Apre a Bari il Bistrot sociale multietnico: formazione e ristorazione per unire le culture del mondo

24 Giu 2020, 10:29 | a cura di
Nasce al quartiere popolare Libertà, per iniziativa dell’associazione Origens, che da anni promuove l’incontro culturale in cucina e offre formazione alle donne rifugiate in Italia. Sarà cucina di quartiere, scuola, centro di aggregazione. E a cena si gustano piatti dal mondo che incontrano la tradizione barese.

Culture dal mondo al quartiere Libertà di Bari

Il quartiere Libertà di Bari è uno dei più popolosi del capoluogo pugliese, nato proprio all’inizio del Novecento per dare respiro alla città in grande crescita demografica. La sua vocazione popolare ha intercettato nel tempo diverse storie di fragilità, che oggi si sommano in un rione dell’anima multietnica, dove vivono molti migranti, e coesistono situazioni di disagio sociale. In questo contesto, l’Istituto Redentore dei Salesiani di Bari è un presidio storico che in via Martiri d’Otranto che ha finito per diventare un punto di riferimento per l’intera comunità del quartiere Libertà.

In seno alla struttura, con ingresso su piazzetta del Redentore, da qualche giorno ha aperto le porte al pubblico il Bistrot sociale multietnico, un progetto figlio di un’iniziativa comunale a sostegno delle imprese sociali (Urbis) che ha visto la luce grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Origens, fondata da Ana Estrela ormai diversi anni fa per promuovere nel territorio la cultura brasiliana con particolare attenzione sugli elementi contenuti nella diaspora africana, aggregando persone di nazionalità e culture differenti. Il nuovo bistrot, che avrebbe dovuto inaugurare all’inizio della primavera e ora si concretizza nonostante le difficoltà degli ultimi mesi, è infatti il traguardo di un percorso di divulgazione culturale avviato già nel 2014, al motto di Ethnic Cook, progetto già vincitore di un finanziamento della Regione Puglia, Area Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale in occasione di un bando a favore d'interventi per l'immigrazione.

Specialità rustiche del bistrot multietnico di Bari

Dal progetto Ethnic Cook al bistrot multietnico

Dal 2015 in poi, Ethnic Cook ha riunito 25 persone di 16 diverse nazionalità, soprattutto donne, che hanno seguito un corso di formazione in cucina e ottenuto la certificazione professionale. Il cibo, infatti, è lo strumento di incontro utilizzato dall’associazione per aprire nuove opportunità di dialogo, garantendo integrazione sociale e professionale ai rifugiati e richiedenti asilo che raggiungono l’Italia (per questo il progetto ha partecipato anche all’iniziativa Food for Inclusion organizzata dall’Università di Pollenzo con l’Unhcr). Finora l’associazione è cresciuta organizzando laboratori di cucina multietnica, catering, e partecipando a eventi sul territorio pugliese. Passando anche per la gestione di uno dei ristorantini di Eataly Bari per poco più di un mese. Nel frattempo, le donne di Origens hanno iniziato a gestire la cucina della mensa multietnica di Bari, alla Casa delle Culture.

Illustrazione con donne indiane

Ora, sul modello di altri begli esempi di ristorazione sociale e cucina d’integrazione (pensiamo alle attività che fanno capo ad Hamed Ahmadi a Venezia, al Gustamondo di Roma, all’esperienza più recente del forno dedicato ai pani del mondo ai MagazziniOz di Torino), Origens dà vita al suo Bistrot, coinvolgendo dieci donne rifugiate politiche nella gestione di uno spazio - finora sede del social pub Lupi & Agnelli -  che cambia forma durante il giorno, per essere cucina di quartiere, punto di ritrovo, spazio formativo per i rifugiati, fucina di idee.

Tajine di pollo

Formazione e ristorazione. Le attività del bistrot

Al mattino il laboratorio ospita corsi di cucina del mondo e lezioni di catering (40 sono le donne già avviate al percorso), anche se il servizio al pubblico è assicurato già per la colazione, tra panini con uvetta e cannella, tortini di mais, tè e tisane (anche a merenda); di sera, invece, largo al menu del bistrot (si può cenare anche nel dehors all’aperto), che intreccia suggestioni dal mondo e tradizione barese. Quindi burgul oltre confine, orecchiette “in the world”, panzerotti “mondiali”, lo spezzatino di ZiAna, e molto altro (moltissime le nazionalità coinvolte, dall’Afghanistan all’Argentina, passando per il Perù, la Siria, il Pakistan, la Nigeria…). Con la promessa di diventare centro culturale a tutti gli effetti, organizzando proiezioni, presentazioni di libri, esibizioni di danza, teatro, musica, per tutto il quartiere, quando si potrà ricominciare a trovarsi in piazza. L’inaugurazione è stata celebrata il 20 giugno scorso, in concomitanza con la Giornata Mondiale del Rifugiato. Che sia di buon auspicio.

Bistrot multietnico - Bari - via Martiri d'Otranto, 65 (piazza del Redentore) - pagina Fb

 

a cura di Livia Montagnoli

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