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Storia dell'alimentazione

Cucinare negli Anni Trenta. In un libro la storia della cucina autarchica del periodo fascista

Il lavoro di ricerca di Elisa Pallavicini รจ nato in Friuli, a partire dalla cittadina di Torviscosa, emblema della politica autarchica di Regime. Il libro raccoglie cento ricette del 1938, pretesto per raccontare come si mangiava in Italia negli Anni Trenta.

  • 26 Novembre, 2020

Torviscosa, la cittadina autarchica

A una trentina di minuti dโ€™auto da Udine, sulla strada che porta a Grado, in direzione del mare, Torviscosa รจ un piccolo centro che oggi conta poco meno di tremila abitanti. La sua fondazione si lega al periodo fascista, come immediatamente rivela lโ€™urbanistica del nucleo centrale, con i suoi edifici in stile razionalista. Torviscosa รจ infatti quella che oggi si direbbe company town, agglomerato nato nel 1938 attorno a un importante polo di produzione di cellulosa, la Snia Viscosa, che allโ€™epoca era centro propulsore di un esperimento autarchico come tanti se ne vedevano nellโ€™Italia di Regime. Nei campi bonificati dal Partito Nazionale Fascista, la coltivazione su larga scala di canna comune alimentava la produzione di fibre artificiali di raion (detto anche viscosa) ricavate dalla cellulosa โ€œautarchicaโ€, mentre tutto intorno nasceva lโ€™abitato, affacciato sulla piazza disegnata da Giuseppe De Min, con le case dei dipendenti, gli impianti sportivi, il teatro, la scuola, il municipio di rappresentanza del Comune, ufficializzato nel 1940. La storia di Torviscosa, dunque, racconta lo spaccato di unโ€™epoca (e di un regime) che sullโ€™autarchia fondava la propaganda nazionale. Non a caso, รจ partito dalla cittadina friulana lโ€™impulso per una ricerca sulla cucina degli Anni Trenta, confluita nel libro a cura di Elisa Pallavicini che รจ interessante testimonianza di storia dellโ€™alimentazione.

Torviscosa, teatro

Cucinare negli Anni Trenta. Ricette dโ€™epoca fascista

Cucinare negli Anni Trenta รจ frutto di un lavoro dโ€™archivio condotto presso la Biblioteca Ioppi di Udine, che ha consentito di avere accesso a un gran numero di ricette pubblicate sul quotidiano fascista Il Popolo del Friuli tra il 1932 e il 1945. Il testo ne raccoglie un centinaio, riferite alle sole pubblicazioni del 1938, in omaggio allโ€™anno di fondazione di Torviscosa. E le ricette, pur rivelando in alcuni casi lโ€™appartenenza alla cultura gastronomica territoriale del Friuli, sono soprattutto chiave dโ€™accesso alle abitudini alimentari dellโ€™epoca, e ancor prima spia di un approccio preciso del Partito Nazionale Fascista alla produzione e al consumo di cibo, e cosรฌ pure alla cucina, anchโ€™essa piegata a fini propagandistici. Sempre in nome dellโ€™autarchia: โ€œMangio italiano, parlo italianoโ€ รจ un motto che ben riassume lo spirito della cucina di regime degli anni Trenta, che non solo spinge per lโ€™utilizzo di ingredienti nazionali, ma si impegna nella traduzione di piatti e pietanze di origine straniera, per ricondurli nellโ€™alveo della lingua italiana. E questo รจ evidente nelle ricette ripubblicate nel libro, dove la charlotte diventa ciarlotta e il rosbiffe รจ chiaramente un parente tricolore del roastbeef inglese.

