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Benvenuti in Albania, dove il paradiso low cost potrebbe trasformarsi in un incubo ambientale

Il boom turistico in Albania ha portato milioni di visitatori e investimenti internazionali, trasformando il Paese in una delle mete emergenti piรน ambite dโ€™Europa. Ma dietro il successo si nasconde un rischio di overtourism

  • 01 Luglio, 2025

Per qualcuno รจ “il nuovo Salento”, per altri unโ€™ultima frontiera ancora incontaminata del Mediterraneo. Negli ultimi due anni, lโ€™Albania รจ passata dallโ€™essere una meta di nicchia a una destinazione di massa: nel solo 2023 ha superato i 10 milioni di visitatori internazionali, e nel 2024 le cifre sono salite ancora. A fronte di una popolazione di circa 2,8 milioni di abitanti, il numero รจ impressionante. Il governo albanese ha spinto con forza sul settore, aprendo le porte a capitali stranieri, infrastrutture turistiche e progetti immobiliari lungo la costa. Ma questa espansione, come ha titolato Balkan Insight, solleva interrogativi sempre piรน urgenti: quanto puรฒ reggere un territorio tanto fragile? E soprattutto, chi paga il prezzo del boom?

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I rischi dellโ€™overtourism: ambiente, societร , identitร 

Osservatori locali e analisi indipendenti denunciano giร  gli effetti collaterali di questa crescita. In un post molto condiviso su LinkedIn, Amalys โ€” contributor della piattaforma Albania My Way โ€” ha elencato le principali criticitร  che la popolazione sta affrontando: perdita di autenticitร  nei centri costieri, precarietร  del lavoro stagionale, aumento esponenziale dei prezzi degli affitti, con conseguente espulsione dei residenti dalle aree piรน attrattive. A tutto questo si aggiunge lo stress sugli ecosistemi naturali, con consumo incontrollato di risorse idriche, gestione inadeguata dei rifiuti e disturbo alla fauna selvatica. In alcune zone, le spiagge sono ormai dominate da strutture private, e la sensazione รจ che la crescita economica stia avvenendo a scapito dellโ€™equilibrio sociale e ambientale.

Ecosistemi sotto pressione

Uno dei casi piรน emblematici della fragilitร  ambientale albanese รจ quello del lago di Ohrid, al confine con la Macedonia del Nord. Riconosciuto dallโ€™UNESCO come uno degli ecosistemi d’acqua dolce piรน antichi e biodiversi dโ€™Europa, il lago ospita oltre 200 specie endemiche e un equilibrio idrico delicatissimo. Tuttavia, come documentato da Reuters, lโ€™espansione disordinata delle strutture turistiche sulle sue rive โ€” alberghi, guesthouse, ristoranti โ€” ha provocato un aumento dellโ€™inquinamento organico, legato alla mancanza di sistemi fognari funzionanti e allo smaltimento inadeguato delle acque reflue. La pressione antropica sta compromettendo la qualitร  dellโ€™acqua e minaccia sia la biodiversitร  acquatica sia le attivitร  tradizionali legate alla pesca e allโ€™agricoltura.

Anche la costa ionica albanese, un tempo celebrata per le sue baie selvagge e i villaggi isolati, รจ oggi sotto pressione crescente. Il reportage di France24 ha mostrato come lโ€™aumento esponenziale dei visitatori stia aggravando fenomeni giร  in atto: erosione delle spiagge a causa della cementificazione e dellโ€™eliminazione delle dune costiere, sovrasfruttamento delle falde acquifere per alimentare alberghi e impianti turistici, e desertificazione estiva di ampie aree rurali. Il cambiamento climatico agisce come moltiplicatore di instabilitร , con stagioni turistiche piรน brevi, eventi meteo estremi e incendi boschivi piรน frequenti.

Particolarmente controverso รจ il progetto dellโ€™aeroporto internazionale di Vlorรซ, in costruzione proprio accanto alla laguna di Narta, una delle ultime zone umide costiere intatte dellโ€™Adriatico. Lโ€™area ospita oltre 200 specie di uccelli migratori, tra cui fenicotteri rosa, pellicani e aironi, ed รจ considerata da ornitologi e biologi marini un habitat di valore inestimabile. Le organizzazioni ambientaliste, tra cui BirdLife International e EuroNatur, hanno lanciato appelli per fermare i lavori, denunciando il rischio concreto di distruzione del delta, giร  inserito nella lista delle zone a rischio dal network Emerald. Ma finora, gli interessi legati allo sviluppo turistico sembrano prevalere sul principio di precauzione ambientale.

Possibili soluzioni: verso un modello piรน sostenibile

Di fronte a unโ€™accelerazione turistica tanto repentina quanto disordinata, lโ€™Albania si trova oggi a un bivio. Continuare a puntare esclusivamente su numeri in crescita โ€” piรน arrivi, piรน strutture, piรน investimenti โ€” rischia di compromettere, nel medio periodo, proprio ciรฒ che ha reso il Paese cosรฌ attrattivo: la qualitร  del paesaggio, lโ€™equilibrio ambientale, la vivibilitร  per chi ci abita. Eppure, unโ€™alternativa esiste. Un primo passo potrebbe essere la definizione di limiti di carico turistico nelle zone piรน fragili, come la costa ionica e le aree lagunari, introducendo meccanismi di prenotazione e accesso regolamentato nei mesi di alta stagione.
Molte delle soluzioni possibili โ€” cosรฌ come i problemi โ€” non sono nuovi: sono gli stessi che lโ€™Italia ha giร  affrontato (o evitato di affrontare) in regioni come la Puglia, la Sicilia o la Liguria, dove lโ€™eccesso di presenze ha messo sotto pressione gli ecosistemi costieri e reso sempre piรน difficile lโ€™accesso al mare per i residenti. Anche in Albania, servirebbero moratorie sulle nuove costruzioni, una revisione delle concessioni balneari e investimenti urgenti in reti fognarie, depurazione e gestione dei rifiuti.

Ma soprattutto, potrebbe diventare importante a pranzo decentrare il modello turistico, valorizzando lโ€™entroterra, i villaggi montani, i parchi naturali: luoghi oggi marginali ma potenzialmente centrali in unโ€™ottica di turismo lento e culturale. Senza il coinvolgimento diretto delle comunitร  locali โ€” ascolto, redistribuzione, partecipazione โ€” anche le migliori strategie rischiano di restare sulla carta. Ripensare oggi il turismo in chiave sostenibile non รจ una scelta ideologica, ma una necessitร  concreta. E il tempo per agire non รจ infinito.

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