Piccola rivoluzione in Svezia: adesso vino e alcol si possono comprare direttamente dai produttori. Ma solo in piccole quantità

Dopo il Canada, anche la Svezia ripensa la sua politica sulla vendita di alcolici. Grazie all’approvazione di un nuova legge, per i produttori è adesso possibile vendere direttamente ai privati. Dal primo di giugno, infatti, si possono acquistare alcolici anche fuori dai Systembolaget, negozi statali adibiti alla vendita di alcolici.

La riforma nasce dalla volontà di incentivare il turismo e sostenere i produttori locali, senza però intaccare dei principi fondamentali: l’accesso all’alcol deve restare regolamentato e il consumo continuare a essere scoraggiato. Un rapporto governativo del 2021 stimava che queste modifiche avrebbero portato a un incremento delle vendite nazionali di alcol di circa 200mila litri all’anno — un aumento marginale, pari a meno dell’1% del volume attualmente distribuito da Systembolaget.

Vincoli ancora severi

Le nuove regole, tuttavia, arrivano con stringenti limitazioni: le distillerie possono offrire una singola bottiglia da 0,7 litri, tra le 10 e le 20, a ciascun visitatore dopo un tour a pagamento, mentre per i birrifici e le aziende vinicole le quantità sono limitate a 3 litri a persona. Nella capitale i microbirrifici devono sottostare ad ulteriori limitazioni: possono vendere solo durante gli orari di apertura dei Systembolaget, il che esclude la possibilità di vendite la sera tardi, il sabato pomeriggio e la domenica.

Favorevoli e contrari

Un’apertura decisamente cauta ben accolta dai produttori. Anna Anerfält, amministratrice delegata della Norrtelje Bränneri, piccola distilleria artigianale a nord di Stoccolma, considera la riforma un passo modesto, ma positivo. «L’intera transazione -visita alla distilleria compresa- deve iniziare con un avvertimento sui rischi legati al consumo di alcol», dice Anerfält, riferendosi alle condizioni imposte dalle nuove autorizzazioni.  Come molti operatori del settore delle bevande in Svezia, anche Anerfält sostiene il principio di fondo del mantenimento di un controllo rigoroso, ma aggiunge che «non credo che questo cambierà molto le vendite dei nostri prodotti. Anche perché ogni visitatore può acquistare solo una bottiglia».

Non tutti, però hanno visto con favore la novità. «Un aumento del consumo di alcol porta con sé maggiori problemi sociali» ha detto Alexander Ojanne, responsabile per gli affari sociali e la sicurezza pubblica del comune di Stoccolma. «Il nostro obiettivo è ridurre questi problemi il più possibile».

La questione europea

C’è invece chi teme che la riforma possa mettere a rischio l’eccezione negoziata da tempo con l’Unione Europea in materia di libera concorrenza. «Quando la Svezia è entrata nell’Ue nel 1995, la Systembolaget è stata concessa una rara deroga per mantenere il monopolio statale» scrive Drinks Business. Ora si teme che questo nuovo passo possa spingere Bruxelles a chiedere una liberalizzazione più ampia del mercato.

«Il problema non sono le vendite dirette nelle aziende agricole in sé» dice Lucas Nilsson, presidente dell’associazione antialcolica  Iogt-Nto. «La nostra preoccupazione è che questo metta in discussione il monopolio di Systembolaget. Alla lunga, potremmo essere costretti a smantellarlo».

Come funziona il monopolio di Stato

Systembolaget è la catena statale svedese che detiene il monopolio sulla vendita al dettaglio di bevande alcoliche con gradazione superiore al 3,5%. È l’unico canale autorizzato per l’acquisto di alcolici forti da parte dei privati in Svezia, con l’obiettivo di limitare i danni sociali e sanitari legati al consumo di alcol.

Il sistema è progettato per scoraggiare il consumo eccessivo: la pubblicità è vietata, i prezzi sono elevati a causa delle imposte, e gli orari di apertura sono limitati (chiuso la domenica e nel tardo pomeriggio). L’età minima per acquistare alcolici è di 20 anni nei negozi Systembolaget, e 18 nei bar e ristoranti.