Dolcezze di Emilia-Romagna: la tradizione che non perde potenza

12 Gen 2022, 16:48 | a cura di

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Ogni regione d’Italia è caratterizzata da piatti tipici appartenenti alle tradizioni culinarie dei luoghi che li hanno visti nascere, primi piatti, secondi di carne o pesce, dolci freschi o secchi, pietanze prelibate che soddisfano ogni palato. Se la cucina italiana è famosa in tutto il mondo è anche merito delle ricette che vengono tramandate di generazione in generazione, e che rientrano tra i cibi da assaggiare quando si visita una regione.

Tra le tradizioni dolciarie più ricche e antiche vi è quella dell’Emilia Romagna, che conta ben 155 prodotti tipici della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria romagnola. Alcuni di essi sono molto famosi in tutta Italia, altri invece sono conosciuti e ancora preparati solo dagli abitanti delle città in cui sono nati, e proprio per questo ancora più particolari.

La tradizionale cucina romagnola, ricca di storia e tradizione, utilizza moltissimo le spezie, il miele, il cioccolato e la frutta secca nelle preparazioni di molti dolci tipici, come il panpepato di Ferrara, la bonissima di Modena, la spongata di Brescello, la torta Barozzi di Vignola e il certosino bolognese.

Di seguito verranno approfonditi alcuni dei dolci più richiesti nelle città più amate e visitate dell’Emilia-Romagna.

La torta tenerina

Una delle città emiliane più importanti dal punto di vista culinario – oltre che per il suo fascino medievale e rinascimentale – è Ferrara, città dalla gastronomia particolarmente apprezzata. Tra i prodotti tipici della cucina ferrarese, al primo posto si posiziona la torta tenerina al cioccolato.

La torta tenerina è una delle specialità ferraresi che va assolutamente assaggiata quando si visita Ferrara, la cui origine della ricetta è attribuita alla regina d’Italia Elena Petrovich del Montenegro, moglie del Re Vittorio Emanuele III. La Regina Elena di Savoia, dopo le nozze avvenute il 24 ottobre 1986, venne descritta come “la sposa dolce e dal cuore tenero”, e fu così che il Re volle far preparare una torta che la rappresentasse per renderle omaggio. Nacque, dunque, la torta Tenerina dedicata alla regina, che ancora oggi simboleggia l’amore e viene chiamata la torta degli innamorati.

Ma esiste un’altra versione sulle sue origini, molto più recente e legata alle tradizioni popolari: si racconta che negli anni ’60, le casalinghe di Ferrara inventarono questa ricetta per riciclare il cioccolato avanzato dalle uova di Pasqua. Il risultato era una torta fresca dal cuore morbido e cremoso, chiamata torta taclenta, che vuol dire appiccicosa nel dialetto ferrarese.

Questo interno morbido, quasi come se fosse un tenero cioccolatino, differenzia la torta tenerina dalla classica torta al cioccolato, preparata con pochissima farina, e resa sofficissima dagli albumi d’uovo montati a neve con lo zucchero, che poi vengono integrati con il cioccolato fuso.

La spongata emiliana

Un altro dolce tipico dell’Emilia Romagna, che non può mancare nelle tavolate natalizie (anche se viene preparato tutto l’anno), è la spongata. Si tratta di una torta ripiena, una specie di crostata dall’esterno di pasta frolla e dal cuore profumato, farcito con frutta secca, uvetta, miele e pane abbrustolito, ricoperta dallo zucchero a velo. Esteticamente, è simile alla cassata al forno palermitana.

È una ricetta molto particolare, che si può conservare per molti mesi, forse è addirittura il dolce di Natale più duraturo, grazie al miele, che per sua natura non subisce il deterioramento del tempo e conserva inalterate le caratteristiche del dolce. Alcune varianti della spongata prevedono l’utilizzo della marmellata di fichi o di mele cotogne al posto del miele.

L’origine del suo nome deriva dalla parola spongia, ossia spugna, e viene preparata anche in alcune zone della Liguria e della Toscana.

Le prime ricette scritte della spongata risalgono al XIV secolo, alcuni dicono che sia di origini ebraiche, altre testimonianze ne associano le origini alla città di Milano, quando venne inviata in dono al duca Francesco Sforza nel 1454.

La torta di riso

La torta di riso o dolce di riso è un dolce tipico che deriva dalla cucina povera emiliana, composta da soli due ingredienti principali: riso e latte. Una ricetta semplice e golosa che crea una torta morbida e cremosa che profuma di vaniglia e viene cotta in forno.

Le origini sono molto antiche e risalgono al ‘400, quando veniva preparata a Bologna per il Corpus Domini: durante questa festa, i balconi e le finestre delle abitazioni venivano addobbati con drappi colorati e ai commensali si serviva la torta di riso tagliata a forma di rombo. Per questo motivo è anche soprannominata la torta degli addobbi.

Oltre alla ricetta tradizionale, alcune versioni aggiungono i canditi, i pinoli, un liquore alla mandorla o al cioccolato, ma per tutte le ricette, il segreto per una buona riuscita sta nella cottura lenta del riso nel latte e vaniglia, fino a trasformare i chicchi di riso in una morbida crema.

Il castagnaccio

E per restare nella tradizionale cucina povera, un dolce tipico dell’Emilia Romagna (ma anche della Toscana) è il castagnaccio. Proprio perché le castagne sono molto diffuse in quelle zone rurali degli Appennini, gli abitanti più poveri hanno sempre trovato sostentamento da questo alimento.

Chiamato anche baldino pattona, il castagnaccio viene preparato con la farina di castagne, l’uvetta e i pinoli: il mix di questi ingredienti costituisce un’ottima fonte di energia, infatti viene consumato spesso a colazione.

È difficile attribuire le origini esatte del castagnaccio, dal momento che le castagne si trovano in Veneto, in Piemonte, in Lombardia, in Emilia Romagna e in Toscana, e ognuna di queste regioni propone la propria versione della ricetta. Quello che è certo è che sono state trovate tracce della ricetta risalenti al '500.

 

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