Overtourism

Dolomiti strozzate dal turismo di massa: “Meglio rinunciare al marchio Unesco che alle nostre montagne"

Il Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici lancia una provocazione contro l’overtourism: “Il riconoscimento Unesco ha trasformato i luoghi in cartoline, non in destinazioni di qualità”

  • 08 Agosto, 2025

Le Dolomiti potrebbero rinunciare al titolo che nel 2009 le ha rese Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Non per sfiducia nel valore del territorio, ma per difenderlo. È questa la provocazione lanciata dal Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici, stanco di vedere il turismo di massa erodere l’identità e la vivibilità delle montagne.

A parlare è Osvaldo Finazzer, tra i volti più attivi del Comitato, che in un documento prende posizione netta: “Forse è arrivato il momento di dire basta al riconoscimento Unesco. Ha portato danni enormi, non solo qui”. Il riferimento è a un modello turistico ormai ingestibile, fatto più di selfie e social network che di reale conoscenza del territorio.

Un esempio su tutti: il lago di Braies, diventato celebre grazie alla fiction televisiva Un passo dal cielo, ha visto crescere in modo esponenziale il numero di visitatori. «La televisione ha acceso i riflettori, i social li hanno amplificati – osserva Finazzer – poi arriva l’overtourism, e per contenere il flusso si chiudono gli accessi. Ma intanto il danno è fatto».

La riflessione va oltre i confini dolomitici. Finazzer cita casi emblematici come la Costiera Amalfitana e le Cinque Terre: territori che, una volta diventati icone globali, si sono trasformati in mete congestionate, spesso svuotate di autenticità. «Siamo passati dal turismo al consumo d’immagine. E oggi quelle cartoline rischiano di diventare la nostra prigione». Il nodo, secondo il Comitato, è chiaro: continuare a vendere un’immagine patinata o puntare su un turismo consapevole, radicato nei luoghi, che rispetti i tempi, i paesaggi e la cultura? «Le due cose non possono convivere», ribadisce Finazzer. «O scegliamo l’identità vera del territorio, oppure finiremo schiacciati da una notorietà che ci toglie più di quanto ci dà».

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