Il lamento di Anthony Genovese e l'eterno equivoco del "Grande evento salvatutto"

7 Dic 2023, 17:29 | a cura di
Il commento del giornalista Paolo Manfredi in merito allo sfogo di Anthony Genovese. In un'intervista al Gambero, lo chef del Pagliaccio ha parlato della mancata assegnazione della terza stella da parte della Michelin e ha aperto un dibattito sul degrado di Roma e sul ruolo dell'amministrazione capitolina

Caro direttore,

ho letto e riletto le geremiadi dei due top chef romani sulla Michelin che ha snobbato Roma (e Milano), non laureando alcun nuovo tre stelle e mi dispiace infinitamente per loro, che l’hanno presa veramente male.
A parte le tenere debolezze umane (“se le ottenesse un progetto come il nostro sarebbe anche un bel messaggio”) che voi jene dattilografe riportate sornioni, i nostri tra i singhiozzi dicono due cose, una solare, una evitabile.

Il lamento di Anthony Genovese e la città che non funziona

Quella solare è che Roma, che ha appena perso l’Expo (menomale) non è una città che produce quel mix di glamour, innovazione, ricchezza smart e profumata di buono da cui spuntano tra le altre cose i ristoranti top, che peraltro storicamente in Italia sono in provincia, a ricordare quando fuori città si viveva alla grande. Roma sta diventando una Venezia con meno acqua e più burocrati, non certo il terreno di coltura delle eccellenze, è piena di turisti che guardano in alto, perché in basso c’è una città in declino, non ha industria e dunque industriali e soprattutto ha una borghesia piccola piccola, l’offerta gastronomica è più che buona tutto questo sommato.

Genovese e l'equivoco del Grande Evento

Certamente la Politica potrebbe e dovrebbe fare molto, ma innanzitutto per rendere la città più seria e vivibile, tutto il resto viene molto dopo ed è soprattutto compito dei privati. Tranne pochissime eccezioni, gli chef che parlano di politica non danno quasi mai del loro meglio, come si dice a Milano: “Ofelè fa el to mesté!” (o per i terribili latini “nec ultra crepidam, sutor!”).

Anche in questo caso, la proposta è confusa per dire poco e punta soprattutto ai soldi pubblici per, indovinate, “un evento importante che a Roma manca, parlo di un evento internazionale, capace di portare qui occhi e orecchie da tutto il mondo e non solo per i monumenti”. Ora, i romani hanno appena scampato il cetriolo di Expo 2030 che esce fuori il cetriolino di Identità Golose alla Nuvola per comunicare al mondo della cucina mondiale che tra Napoli e Firenze esiste Roma. Poiché, ahimè, pago le tasse, pretendo di esercitare il mio infinitesimale diritto a esprimermi su come si spendono soldi anche miei per dire che se la vogliono se la paghino. Trovino i capitali, su Roma stanno arrivando enormi investimenti alberghieri, si affittino la Nuvola e facciano il grande evento. Gualtieri ha altro da fare, che non fa, di più urgente e importante, al massimo si deve investire in formazione, non certo in grandi e piccoli eventi per cui ci sono gli sponsor, molti dei quali saranno certamente affezionati e soddisfatti clienti dei nostri chef.

Se poi si vuole il glamour a spese dell’erario ci si metta in fila, che dai presidenti delle squadre di calcio agli allevatori di labrador, passando per i giocatori di golf, qui è tutta una lobby per gli spicci di Stato. Ma adesso cari chef non è proprio cosa.

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