Locali Storici d’Italia. La guida che premia le insegne più antiche del Paese

21 Ago 2020, 15:58 | a cura di
Sembra che Verdi, Puccini e Marinetti amassero frequentare il Caffè Camparino di Milano, riportato in vita lo scorso anno con la complicità dello chef Davide Oldani. Questo e altri racconti nella guida che premia i locali storici d’Italia.

La guida Locali Storici d’Italia

Saracinesche abbassate per due mesi, almeno per chi ha deciso di riaprire subito per l’asporto, quasi tre per chi ha aspettato fino all’ultimo. Poi la ripartenza, lenta e difficoltosa: in un anno simile, la continuità di una storia, la facciata di un locale d’epoca, il sorriso dei baristi di sempre acquisisce un valore ben più profondo. E così anche la guida Locali Storici d’Italia, manuale gratuito (disponibile anche versione app) che riunisce più di 200 alberghi, ristoranti, pasticcerie, confetterie e caffè letterari antichi della Penisola, assume un significato maggiore. I criteri sono gli stessi di sempre: i locali devono avere almeno 70 anni di attività alle spalle, conservare ambienti e arredi originali, cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti importanti e le frequentazioni più illustri.

Locali Storici d’Italia: la guida per lanciare il turismo culturale

Una guida nata col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che da 44 anni si impegna a tutelare e valorizzare i locali iscritti, ma anche a lanciare il turismo culturale in Italia. Le insegne, infatti, oltre a offrire un’esperienza unica ai visitatori, sono dei veri “musei dell’ospitalità” come gli autori stessi amano definirle: dei pezzi di storia dove fare un tuffo nel passato osservando dalle vetrate il ritmo sostenuto delle città moderne. Molti indirizzi arrivano a toccare anche i due secoli di attività, e sono tutti consultabili gratuitamente, a meno che non si voglia ricevere la guida a domicilio: in quel caso, l’Associazione richiede un piccolo contributo per le spese di spedizioni di 6 Euro (per averla, basta scrivere all’indirizzo mail [email protected]).

Le novità della guida Locali Storici d’Italia

Sono 213 in tutto i locali inseriti nella 44esima edizione, di cui 37 solo in Veneto, regione che conta il maggior numero di insegne, seguita dalla Lombardia (34), la Toscana (26), il Piemonte (22), la Liguria (21) e la Campania (18). Tema centrale di quest’anno, il bere miscelato, a cui è dedicata una sezione speciale che raduna tutti i punti di riferimento per gli amanti dei cocktail, come Caffè Camparino, locale del 1915 restaurato dall’architetto Piero Lissoni e con un’offerta gastronomica studiata da Davide Oldani, un tempo frequentato da Verdi, Puccini, Marinetti e Boccioni, ancora oggi arredato in stile liberty con un pavimento di inizio ‘900. Aneddoti divertenti raccontati in  ogni scheda di bar e ristoranti, con descrizioni sui personaggi famosi e gli episodi più significativi del passato.

Le conferme, dal Caffè Florian alla Locanda del Cerriglio

Fra le new entry della guida, il Ch 1887 del ristorante Checchino di Roma, con i suoi cocktail creativi ispirati alla tradizione capitolina, come il Bloody Vaccinara, versione romana del Bloody Mary con sugo filtrato di coda alla vaccinare al posto del pomodoro. E poi le conferme di sempre, come il Babington’s Tea Rooms a Roma, l’Albergo Palazzo Seneca di Norcia, il Caffè Meletti di Ascoli Piceno, Il Cambio a Torino, un tempo locale di fiducia di Cavour, la Grapperia Nardini di Bassano del Grappa, il Caffè Florian Venezia, l’Antica Bottega del vino di Verona, la Locanda del Cerriglio al porto di Napoli, dove si racconta Caravaggio fu assalito nell’ottobre del 1609. E molti altri ancora, da visitare per scoprire un passato fatto di piatti memorabili, aneddoti che raccontano la storia dell’Italia a tavola come componente irrinunciabile del buon vivere e del patrimonio culturale nazionale. Che ci accomuna tutti, in quell’approccio all’ospitalità che ci ha reso famosi nel mondo, di cui oggi è importante salvaguardare il ricordo per valorizzarne le ricadute sul turismo culturale nazionale.

localistorici.it

a cura di Michela Becchi

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