Andare al mare quest’estate costa decisamente di più, e i dati dell’Istat non lasciano spazio a dubbi: la stangata sulle vacanze è reale e tangibile. Nel report sui prezzi di luglio, infatti, si conferma un aumento generale del 1,7% rispetto allo stesso mese del 2024, ma a preoccupare sono soprattutto i rincari legati al turismo e ai viaggi, che crescono a doppia cifra e mettono sotto pressione il budget di molti italiani.
Il settore più colpito è quello dei trasporti, con i voli nazionali che sono diventati decisamente più costosi: in un anno i biglietti aerei per spostarsi all’interno del Paese sono aumentati di oltre il 35%, una crescita che si trascina da mesi e che pesa non poco su chi vuole raggiungere le spiagge italiane. Un confronto significativo: a luglio 2024 i voli nazionali costavano più di un 15% in meno rispetto all’anno precedente. Discorso diverso per i voli internazionali, che registrano solo un lieve aumento dello 0,7%, più contenuto ma comunque in crescita.
Anche gli altri mezzi di trasporto registrano incrementi importanti. I traghetti costano il 10,9% in più rispetto a un anno fa, mentre l’autonoleggio sfiora il 10% di aumento. I pacchetti vacanza nazionali sono saliti del 10,3%, mentre per case vacanza e bed & breakfast si segnalano rincari intorno al 6%.
Non risparmiano rincari nemmeno musei e attrazioni turistiche (+4%) e, sebbene in misura più contenuta, anche gli stabilimenti balneari, con un aumento del 3,4% nel complesso. Qui però il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, sottolinea come i prezzi dell’ombrellone siano cresciuti ben oltre l’inflazione, segnando un +25% negli ultimi cinque anni e un +16% negli ultimi anni, facendo già sentire da tempo l’effetto del caro vacanze.
Oltre ai prezzi, anche le abitudini degli italiani sono cambiate. Secondo i dati Istat, la durata media delle vacanze si è ridotta a circa 6,5 giorni e la scelta di spendere un budget limitato sembra orientarsi più verso viaggi all’estero organizzati in autonomia o con l’aiuto di strumenti digitali, come l’intelligenza artificiale, piuttosto che verso lunghe villeggiature tradizionali.
A livello territoriale, le località turistiche più famose sono quelle che pagano il prezzo più alto dell’inflazione. Rimini, simbolo del turismo balneare italiano, registra un aumento generale dei prezzi del 2,8%, superiore alla media nazionale, con i servizi di ristorazione e ricettivi saliti del 7,3%. Situazione simile nella provincia di Lucca, cuore della Versilia, dove i prezzi dei servizi turistici sono cresciuti quasi del 7%, oltre il triplo dell’incremento generale nella zona.
Ma la “stangata” non si ferma alle vacanze. Il carrello della spesa continua a correre, con un aumento dei prezzi dei beni alimentari e dei prodotti per la casa e la persona che raggiunge il 3,2% su base annua, quasi il doppio rispetto all’inflazione generale.
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