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Alghe

Alla scoperta del potenziale gastronomico delle alghe

Encuentro de los Mares รจ un congresso che coinvolge scienziati, biologi, pescatori, cuochi per riflettere su problemi e potenzialitร  dell'universo mare

  • 25 Luglio, 2021

Si chiama Rugulopteryx Okamurae, e per quanto ancora sconosciuta al grande pubblico, si tratta di una delle piรน grandi minacce per il Mediterraneo. รˆ un’alga invasiva originaria del Pacifico nordoccidentale (dove si integra perfettamente senza arrecare danno alcuno all’ambiente) arrivata in Europa nel 2002 con acque di zavorra dalle navi e approdata in Andalusia nel 2016, oggi occupa il 100% dei fondali andalusi, dimostrando una capacitร  di moltiplicarsi a impressionante velocitร . Ora potrebbe continuare la sua corsa, fagocitando e distruggendo in meno di 24 ore le altre specie che incontra sulla sua strada (e la catena alimentare cui fanno parte, lasciando senza cibo la popolazione ittica locale), arrecando danni ingenti all’ecosistema.

Altissimo tasso di crescita per lo piรน silenziosa (poichรฉ ricorda da vicino una specie autoctona), facilitร  di dispersione e assenza di predatori ne moltiplicano le potenzialitร  di sviluppo nel nostro mare mettendo a rischio l’equilibrio ambientale e dunque economico e sociale. Basti pensare ai costi da sostenere per ripulire le spiagge o ai danni arrecati al turismo e alla pesca.

prodotti a base di alga Rugulopteryx Okamurae Encuentro de los Mares

Rugulopteryx Okamurae. Se non sai come distruggerla: mangiala!

Ancora poco nota e poco studiata, l’alga che i pescatori locali chiamano โ€œroรฑaโ€ ovvero crosta, รจ stata oggetto di un progetto di ricerca presentato durante il congresso andalusoย Encuentro de los Mares, appuntamento – giunto al suo terzo anno โ€“ che riunisce scienziati, biologi marini, pescatori, cuochi e altre persone a vario titolo legate al mondo marino, per affrontare โ€œl’universo mareโ€ con un approccio multidisciplinare e innovativo e cosรฌ raccogliere e affrontare le sfide che ci presenta il futuro. Uno degli snodi piรน rilevanti, รจ quello che riguarda le alghe che, per il loro potenziale ambientale e alimentare, sono oggi osservate speciali.

I motivi per incoraggiare la coltivazione e il consumo delle alghe non mancano: โ€œhanno un valore nutritivo molto importante, sono fonte di vitamine, fibre e minerali. Sono un superalimento che assorbe anche grandi quantitร  di CO2, sono un’arma nella lotta al riscaldamento globale e ai cambiamenti climaticiโ€ spiega il direttore scientifico del Encuentro de los Mare,ย CarlosDuarte.ย Lo stesso che, all’inizio dell’anno, ha coinvolto gli scienziati Fernando G. Brun e Josรฉ Lucas Pรฉrez Llorรฉns, dell’Universitร  di Cadice e i cuoco David Chamorro (direttore di Food Idea Lab, da anni un pezzo chiave nel team di ricerca e sviluppo del ristorante Aponiente di รngel Leon) nella lotta contro la Rugulopteryx Okamurae, “perchรฉ di questo si occupa il congresso, co-creare un futuro diversoโ€.

alga Rugulopteryx Okamurae all' Encuentro de los Mares

Se da una parte non si puรฒ fare molto per mancanza di capacitร  tecniche o economiche, come confermato da Llorรฉns e Brun, รจ fondamentale aumentare la consapevolezza e la conoscenza di questa alga cosรฌ pericolosa, dall’altra si puรฒ giocare una partita diversa, cercando di dare valore economico a questa specie trovandogli un impiego. Il loro impiego in farmacologia (per la capacitร  citotossica) e come combustibile รจ giร  sdoganato, ma non altrettanto si puรฒ dire dell’uso alimentare. Questa รจ la sfida lanciata da Duarte e raccolta da Chamorro, che negli anni con Leon ha sviluppato ricette attorno a ingredienti che nessuno aveva mai pensato di mangiare prima. I primi studi hanno portato a galla degli aspetti organolettici ostici, ma interessanti, un volta domati: le forti note piccanti e amare. Utili se impiegati come condimenti, per esempio una polvere a base di alghe disidratate da usare come spezia, o in salse che si ispirano al tabasco, alla sriracha o all’angostura, in cui il piccante del peperoncino รจ sostituito dall’alga, ma non manca neanche un possibile impiego nella mixology. Si tratta di prodotti non ancora commercializzabili e che non sono certo risolutivi in quanto richiedono quantitร  minime di Rugulopteryx Okamurae per la loro produzione, ma rappresentano un primo passo per un nuovo utilizzo e un elemento di sensibilizzazione riguardo questa alga ancora sconosciuta.

Il ruolo delle alghe

Una situazione paradossale in un contesto che vede, nelle alghe, una delle grandi soluzioni per il futuro, ancora sotto-sfruttate rispetto al loro potenziale alimentare: solo 5 specie, delle 7.000 conosciute, sono oggi coltivate da 25 aziende agricole nel mondo che impiegano anche il 70% di donne. Colture concentrate storicamente in Asia e Africa, ma che oggi cominciano a diffondersi anche in altre parti del mondo, grazie ai molti usi, oltre quello alimentare: dalla fabbricazione di polimeri alla biomedicina, alla produzione di mangimi per ruminanti, oltre naturalmente ai molti benefici per l’ambiente. La consapevolezza dell’importanza delle alghe รจ oggi diffusa – โ€œsequestrano anidride carbonica dall’atmosfera e la immagazzinano nel suolo per decenni, anche centinaia di anni, migliorano la qualitร  dell’acqua, migliorano la biodiversitร , fungono da ammortizzatore per le onde, riducendone la potenza e aiutando a stabilizzare i sedimentiโ€ – e viene tenuto sotto osservazione anche il loro stato di salute, tanto che esiste da un ventennio un progetto di recupero di praterie sottomarine al largo della costa atlantica degli Stati Uniti, in Virginia, coordinato da Karen McGlathery, direttrice dell’Environmental Resilience Institute presso l’Universitร  della Virginia (USA). Grazie al ripopolamento di queste aree verdi subacquee, si migliora la qualitร  dell’acqua, si riduce l’impatto delle correnti e si mitigano i cambiamenti climatici. Per questo, secondo Duarte โ€œcoltivare le alghe รจ un imperativo per raggiungere un futuro sostenibile e raggiungere obiettivi di sviluppo duraturiโ€. Tutto questo, perรฒ, in un contesto in cui la biodiversitร  e gli ecosistemi vengano tutelati contro l’intervento dell’uomo e le minacce di altre specie, come nel caso della Rugulopteryx Okamurae.

a cura di Antonella De Santis

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