Study (GGS).
Ad attirare lโattenzione di associazioni e ONG il resoconto allarmante della ricerca: anche in percentuali ridotte (fra lโaltro rientranti nei livelli considerati sicuri secondo la normativa comunitaria), lโerbicida puรฒ determinare la leucemia. Nello specifico, lo studio che prende come riferimento i risultati delle analisi condotte sui ratti ha rilevato che uno dei composti ammessi negli stati membri dellโUnione, ovvero la formulazione BioFlow, avrebbe causato la leucemia negli animali. Con la conclusione che, di fatto, i ricercatori non hanno potuto far altro che accertare la cancerogenicitร del glifosato.
Per iscritto gli attori hanno espresso non poche perplessitร riguardo alle sostanziali lacune e incoerenze della documentazione scientifica in base alle quale lโUnione Europea avrebbe sin qui deliberato sul glifosato. Nella lettera viene quindi sottolineato che la sua pericolositร non sarebbe stata dalle autoritร opportunamente vagliata: โdurante lโintera rivalutazione del glifosato, le ONG e gli scienziati indipendenti hanno ripetutamente messo in guardia su importanti incoerenze e carenze nella valutazione scientifica del glifosato da parte dellโUE”. In particolare, rivolgendosi ai ministri preposti, viene messo in luce come le valutazioni andrebbero fatte in virtรน di uno studio a lungo termine. Unโulteriore ragione per cui, ai fini dellโiter del rinnovo dellโautorizzazione del glifosato, lโincompletezza dei dati scientifici considerati dalle istituzioni e dallโEfsa non consentirebbe di stimare in toto le conseguenze e gli effetti dannosi per lโindividuo e lโambiente: โla cancerogenicitร del glifosato รจ solo la punta dellโiceberg; lโesposizione al glifosato e ai GBH รจ stata collegata a neurotossicitร , disturbi dello spettro autistico nei bambini esposti fin dallโetร prenatale, sclerosi laterale amiotrofica e morbo di Parkinson negli adulti, (โฆ) a disturbi endocrini e alterazioni del microbioma (โฆ) causando potenzialmente gravi impatti sulla biodiversitร โ.
Con ciรฒ, i โfirmatariโ hanno voluto evidenziare che il glifosato non rispetterebbe i requisiti sostanziali di approvazione previsti dalle norme UE (vale a dire il Regolamento 1107/2009) in nome dei quali i prodotti antiparassitari, le sostanze attive antiparassitarie e i loro residui immessi sul mercato non dovrebbero avere alcun effetto dannoso sullโuomo, sugli animali o sullโambiente.
Pertanto, a tutela della popolazione (agricoltori inclusi), le associazioni esortano le autoritร competenti a invocare il principio di precauzione. Un diritto sancito dal regolamento comunitario e riconosciuto in capo a Commissione e stati membri che possono esercitarlo โquando รจ dimostrato che un pesticida puรฒ causare danni potenzialiโ. Il 16 Novembre anche l’Italia sarร chiamata a pronunciarsi in merito; e soltanto allora associazioni e ONG scopriranno se la lettera avrร perseguito il suo scopo: bloccare il glifosato.
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