Ci sono le olive all’ascolana di Mamma Clelia dalle Marche e il risotto al radicchio rosso di zia Greta dal Veneto, il cous cous di papร Ahmad dalla Libia e le sarde a beccafico di nonna Grazia dalla Sicilia, e poi le empanadas con formaggio di mamma Cecilia dal Venezuelana e il baklava di mamma Maria, dall’Albania. Piรน di 80 ricette, tra primi e secondi piatti, antipasti, piatti unici e dolci. Pietanze semplici, che sanno di casa. Delle Case di Peter Pan, microcosmi che offrono โ gratuitamente – ospitalitร , assistenza e calore ai familiari dei bambini in cura nei reparti oncologici del Bambin Gesรน mdi Roma.
L’associazione Peter Pan รจ una onlus nata nel 1994 da un gruppo di genitori di bambini malati, con l’obiettivo di offrire ad altri genitori il sostegno per affrontare il lungo percorso terapeutico lontano da casa. Assicurando loro un tetto fisso, letti comodi e pasti caldi per il lungo e difficile cammino di cura. E insieme alle strutture, anche assistenza pratica, calore umano e condivisione. Perchรฉ la prova difficilissima della malattia dei bimbi per qualcuno puรฒ essere ancora piรน dura, senza il conforto di un focolare domestico che consenta un momento di riposo, di un bagno caldo in cui lavare via fatica e dolore. L’alternativa spesso non c’รจ, e molti genitori dormono in macchina nei parcheggi degli ospedali, lontano dagli altri figli, lasciati a casa alle cure di parenti o amici. Affrontare una malattia in famiglia, a volte, significa trovarsi soli.
In 25 anni di vita l’associazione (Medaglia dโOro al Merito della Sanitร Pubblica nel 2004) ha perseguito, giorno dopo giorno, la sua missione: promuove la tutela dei diritti dei bambini malati di cancro e diffonde la cultura della solidarietร , supporta la ricerca ed รจ parte attiva di tante iniziative e associazioni legate ai temi dell’oncologia pediatrica. Ma, soprattutto, da 25 anni Peter Pan accoglie e dร una casa a chi ne ha bisogno.
Le Case di Peter Pan oggi sono un polo che conta diverse unitร abitative con spazi comuni, pensati per favorire la socializzazione tra le famiglie. Famiglie di tutta Italia e di tutto il mondo, riunite sotto un unico vessillo, quello del dolore e della speranza. Sono genitori, zii, nonni, spesso anche fratellini, grandi e piccoli che hanno bisogno non solo di sostegno, ma anche di quotidianitร , di un posto in cui giocare, parlare, mangiare, parlare, ascoltare. Per superare il senso di smarrimento e solitudine che investe chi si trova con un piccolo malato in casa. Per sentire meno forte il peso della prova che si trovano ad affrontare. โTalvolta puรฒ anche darsi che si verifichi qualche piccolo attrito dovuto piรน che altro al nervosismo della situazione o al fatto che le famiglie ospiti sono molto eterogenee e provengono da culture e abitudini sociali molto diverse tra loroโ si legge nella prefazione firmata da Maria Teresa Barracano Fasanelli, presidente onorario dell’associazione. Perchรฉ โ inutile negarlo โ la convivenza forzata in una situazione cosรฌ complessa puรฒ dare origine a screzi o tensioni. Ad alleggerirle sono chiamati gli operatori โ circa 200 persone โ che hanno individuato nella cucina e nella tavola un cardine fondamentale per rasserenare gli animi e favorire la socializzazione.
โNella nostra cucina โ e non รจ un caso – i fornelli siano inseriti in un’isola centraleโ si legge ancora nella prefazione: un semplice espediente logistico che favorisce la conoscenza reciproca e la comunicazione, magari con lo scambio di una ricetta. Perchรฉ la preparazione dei pasti รจ un appuntamento che riporta alla normale quotidianitร familiare, e concede una tregua, seppur momentanea, alla scansione delle giornate che il percorso terapeutico impone. Perchรฉ il cibo sa dare conforto e calore, fa sentire nel proprio ambiente anche quando si รจ lontani, il suo potere terapeutico rappresenta un tassello fondamentale per dare alle famiglie la forza – emotiva e non solo -per superare le difficoltร . Non solo: il cibo รจ una sintesi della propria cultura, della storia e le abitudini di ognuno, scambiarlo gli uni con gli altri รจ un gesto dal forte valore simbolico. Di apertura all’alto, proprio quando il dolore potrebbe spingere a chiudersi nella propria preoccupazione. Permette di conoscere e farsi conoscere, รจ un segnale di vicinanza e speranza, significa non essere da soli.
Per questo alle Case di Peter Pan ci sono le cene multietniche che consentono di โviaggiare in tutto il mondo attorno ad una tavola imbanditaโ come dichiarato nell’introduzione che racconta con allegria di un appuntamento che solleva gli spiriti, impegna i genitori ai fornelli e fa trascorrere una giornata festosa. Una pausa importante per ricaricare le batterie. In tavola, i piatti che ogni persona โ ospite o volontario – porta con sรฉ al suo arrivo. Queste ricette sono state raccolte dagli operatori di Peter Pan, illustrate dai bambini delle Case e poi riunite in un libro. Il volume (in esaurimento!) รจ in vendita a 10 euro (interamente devoluti alla onlus) durante i molti eventi che l’associazione organizza per raccogliere fondi per portare avanti la sua missione. Ma non serve un libro o una serata particolare: aspiranti volontari o sostenitori posso infatti rivolgersi alla struttura in ogni momento, per dare il proprio contributo.
La ricetta. Pata con pesto agli agrumi di Sicilia
400 g. di casarecce siciliane
2 arance
3 filetti di acciughe
100 g. di mandorle pelate
5 pomodorini
10 capperi
un bel mazzo di basilico
una melanzana
olio, saleย epecorino grattuguato
Preparare l arance pelandole al vivo, togliendo anche la pellicina bianca. Mettere nel frullatore le mandorle e tritarle grossolanamente, aggiungere le arance, le acciughe e i capperi, i pomodorini, il basilico, l’olio, il sale e frullare tutto.
Lessare la pasta e, a cottura ultimata, versarla in una scodella, aggiungere il pesto e 2 cucchiai di pecorino.
Amalgamare il tutto e guarnire con la melanzana a cubetti precedentemente fritta.
Associazione Peter Pan โ 800984498 – www.peterpanonlus.it
a cura di Antonella De Santis
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