La guerra nella Striscia di Gaza colpisce McDonald's e le sue azioni in borsa

12 Feb 2024, 18:59 | a cura di
Calano le vendite in Medio Oriente dopo le donazioni di pasti ai soldati israeliani. Ma il ceo risponde: "No all'odio di qualsiasi tipo. Contro di noi disinformazione"

Anche McDonald's subisce i “colpi” della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas. Gli aumenti dei prezzi e le promozioni sui menu hanno contribuito ad aumentare le vendite negli Stati Uniti nell'ultimo trimestre, ma il conflitto in Medio Oriente ha colpito le vendite a livello internazionale. Dopo le accuse di aver favorito una parte o l'altra nel conflitto, subito respinte dalla catena statunitense, l’azienda solo lunedì 12 febbraio ha perso in borsa il 3,7%.

Perché alcuni paesi boicottano Mcdonald's

Le prime critiche sono arrivate ad ottobre, quando sulle sue pagine social la multinazionale ha raccontato di aver donato pasti gratuiti ai soldati israeliani. La reazione degli utenti filo-palestinesi di tutto il mondo non si è fatta attendere. Oltre alle accuse sui social, in rete è stato anche lanciato l'hashtag  #BoycottMcDonalds. Secondo quanto racconta il Wall Street Journal, McDonald’s non è il solo brand americano preso di mira. La stessa sorte sta toccando anche ad altre catene di fast food come Starbucks, anch’essa oggetto di attività di boicottaggio e di insulti mediatici. Le multinazionali sono accusate di presunti legami finanziari con Israele.

I risvolti della campagna anti Mc Donald’s, però, non sono solo a livello di immagine. Il calo delle vendite per McDonald’s è rilevante e nonostante i tentativi di porre riparo alla questione, la reazione a catena non sembra arrestarsi. Il boicottaggio, infatti, sta interessando anche paesi a maggioranza mussulmana come l’Egitto o la Giordania, ma anche Kuwait, Libano e Pakistan.

Le parole del ceo Chris Kempczinski

A rispondere alle accuse di sostenere un parte del conflitto israelo-palestinese, ci ha pensato proprio il ceo di McDonald’s Chris Kempczinski, in un lungo post su Linkedin: “È importante notare – scrive il manager - che abbiamo continuato a essere solidali con le comunità di tutto il mondo, vivendo appieno il nostro scopo e i nostri valori anche in tempi difficili. I nostri cuori restano accanto alle comunità e alle famiglie colpite dalla guerra in Medio Oriente. Aboliamo la violenza di qualsiasi tipo e ci opponiamo fermamente ai discorsi di odio, e apriremo sempre con orgoglio le nostre porte a tutti. Che si tratti del terremoto in Giappone o delle tragedie che hanno colpito il Marocco e le Hawaii lo scorso anno, il nostro Sistema è sempre pronto a dare il proprio sostegno”.

E a proposito del calo delle vendite aggiunge: “Diversi mercati del Medio Oriente e alcuni al di fuori della regione stanno subendo un impatto commerciale significativo a causa della guerra e della disinformazione associata che sta colpendo marchi come McDonald's. Questo è scoraggiante e infondato. In ogni paese in cui operiamo, compresi i paesi musulmani, McDonald's è orgogliosamente rappresentato da operatori locali che lavorano instancabilmente per servire e sostenere le loro comunità, dando lavoro a migliaia di loro concittadini”.

Chris Kempczinski, presidente e ceo McDonald's Corporation

McDonald's in Medio Oriente

La presenza in Medio Oriente di McDonald’s non è un aspetto secondario. Ben il 5% dei suoi oltre 40mila negozi nel mondo si trova proprio qui. Le tensioni stanno interessando anche paesi come la Malesia, dove nei giorni scorsi, la catena americana ha portato in tribunale il movimento di attivisti filo-palestinese Bds Malaysia con l’accusa di diffamazione. Il gruppo avrebbe promosso il boicottaggio con gravi conseguenze per gli introiti: una perdita dell’1,89% delle azioni del franchising e tagli dei posti di lavoro. Per questo la multinazionale, nel contenzioso, ha anche chiesto un risarcimento di oltre 1,3 milioni di dollari.

McDonald’s Egitto, invece, in un comunicato ha voluto ribadire di essere un’azienda 100% egiziana e che la casa madre americana le consente l’utilizzo del marchio esclusivamente nel mercato locale. Altri paesi come gli Emirati Arabi, la Giordania, la Turchia, il Pakistan, il Bahrain, il Kuwait e l’Arabia Saudita hanno ribadito di non sostenere Israele, impegnandosi ad aiutare concretamente i palestinesi a Gaza. Le filiali di questi paesi hanno raccolto complessivamente oltre 3 milioni di dollari per Gaza. Tra queste anche McDonald's Oman che ha donato quasi 100mila dollari.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram