Il vino non si ferma. La lettera aperta di oltre 200 vignaioli italiani

24 Apr 2020, 17:46 | a cura di
In vista della ripresa, i vignaioli italiani firmano una lettera aperta che dovrà indicare una strada per la ripartenza basata sulla lealtà dei rapporti commerciali e sul rispetto delle figure professionali, contro i tentativi di speculazione.

Le difficoltà del mondo del vino e le proposte per la ripartenza

Siamo consapevoli delle difficoltà che questa pandemia ha causato e degli effetti che continueranno a gravare su tutti i comparti per i quali il vino costituisce una risorsa insostituibile. La produzione continua, i magazzini si riempiono, perché i nostri clienti sono fermi: se non interveniamo immediatamente, il virus ucciderà il nostro patrimonio vitivinicolo, e con esso alcuni territori e parte del prestigio italiano.” Per i vignaioli italiani che hanno come punto di riferimento ristoranti, bar, enoteche, vinerie (Horeca), dal mese di febbraio la vita si è fermata. Covid 19 ha bloccato tutte le attività che richiedono contatto con il pubblico. Mentre nelle città tutte le serrande dei negozi sono abbassate, in campagna i lavori per accudire la vigna in germoglio, continuano comunque. In queste ultime ore, mentre gli effetti della pandemia sembrerebbero attenuarsi, è iniziata la discussione sulle riaperture che gradualmente interesseranno tutti i settori, comprese le attività di ristorazione e di accoglienza.

In questo scenario oltre duecento vignaioli italiani, con una lettera aperta,  intervengono con l'obiettivo di indicare una strada per la ripresa basata sulla lealtà dei rapporti commerciali, sul rispetto delle diverse figure professionali e contro i tentativi di speculazione. La tentazione di approfittarsi della situazione di difficoltà attuale per mettere in discussione la catena del valore così faticosamente costruita nel corso degli anni dai nostri vignaioli, è assai forte. Si va dalla richiesta di sconti fuori scala al conto vendita, dal mancato pagamento delle forniture delle scorse festività natalizie ad improvvisati distributori on line che tentano il colpo grosso cercando di acquistare a prezzi di svendita, vini prodotti con fatica e passione. Per questo un gruppo di vignaioli che rappresenta la perfetta geografia del mondo del vino italiano, dalla Toscana alla Sardegna, dal Piemonte alla Sicilia, dal Veneto ale Marche, ha deciso di confrontarsi e di condividere una linea di condotta su basi chiare e condivise. Ecco i punti da rispettare.

La lettera aperta dei vignaioli

1) Non accetteremo pressioni commerciali miranti a ridurre il margine che rappresenta la fonte di sostentamento per noi e le nostre aziende, perché riteniamo che soltanto con il riconoscimento di un equo corrispettivo sia garantita la dignità del nostro lavoro e del lavoro di coloro che collaborano con noi nella produzione, commercializzazione e promozione dei nostri vini.

2) Non accetteremo pratiche sleali quali il conto vendita e le richieste sproporzionate di omaggi, consapevoli che soltanto con il rispetto delle normali condizioni commerciali possiamo contribuire in maniera positiva allo sviluppo della filiera.

3) Chiediamo a tutti i nostri clienti il rispetto delle scadenze per il pagamento delle forniture effettuate fino al 31/12/2019, in un momento in cui il mercato non presentava ancora alcuna criticità legata alla pandemia.

4) Siamo disponibili a discutere forme di credito agevolate che tengano conto delle difficoltà economiche che, con il lungo periodo di inattività, tutti i ristoranti e le enoteche si troveranno a fronteggiare alla riapertura, pur nel rispetto degli sforzi e degli investimenti che noi aziende agricole non abbiamo mai smesso di affrontare.

5) Ci impegniamo, nelle scelte di vendita diretta dei nostri prodotti al consumatore finale, ad operare con lealtà nei confronti dei nostri clienti della distribuzione e dell’horeca, che sono fondamentali per la promozione e la valorizzazione dei vini prodotti dai vignaioli italiani. Per questo motivo, garantiamo che i nostri listini dedicati ai privati rispettino la normale marginalità riservata agli operatori commerciali.

6) Siamo convinti che vada rafforzata la collaborazione con tutti gli attori della filiera vinicola, consapevoli che soltanto da un dialogo aperto e organico possano scaturire le migliori opportunità di crescita e valorizzazione per questo nostro piccolo grande mondo.

 

L'elenco dei sottoscrittori

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 

 

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