Addio

È morto Edoardo Boncinelli, il genetista che ha spiegato perché mangiamo

Si è spento a 84 anni Edoardo Boncinelli, il "ribelle esorbitantemente disciplinato" che ha rivoluzionato gli studi della genetica

  • 21 Luglio, 2025

È morto a 84 anni il genetista Edoardo Boncinelli, genetista di fama mondiale e nome noto anche al di fuori del consesso scientifico per la sua instancabile opera di divulgatore e i molti scritti che hanno accompagnato il suo lavoro di ricerca. Opere nelle quali ha affrontato tematiche varie: dalla letteratura greca (I miei lirici greci, San Raffaele, 2008, traduzione di 365 componimenti di poeti classici ellenici) a quella italiana (L’incanto e il disinganno: Leopardi, scritto con Giorello, Guanda, 2016), dalla riflessione sulla malattia che lo aveva colpito alle opere più prettamente scientifiche, dando prova di una mente acuta e vitale, da «ribelle esorbitantemente disciplinato» come egli stesso si era definito nell’autobiografia Una sola vita non basta (Bur Rizzoli, 2014).

Perché si mangia?

Edoardo Boncinelli non ha trascurato neanche il fondamentale ruolo dell’alimentazione e del cibo nella vita degli esseri umani, a cui ha dedicato il volume Perché si mangia? – Why do we eat? (Book Time, 2015) che indaga il rapporto tra l’uomo e il cibo dal punto di vista scientifico, illustrandone il legame con il metabolismo e l’evoluzione: dal modo in cui l’organismo impiega il cibo per costruire e riparare tessuti, regolare le funzioni vitali e ottenere energia, all’influenza della genetica nelle nostre scelte alimentari, nella capacità digestiva e nella risposta agli alimenti, offrendo uno sguardo approfondito sulla complessità del processo alimentare negli uomini, illustrando i meccanismi biologici e genetici sottesi nell’atto del mangiare.  Tutto a partire dalle fondamentali scoperte in fatto di genetica.

Edoardo Boncinelli, genetista

Per qualcuno la genetica può sembrare un scienza oscura e lontana anni luce dal nostro vivere quotidiano, ma Edoardo Boncinelli, scienziato eclettico con il pallino della divulgazione e la passione per la riflessione umanistica, ha dimostrato come ogni cosa è collegata (per citare un libro che fa dell’incontro tra discipline il suo nucleo narrativo). Nato a Rodi nel 1941, quando cioè l’sola oggi greca faceva parte dei possedimenti italiani, è cresciuto a Firenze, dove si è laureato in fisica con una tesi sperimentale di elettronica quantistica. Il suo campo di ricerca sarebbe però stato la biologia, dimostrando sin da subito quell’attitudine alla pluralità di sguardi che ne avrebbe caratterizzato il percorso professionale e umano. Vero luminare, a lui si deve la scoperta dei cosiddetti geni architetti – geni omeotici che regolano altri geni per il corretto sviluppo dell’organismo di tutti gli animali – identificati insieme al collega Antonio Simeone nel 1985.

Le neuroscienze

Nel decennio successivo la sua ricerca si è rivolta al settore delle neuroscienze, individuando le famiglie geniche che regolano l’attività della corteccia cerebrale; tra i vari incarichi, la direzione del laboratorio di biologia molecolare presso l’Istituto San Raffaele di Milano e quella della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. La sua fama, però, si deve al suo incessante lavoro di divulgazione, attraverso articoli e libri che consentivano l’accesso ai suoi studi anche ai non addetti ai lavori: volumi come I nostri geni (Einaudi, 1998) dove non manca di porre lo sguardo sulle nuove frontiere della genetica (come la manipolazione genetica, le implicazioni etiche, e le domande fondamentali su cosa significhi “essere umani” in un mondo biologicamente modificabile) e Il cervello, la mente e l’anima (Mondadori, 1999) sono un esempio cristallino di come si possa condividere un tema molto settoriale con il grande pubblico.

I suoi interessi lo portavano spesso fuori dai laboratori scientifici per confrontarsi con vari ambiti del vivere umano, alimentando un dialogo tra scienze (soprattutto il funzionamento della mente) e pensiero filosofico, come dimostrano il libro E ora? (Einaudi, 2000) in cui riflette sui grandi temi esistenziali della nostra specie in un fitto e acuto dialogo con Umberto Galimberti, e il Dialogo su etica e scienza con Emanuele Severino (San Raffaele, 2008). Gli ultimi lavori editoriali sono una testimonianza franca della sua condizione di malato, in cui la meditazione sulla morte e la riflessione sul decadimento del corpo si nutrono della sua cultura versatile e mai paga.

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