Il dibattito

“Il caffè? Deve costare almeno 2,5 euro, non meno di una bibita”. La difesa di Oscar Farinetti

A Napoli si è svolto un confronto tra Farinetti e Rubino sull’importanza del caffè italiano. Al centro del dialogo: qualità, filiera, crisi dei costi e impegno sociale

  • 30 Luglio, 2025

«Il barista è il cuoco del caffè», con questa metafora Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, ha lanciato un appello a rivedere la narrazione e il valore riconosciuto all’espresso, simbolo dell’Italia nel mondo. Lo ha fatto a Melito (NA), nello stabilimento di Kimbo, durante un confronto con Mario Rubino, presidente della storica torrefazione. Secondo quanto riportato dall’ANSA, Farinetti ha denunciato l’insostenibilità di un prezzo troppo basso per il caffè: «Non è possibile che una tazzina costi un euro, un euro e venti, una bibita costa molto di più. Il caffè merita un racconto diverso, come quello fatto per il vino. Solo così si capisce il valore del prodotto».

Il valore del caffè

Per Farinetti il valore della tazzina va ben oltre il costo: «Ma il caffè oggi ha il prezzo e il valore che merita? Secondo me, no. Dovrebbe costare almeno due euro e cinquanta. Proprio qui a Napoli ci sono le condizioni giuste per agganciare il ‘valore’ del prodotto ai ‘valori immortali’, alla convivialità, alle storie».

Mario Rubino ha condiviso l’urgenza di un cambio di rotta, evidenziando le difficoltà di un settore alle prese con tensioni geopolitiche, problemi logistici e rincari vertiginosi della materia prima. «Siamo in un contesto complicato con una domanda mondiale in crescita e una produzione più o meno costante, il  prezzo della materia prima è in salita del 300 per cento negli ultimi due anni e con il costo del pacchetto macinato è raddoppiato».

Per il sociale

«A noi interessa soprattutto il valore sociale della nostra attività», Rubino ha ricordato i progetti sociali promossi da Kimbo sul territorio, come “Fatto a Scampia” e “Chicco di Speranza”, e la collaborazione con il carcere di Secondigliano.

Con 270 dipendenti, caffè importato da 20 Paesi ed esportato in 80, Kimbo guarda al futuro con un auspicio: «Mi auguro che il costo all’origine scenda – ha concluso Rubino – ma oggi vendere il caffè a meno di un euro e settanta è sempre più complicato. In ogni caso noi continuiamo la sfida ma vogliamo che il consumatore capisca quello che sta bevendo».

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