Pubblicitร  del dado alimentare

La cucina autarchica. Nel piatto e sul vocabolario

Elisa Pallavicini, che รจ storica specializzata in storia dellโ€™alimentazione, ha curato il progetto proprio con lโ€™intenzione di esplicitare certe dinamiche: โ€œIl ricettario che abbiamo rimesso insieme somma ricette locali come il boreto alla gradese a piatti di respiro nazionale, non solo di stampo popolare, rivolgendosi il quotidiano a una platea di classe agiata. Quindi cโ€™รจ tanta cucina del riuso – a base di pane raffermo, avanzi per le minestre, insaporite con i dadi comparsi sul mercato allโ€™epocaโ€ฆ – ma anche un approccio interessante agli ingredienti pregiati, come lโ€™aragosta, i tordi, il cinghiale, con attenzione particolare riservata anche allโ€™impiattamentoโ€. Ma quel che piรน emerge รจ il perfezionamento di una politica dellโ€™autarchia in cucina avviata allโ€™inizio degli anni Trenta, che raggiunge il suo apice proprio sul finire della decade, prima di passare in secondo piano durante la guerra, quando anche la pubblicazione di ricette inizia a diradarsi. โ€œLโ€™attivitร  di propaganda per favorire il consumo del prodotto nazionale era massiccia, accompagnata anche dal messaggio sulla lingua: โ€˜Se lโ€™Italia ha dato origine a tutte le lingue europee, perchรฉ ora dovremmo usare le altre?โ€™, si legge in uno dei trattati fascisti sul tema. E quindi il lavoro di trasformazione linguistica coinvolge anche il cibo e i ricettari: non si parla di menu, ma di lista; non di dessert, ma di โ€œfin di pastoโ€. E, per esempio, le nuove varietร  di grano prodotte allโ€™epoca, riportate nel Registro delle varietร  di frumento elette, pubblicato proprio nel โ€™38, portano tutti nomi che hanno a che fare con figure, simboli e slogan politici: il grano Luigi Ratta, il Sabaudia, il Tevere, lโ€™Edda, persino il grano T.D. Tiriamo drittoโ€.

Un ricettario Genepesca

La propaganda alimentare sul cibo italiano

Del resto, lโ€™alimentazione ha costituito un tema di rilievo nellโ€™ambito delle politiche di divulgazione culturale fasciste: โ€œPer esempio vediamo una fioritura straordinaria di diari, agende, ricettari, opuscoli forniti in maniera gratuita da tutti i produttori; ma anche un intervento importante da parte del Partito, che propone una serie di libri dove si spiega perchรฉ mangiare italiano, ci si sofferma sullโ€™importanza delle singole produzioni nazionali e poi si forniscono ricette per utilizzare quegli ingredienti in cucina. Succede soprattutto per il riso: allโ€™epoca cโ€™era ancora carenza di grano, nonostante lโ€™incremento produttivo avviato alla metร  degli anni Venti, quindi si consiglia di consumare almeno una porzione di riso al giornoโ€. Ma molto interessante รจ anche il lavoro sul pesce: โ€œEra un ingrediente costoso, poco accessibile; cosรฌ nasce la Genepesca, una compagnia che ottiene il permesso di pescare nellโ€™Atlantico, supportata da miglioramenti strutturali sulle imbarcazioni, che vantano nuovi sistemi di refrigerazione a bordo. Il pesce surgelato arriva sul mercato italiano, ma รจ una novitร , e si scontra con la diffidenza dei consumatori. Dunque proliferano libri e opuscoli editi dal Partito a sostegno della Genepesca, che spiegano i vantaggi di avere pesce surgelato a un costo ridotto ed elaborano un ricettario per consumare i filetti congelati. Anche tra le ricette del Popolo del Friuli, per esempio, quando si parla di salmone il riferimento a Genepesca รจ esplicitoโ€.

Oggi, il libro raccoglie le ricette cosรฌ comโ€™erano scritte per i lettori dellโ€™epoca: โ€œHo mantenuto il linguaggio, anche quando si sofferma su procedure e strumenti che non ci appartengono piรน. E la struttura, che non prevede una lista di ingredienti separati, nรฉ lโ€™indicazione delle dosi. E salta molto passaggi dando per scontato, per esempio, che tutti sapessero come fare una besciamellaโ€.

Cucinare negli Anni Trenta โ€“ a cura di Elisa Pallavicini โ€“ 2020, Pro Torviscosa

 

a cura di Livia Montagnoli

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