Libero scambio

Accordo con il Mercosur: c'è il via libera della Commissione europea. Esulta il mondo del vino

Ad oggi le tariffe per l'import di vino verso Argentina e Brasile sono al 27%. Frescobaldi: "Queste sono le intese commerciali che ci piacciono"

  • 03 Settembre, 2025

La Commissione europea ha autorizzato l’accordo di partenariato con il Mercosur, che adesso dovrà essere approvato dai 27 paesi Ue. Contestualmente è stato dato l’ok anche all’aggiornamento dell’intesa tra Ue e Messico. «Una pietra miliare – secondo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen – Le imprese e il settore agroalimentare dell’Ue beneficeranno di tariffe più basse e costi ridotti. Diventeranno più competitive a livello globale».

Nuove opportunità per il vino italiano

Tra i settori che potranno trarre beneficio dalla nuova intesa, c’è il vino che, dopo la batosta statunitense, ha bisogno di guardare a nuovi sbocchi: «L’apertura al Mercosur è un segnale importante in favore del libero mercato proprio in un periodo in cui sembrava se ne fossero perse le tracce. Questi sono gli accordi commerciali che ci piacciono», è il commento del presidente di Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi, che aggiunge: «Per il mondo del vino, il partenariato con una popolazione latina da 270 milioni di abitanti rappresenta certamente un’opportunità di business. Oggi, con i dazi statunitensi, la parola d’ordine è diversificare uno spettro commerciale ancora troppo concentrato su pochi mercati di sbocco, Usa in primis».

Via i dazi verso Argentina e Brasile

Le tariffe all’entrata verso i Paesi del Mercosur – Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay – al momento sono parecchio alte (fino al 27%), ma l’accordo prevede il graduale abbassamento della percentuale. Con il Messico, invece, il regime tariffario è già dello 0%, ma la nuova intesa prevede un wine agreement volto a semplificare regole non tariffarie e dare maggior protezione alle indicazioni geografiche.
«Siamo chiari: Brasile e Messico non possono compensare le perdite che subiamo nel mercato statunitense. Tuttavia, rappresentano mercati vinicoli dinamici, dove i vini europei sono molto apprezzati e dove intravediamo importanti opportunità di crescita – ha dichiarato Ignacio Sánchez Recarte, segretario Generale del Ceev – Nell’attuale periodo di incertezza tariffaria, il nuovo accordo eliminerà il dazio brasiliano del 27% sui vini dell’Ue, un grave ostacolo alla competitività e alla crescita delle nostre aziende».

Verso la ratifica

Ora, però, bisognerà lavorare sui tempi di ratifica, come ricorda la presidente del Ceev, Marzia Varvaglione: «Invitiamo il Parlamento europeo e il Consiglio a portare avanti rapidamente il processo di ratifica affinché le aziende vinicole e i consumatori di vino di entrambe le parti possano beneficiare senza indugio di questi accordi storici». Un percorso non facilissimo, visti i tanti ostacoli lungo la strada. E non è ancora detto che tutti i Paesi dell’Ue saranno favorevoli.

Italia terzo Paese fornitore del Brasile

Ma quanto vino spedisce l’Europa verso questi Paesi? Secondo il Ceev, le esportazioni di vino dal Vecchio Continente verso il Brasile hanno superato i 200 milioni di euro, mentre quelle verso il Messico hanno raggiunto un livello simile (198 milioni di euro). In Particolare, secondo l’Osservatorio Uiv, il Brasile – primo buyer tra i 4 Paesi Sudamericani – ha chiuso il primo semestre con una crescita tendenziale in valore degli ordini di vino italiano del 5,5%, a 18,5 milioni di euro con i fermi/frizzanti a +8,5%. In un mercato che anche per effetto dei dazi è dominato dal produttore cileno (186 milioni di euro) e dai vini argentini (90 milioni), il primo fornitore è il Portogallo (75 milioni di euro), seguito dalla Francia (50 milioni) e dall’Italia con 40 milioni di euro. Numeri questi destinati a crescere considerevolmente in virtù del possibile progressivo azzeramento di un dazio che oggi pesa per il 27%.

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